Il Papa davanti alla tomba della beata che era stata scomunicata Mary MacKillop, serva dei poveri e degli analfabeti
Benedetto XVI ha visitato questo giovedì mattina la tomba della prima beata australiana, Mary MacKillop, cofondatrice delle Suore di San Giuseppe, serva dei poveri e degli analfabeti, che venne scomunicata ingiustamente.
Quando la superiora delle Suore di San Giuseppe si è rivolta al Papa per assicurare che l’Australia prega perché sia proclamata santa, il Pontefice ha risposto: “Un giorno sarà canonizzata, stiamo aspettando un miracolo”.
Poco prima, nella cerimonia di benvenuto da parte delle autorità australiane nel Palazzo del Governo di Sydney, il Papa ha presentato la MacKillop come “una delle figure eminenti della storia di questo Paese”.
“So che la sua perseveranza di fronte alle avversità, i suoi interventi a difesa di quanti erano trattati ingiustamente e l’esempio concreto di santità sono divenuti sorgente di ispirazione per tutti gli Australiani”, ha affermato.
“Generazioni di Australiani hanno motivo di essere grati a lei, alle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore e ad altre Congregazioni religiose per la rete di scuole che qui hanno fondato, come pure per la testimonianza della loro vita consacrata”.
Mary MacKillop, beatificata da Giovanni Paolo II nel 1995 a Sydney, nacque a Melbourne nel 1842 in una famiglia emigrata dalla Scozia.
Quando padre Julian Tennyson Woods la conobbe nel 1861, fu ispirato dal suo desiderio di servire Dio. Condivisero la convinzione poco comune a quell’epoca che tutti i bambini dovessero avere accesso all’educazione cattolica. Per questo motivo, fondarono la congregazione religiosa.
La loro straordinaria opera educativa attirò la gelosia di molte persone – anche all’interno della Chiesa –, che esercitarono pressioni e portarono a far sì che il Vescovo di Adelaide stabilisse la scomunica.
Mary rispose con obbedienza. Il Vescovo stesso la riaccolse nella comunione con la Chiesa prima della sua morte, riconoscendo con umiltà il suo grave errore.
Morì l’8 agosto 1909. Le sue figlie religiose continuano a vivere il suo spirito con il motto “Non lasciare mai una necessità senza fare qualcosa per porvi rimedio”.