L’enciclica di Giovanni Paolo II “Ut unum sint”
Più che le discussioni teologiche e/o dottrinarie, può unire in un “unico corpo” solo la persona di Gesù Cristo. E’ questo il grande e fondamentale richiamo dell’enciclica sull’ecumenismo di Giovanni Paolo II, Ut unum sint del 1995. In questo documento, con straordinaria intelligenza, grandiosità e generosità di animo che lo hanno sempre contraddistinto, Giovanni Paolo II accorcia le distanze tra i cristiani e lo strappo perpetrato 5 secoli fa da Enrico VIII, mettendo tutti i fedeli di fronte all’urgenza di riconoscere ed obbedire all’unico “dogma”, l’unica persona che può unire cioè Gesù Cristo: “Gesù stesso nell’ora della sua Passione ha pregato «perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21). Questa unità, che il Signore ha donato alla sua Chiesa e nella quale egli vuole abbracciare tutti, non è un accessorio, ma sta al centro stesso della sua opera. Né essa equivale ad un attributo secondario della comunità dei suoi discepoli. Appartiene invece all’essere stesso di questa comunità. Dio vuole la Chiesa, perché egli vuole l’unità e nell’unità si esprime tutta la profondità della sua agape. (…) Credere in Cristo significa volere l’unità; volere l’unità significa volere la Chiesa; volere la Chiesa significa volere la comunione di grazia che corrisponde al disegno del Padre da tutta l’eternità. Ecco qual è il significato della preghiera di Cristo: Ut unum sint”.
Da parte della Chiesa Anglicana ha fatto eco all’enciclica il documento “Il dono dell’autorità” («The Gift of Authority» (1998)) che sembra aver fatto registrare un enorme progresso, anche sulla questione del ministero petrino. Da allora, il clima e l’atmosfera, a livello teologico e a livello dei contatti gerarchici, sono divenuti ottimi. A differenza di quanto avviene per le Chiese ortodosse, si fa sentire la provenienza dalla stessa tradizione latina e la consapevolezza di appartenere allo stesso mondo occidentale. Dopo la pubblicazione di un tale documento forse ci si poteva aspettare un rapida evoluzione verso la piena unità. In realtà le forti tensioni all’interno della Comunione Anglicana e le prassi instauratisi in molte comunità, tra cui quella di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e, nel caso di alcune province anglicane, anche l’ordinazione episcopale, costituirono un nuovo e difficile ostacolo, e un problema irrisolto sia all’interno della Comunione Anglicana che nel rapporto con la Chiesa di Roma.