Il Papa arriva in nave alla Giornata Mondiale della Gioventù
Due giorni di attesa per l’arrivo ufficiale di Benedetto XVI alla Giornata Mondiale della Gioventù sono sembrati un’eternità ai giovani pellegrini che si sono riuniti a Sydney per l’evento.
Tutto ciò ha portato a un crescendo di entusiasmo, esploso quando il Santo Padre è arrivato a Barangaroo per la cerimonia di benvenuto con i giovani nel pomeriggio (ora australiana) di questo giovedì.
Non appena è stato avvistato il gruppo di 13 imbarcazioni che componeva il seguito papale, le circa 500.000 persone presenti sulle spiagge e le strade di Sydney – tra pellegrini e residenti – hanno iniziato a gridare slogan come “Be-ne-det-to” e “Viva il Papa”.
Benedetto XVI si è imbarcato a Rose Bay, a East Sydney, dove è stato accolto dai rappresentanti aborigeni, e ha viaggiato sulla nave da crociera “Sydney 2000” Captain Cook intorno alla baia della città per poi arrivare a Barangaroo.
Dopo che il Papa è passato attraverso una guardia d’onore indigena sulla nave, acclamazioni entusiaste si sono levate da tutti i settori del porto in disuso di 22 ettari di East Darling Harbour.
Il Pontefice ha continuato a sorridere durante tutto il suo lungo discorso di benvenuto, nel quale ha ricordato alla folla, e a tutti coloro che osservavano il suo arrivo sui maxischermi disposti in vari punti della città, che nonostante la debolezza umana con l’aiuto e la forza dello Spirito Santo si può costruire un regno dell’amore.
“In molti modi gli Apostoli erano persone ordinarie”, ha osservato. “Nessuno poteva affermare di essere il discepolo perfetto. Avevano mancato di riconoscere Cristo, avevano dovuto vergognarsi della loro ambizione, lo avevano anche rinnegato”.
“E tuttavia, quando furono ripieni di Spirito Santo, furono trafitti dalla verità del Vangelo di Cristo e ispirati a proclamarlo senza timore”.
La storia più grande
Il Papa ha paragonato i religiosi e i sacerdoti giunti per primi sulle coste australiane – e in altre zone del Pacifico da Irlanda, Francia, Gran Bretagna, Belgio e altre parti d’Europa – agli Apostoli che, obbedienti al comandamento di Cristo, sono partiti per testimoniare “la storia più grande di tutti i tempi”.
Il Pontefice ha esortato i giovani a ottenere ispirazione guardando ai patroni della Giornata Mondiale della Gioventù 2008, inclusi la beata australiana Mary MacKillop, fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, e il beato Peter To Rot, martire di quella che oggi è la Papua Nuova Guinea.
Ha inoltre messo in guardia contro il relativismo, affermando che c’è “qualcosa di sinistro” che deriva dal fatto che la libertà e la tolleranza sono spesso separate dalla verità, a causa della nozione per cui non ci sono verità assolute capaci di guidare la vita.
Separate da ogni considerazione su ciò che è buono o vero, le esperienze possono portare non alla vera libertà, ma alla confusione morale o intellettuale, a un abbassamento degli standard, a una perdita di autostima e “persino alla disperazione”.
Il Papa ha affermato che la risposta ai problemi della vita e la libertà da questi si trovano in Cristo e nella sua Chiesa.
“Cristo offre di più!”, ha esclamato. “Anzi, offre tutto! Solo lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita. Così la ‘via’ che gli Apostoli recarono sino ai confini della terra è la vita in Cristo”.
“È la vita della Chiesa. E l’ingresso in questa vita, nella via cristiana, è il Battesimo”.
Secolarismo
Benedetto XVI ha anche affrontato il problema che ha identificato poco dopo l’annuncio che l’Australia avrebbe ospitato la Giornata Mondiale della Gioventù 2008: la natura sempre più secolarizzata della società australiana.
Anche se il secolarismo si presenta spesso come neutrale, imparziale e inclusivo di ciascuno, il Papa ha messo in guardia sul fatto che impone una visione del mondo.
“Se Dio è irrilevante nella vita pubblica, allora la società potrà essere plasmata secondo un’immagine priva di Dio”, ha detto.
Il Pontefice ha affermato che la preoccupazione per la non violenza, lo sviluppo sostenibile, la giustizia, la pace e la cura per l’ambiente, anche se di “vitale importanza”, non possono essere dissociati da “una profonda riflessione sull’innata dignità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale”.
Questa dignità, ha osservato, è conferita da Dio stesso ed è per questo inviolabile.
Benedetto XVI ha quindi esortato le migliaia di giovani a portare al mondo il messaggio per cui la libertà si trova nella verità e che questo è opera dello Spirito Santo, con la forza dei sacramenti della Chiesa.
Nuova missione
Michael Dooley, cattolico 28enne del Queensland (Australia), ha detto a ZENIT che grazie all’incontro con il Papa di questo giovedì sente una nuova chiamata alla missione.
“Nella Bibbia si dice che quando un sacerdote parla dovrebbe essere come se fossero parole di Dio”, ha constatato. “Sono certo che ciascuno di noi presenti a questo discorso oggi è stato profondamente toccato perché erano parole che provenivano dal vicario di Cristo”.
Durante l’incontro con il Papa sventolavano moltissime bandiere e mentre la papamobile percorreva l’ultimo tratto intorno all’Opera House fino alla Cattedrale di St. Mary sono stati intonati numerosi canti.
“E’ così confortante avere il Santo Padre tra noi”, ha detto Tani Watson, diciassettenne degli Stati Uniti. “E’ come avere il grande Padre che ci unisce tutti e che con la sua presenza mostra a noi giovani che siamo importanti e abbiamo valore”.