Il diritto del bambino di conoscere l’identità dei genitori biologici, e il nuovo concetto di “famiglia”
Si pensi solo alla disciplina del conflitto fra il diritto all’anonimato del donatore/donatrice di gameti e il diritto dei figli a conoscere i loro genitori biologici; ai rischi per la salute del figlio, derivanti proprio dall’anonimato del donatore, e quindi dall’impossibilità di una anamnesi completa; ancora, alla difficile “neutralità” della madre surrogata nel caso di affitto di utero, soprattutto nei casi in cui questa “madre” sia pure la donatrice dei gameti.
Pur rimanendo fermo il diritto inalienabile a conoscere le proprie origini, e quindi la paternità naturale, si comprende bene come la conseguente rivelazione della doppia paternità (o maternità) sarà devastante in quanto tutti gli equilibri affettivi vengono inesorabilmente minati all’interno della famiglia in cui il figlio cresce (per non parlare del forte squilibrio emotivo tra due coniugi, una genitrice biologica, l’altro no) e nei confronti del padre biologico, donatore del seme, o della madre donatrice dell’ovulo con i quali è sostanzialmente reciso ogni legame affettivo pur essendo costoro in vita e pur potendo un giorno essere chiamati in causa dal figlio.
In alcuni Paesi europei in cui già era stata introdotta la pratica dell’eterologa si è dovuto fare un passo indietro in relazione al diritto del bambino di conoscere l’identità dei genitori biologici; infatti in Gran Bretagna, Olanda, Norvegia e Svezia si è stabilito che l’anonimato non prevalga sulla volontà dei figli di conoscere la propria origine.
Come è possibile però cancellare il bisogno insopprimibile di sapere da dove si viene, di conoscere le proprie origini?
Tra l’altro la Corte è intervenuta anche sui tre commi dell’articolo 9, cancellando il comma 1 e 3, che prevedevano il divieto di disconoscimento della paternità da parte del coniuge o del convivente che hanno dato l’assenso alla PMA e la previsione che il donatore di gameti “non acquisisca alcuna relazione giuridica parentale con il nato”. Non è del tutto comprensibile se la Corte sia intervenuta su quest’articolo unicamente per cassare l’inciso che faceva riferimento al divieto di eterologa, ma il testo resta immutato nelle altre parti (cioè sul divieto di disconoscimento di paternità, sull’anonimato della madre e sull’anonimato del donatore, che non acquisisce nessuna relazione giuridico parentale con il nuovo nato), oppure abbia voluto proprio eliminare queste proibizioni ritenendole eccessive; in questo ultimo caso si viaggerebbe nel caos più totale, come se non esistesse affatto la legge!
Comunque il pronunciamento della Corte costituzionale è più ampio di quanto non si possa immaginare: concerne non solo la legittimazione della fecondazione eterologa ma altresì il riconoscimento di un rapporto giuridico trilaterale, quadrilaterale o finanche pentalaterale (nel caso di maternità surrogata) tra il nato, i genitori affettivi e quelli biologici.
Ciò comporterà una modifica della struttura della famiglia italiana, che da tempo viene attaccata sia da fazioni politiche che dalla stessa magistratura; s’imporrà, infatti, nei casi di fecondazione eterologa, la distinzione tra genitori che allevano il figlio (genitori affettivi) e genitori biologici, tali divenendo in forza della donazione di gameti.
Da questo momento in poi non sarà solo possibile la più semplice dazione di spermatozoi ma anche di ovuli e tra poco anche la “concessione d’uso di utero” (la maternità surrogata) i bambini che nasceranno potranno avere fino a due padri (quello biologico e quello affettivo) e tre madri, anche contemporaneamente (la madre datrice di ovulo, la concessionaria dell’utero che porta avanti la gravidanza e quella che concretamente alleva il pargolo). Difatti se è possibile concedere un proprio elemento sessuale (spermatozoo e ovulo), non si vede perché, allora, non si possa anche concedere l’uso dell’altrui utero per consentire la nascita di un figlio. Con la conseguenza che le figure genitoriali di riferimento potrebbero subire un raddoppio per il nascituro, per arrivare fino a tre madri!!!
Sembra paradossale, ma è un dramma concreto che subiranno i bambini in prima persona! Già la libertà di avere famiglie allargate sta devastando psico-fisicamente i bambini costretti a relazionarsi con molteplici figure educative, ora anche la scienza medica vuole aggravare tali condizioni fino ad istituzionalizzare più genitori, creando solo più confusione di quella che già esiste.