Il dialogo ecumenico tra cattolici e anglicani sulle questioni morali ha favorito il riavvicinamento
Il dialogo ecumenico è proseguito anche per le insopportabili divergenze su questioni morali tra comunità anglicane.
Nel 2003 la decisione della Chiesa Episcopaliana degli Stati Uniti di approvare la consacrazione di un Vescovo che intratteneva una relazione omosessuale, e l’adozione, da parte della Diocesi anglicana canadese di New Westminster, di un rito di benedizione pubblica per coppie omosessuali, suscitarono forti opposizioni in vari ambienti della Comunione Anglicana. Nell’ottobre del 2003, i Primati anglicani riuniti per esaminare la situazione, osservavano che si era giunti ad “un punto critico e cruciale nella vita della Comunione Anglicana”, notando che i recenti avvenimenti verificatisi nell’America del nord avevano messo a repentaglio il futuro della loro comunione. Essi chiesero pertanto all’Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, di istituire una commissione per esaminare e giudicare autorevolmente questioni suscettibili di ingenerare divisioni, ed esaminare la modalità di intervento per evitare ulteriori scissioni. L’Arcivescovo di Canterbury nell’ottobre 2003 fece visita a Papa Giovanni Paolo II e durante l’incontro venne chiaramente espressa la posizione cattolica di rifiuto, dal punto di vista morale e dal punto di vista ecclesiologico, delle decisioni prese nell’America del nord. A seguito della visita, ed una volta costituita la commissione richiesta dai prelati anglicani, la Lambeth Commission, l’Arcivescovo Williams espresse la volontà di continuare la discussione iniziata a Roma e chiese al Cardinale Walter Kasper, teologo e Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, di costituire una sotto-commissione anglicana-cattolica alla quale affidare il compito di riflettere sulle implicazioni ecclesiologiche della situazione della Comunione Anglicana. Nacque così la Commissione Internazionale Anglicana-Cattolica romana per l’unità e la missione (Iarccum), che approfondì il lavoro svolto sino ad allora e promosse la promulgazione del documento Windsor Report che pone dei punti fermi all’interno del clero anglicano quali: il rafforzamento del ruolo dell’Arcivescovo di Canterbury, in particolare nell’affrontare ogni situazione provinciale a nome della Comunione Anglicana e una sua maggiore valorizzazione all’interno della comunione anglicana, insieme alla limitazione dell’autonomia diocesana e provinciale per i limiti derivanti dagli impegni di comunione. Si stilò anche un documento sul ruolo di Maria nella vita e nella dottrina della Chiesa.