Manfredi: il mio film su Gesù
«A livello storico vi sono delle novità: Tiberio cercò di anticipare di quasi 300 anni l’Editto di Costantino, che rese libero il cristianesimo». Le concordanze fra acconto biblico e archeologia
Parla il narratore e archeologo, sceneggiatore del remake de «L’inchiesta» di Damiano Damiani, diretto da Giulio Base, che esce negli Usa e in Italia è previsto su Raiuno a Pasqua: tra fede e verità storica
Manfredi: il mio film su Gesù
«A livello storico vi sono delle novità: Tiberio cercò di anticipare di quasi 300 anni l’Editto di Costantino, che rese libero il cristianesimo». Le concordanze fra acconto biblico e archeologia
Di Andrea Galli
Fede e verità storica. Sacre Scritture e riscontri archeologici. Un tema ben presente a uno specialista poliedrico come Valerio Massimo Manfredi. Narratore e saggista (tra i rari italiani tradotti all’estero), archeologo di rango e conduttore di trasmissioni televisive di successo, Manfredi non ha solamente firmato l’introduzione alla recente riedizione di un classico dell’apologetica biblica, La Bibbia aveva ragione di Werner Keller. E’ anche autore della sceneggiatura del remake del film di Damiano Damiani L’inchiesta, opera diretta da Giulio Base che esce in questi giorni in Usa in 500 sale cinematografiche, mentre in Italia andrà in onda su Raiuno a Pasqua.
Professor Manfredi, perché ha scelto di cimentarsi con “L’inchiesta” di Damiani?
«In un primo momento non volevo, mi sembrava difficile raggiungere il livello del film originale, poi ho pensato di avere delle carte in mano che gli sceneggiatori di allora non possedevano. Elementi che a livello scientifico non sono accettati da tutti, come è normale nel mondo dei ricercatori, ma che conservano una loro plausibilità e un loro grande interesse, anche dal punto di vista cinematografico».
Per esempio?
«La scelta è stata quella di mettere Tiberio al centro di tutto. Molti studiosi sono ormai convinti che il senatoconsulto di cui parla Tertulliano – quello che avrebbe avuto luogo nel 38 d.C., con cui il senato dichiarò il cristianesimo religione “illecita” – non può esserselo inventato lo stesso Tertulliano. Il contesto non è sospetto, come non lo sono le intenzioni dell’autore, che sarebbe stato facilmente smentito se avesse mentito. Alla sua epoca negli archivi del Senato, nel Tabularium, c’erano ancora le documentazioni originali. E il senatoconsulto è un atto talmente importante che doveva certamente essere conservato».
Quindi, se fosse vero il senatoconsulto?
«Significa che Tiberio avrebbe cercato di anticipare di quasi 300 anni l’editto di Costantino: chi avesse desiderato adorare Gesù sarebbe stato libero di farlo. Tiberio di fatto voleva accettare Gesù fra gli dei dell’impero. Il Senato si oppose a questa sua volontà».
Ma l'”inchiesta” per ritrovare il corpo di Gesù, la trama del film di Damiani, a che scopo sarebbe stata commissionata?
«Sarebbe stata ordinata per far luce su quanto era accaduto in Palestina. E per prendere le conseguenti misure. Ci sono dei fatti incontestabili: Tiberio ha decapitato l’intera classe dirigente del vicino Oriente, ha destituito Caifa, ha rimosso Pilato, e così come il governatore di Siria, sostituendolo con una figura di sua personale fiducia. Ora, non è detto che questo sia stata la conseguenza della morte di Gesù, ma non è detto nemmeno che non lo sia stata. E’ chiaro che la materia è talmente delicata che vige la più grande prudenza, e anche nello scrivere la sceneggiatura ho sentito molto questa responsabilità».
E’ sicuro di questa attitudine “positiva” dell’imperatore verso i cristiani?
«Sicuramente l’impero guardava con molta attenzione al fenomeno del cristianesimo, e Tiberio era persona che preferiva risolvere le cose con la diplomazia piuttosto che con la forza. Non possiamo escludere che avesse calcolato di accettare ufficialmente questa religione pacifica che stava prendendo piede. Magari per servirsene nel portare ordine nella ribollente situazione palestinese».
E le fonti per arrivare a prendere una simile decisione?
«Quel piccolo territorio ad Oriente era allora come oggi un nervo scoperto della politica internazionale. Tutto quello che accadeva lì finiva sotto la lente di ingrandimento. Il processo di Gesù non deve essere stato così facile, così sbrigativo… penso che Pilato ci abbia pensato bene. E’ vero che poi è stato rimosso, ma difficilmente Tiberio metteva degli incapaci a governare le province più difficili. Sulle fonti: Claudia, la moglie di Pilato, viene da pensare che fosse parente dell’imperatore… una che sia chiama Claudia è una liberta ed è impossibile che una liberta fosse la sposa di un governatore di rango equestre, a meno che non fosse parente dell’imperatore».
Il film “L’inchiesta”, il libro di Keller, il suo speciale da poco trasmesso su La7 sulle ultime 24 ore di Gesù… la domanda di prove della veridicità delle Scritture sembra oggi fortissima. Come mai secondo lei?
«Fin dai primi tempi si sono cercati degli ancoraggi di tipo fisico e archeologico alla storia di Gesù. Per esempio la Tabula Peutingeriana, una mappa antichissima dell’impero romano, una mappa che ha origine probabilmente nel primo secolo e
ha avuto un armonizzamento nel quarto, presenta il Monte degli Ulivi e il Monte Sinai. L’ancoraggio fisico di una religione rivelata è stato ed è sempre importantissimo. Pensi alle lotte che tuttora scatena la spianata del Tempio a Gerusalemme… e non dimentichiamo i fiumi di inchiostro che si sono stati versati sulla Sindone, che rimane forse il documento archeologico più enigmatico in nostro possesso: sarà pur medievale, stando al C14, ma vorrei sapere come fa un falsario medievale a costruire un negativo fotografico, in un modo che nemmeno noi oggi siamo in grado di riprodurre… Il tema è insomma cruciale per le religioni e quelle bibliche in particolare. Per chi si occupa di offrire delle risposte scientifiche, l’importante è muoversi con delicatezza e con soprattutto con rispetto nell’interpretazione di fonti che per milioni di persone sono testi sacri».