L’Unità d’Italia ed il Risorgimento alla luce dei recenti critiche storiografiche
Il periodo immediatamente antecedente all’Unità d’Italia è indicato sui testi di storia col nome di “Risorgimento”; in realtà oggi si critica aspramente l’accezione che viene data a questo momento storico perché maschera in realtà il periodo fortemente confuso, descritto prima, che visse il popolo italiano. Ciò viene particolarmente evidenziato dal Prof. Agnoli, scrittore, giornalista e pubblicista cattolico, in un suo articolo sul Foglio di cui riportiamo dei tratti importanti: “…è giusto piantarla con i miti fondatori. Altrimenti non si capisce nulla della nostra storia recente… Ammettiamolo: Garibaldi, Cavour, Mazzini non hanno fatto risorgere nulla. Da cosa doveva risorgere la patria delle università, della scienza, della medicina, dell’arte, di Dante, Giotto, Cimabue, Petrarca….? La storia degli stati pre-unitari è storia sovente gloriosa, di repubbliche come Genova e Venezia, che hanno dominato i mari, di ducati come quelli di Mantova e Parma, delle decine di capitali che costellavano la nostra penisola… Insomma, il “bel paese” dove i romantici venivano a godere l’arte, la poesia, la musica, la buona cucina… Da cosa dovevamo risorgere, se non, come voleva Cavour, dalle tenebre della storia cristiana? L’unità politica ed economica era forse un’esigenza, benché i popoli della penisola non ne sapessero nulla. Anche Pio IX e buona parte del clero italiano la avrebbero appoggiata….”.
Il disegno di Cavour e dei suoi alleati fu quello di creare un’Italia unita per servirsene politicamente ed economicamente tagliando le radici di una tradizione popolare millenaria e pregna di un forte senso religioso ed un attaccamento alla Chiesa Cattolica.
L’intento fu anche quello di “spazzare” dal cuore e dalla coscienza popolare la fede, mettendo in cattiva luce l’allora Papa Pio IX; infatti, continua così l’articolo di Agnoli: “…Riguardo alla Chiesa [ndr Cavour] volle servirsi di Pio IX, contro l’Austria, con cui si cercò a tutti i costi un ‘casus belli’: e così facendo prima trascinarono il Papa, controvoglia, nella guerra del 1848, poi lo dipinsero come un mostro reazionario, nemico della modernità. A tirare le fila di tutto, quei politici piemontesi, che si definivano liberali, ma che per raggranellare i soldi per le loro imprese espansionistiche confiscavano i beni della Chiesa e indebitavano l’erario statale, in attesa poi di riempirlo nuovamente, ai danni degli stati conquistati; che mandavano a morire i soldati sabaudi in Crimea, a migliaia di chilometri da casa, e avrebbero poi imposto una leva militare obbligatoria lunghissima, negli stati italiani ove essa non esisteva …”.