Dopo il «countdown», scatta la festa
Oggi con la Messa presieduta dal cardinale Pell il via ufficiale alla 23ª Gmg
Meno tre, meno due, meno uno. Mezzanotte. Le luci della Cattedrale di St. Mary si accendono all’improvviso e per la piccola grande folla di Hide Park finalmente è «World Youth Day». Il conto alla rovescia, l’ultimo di una giornata che in pratica è stata tutto un countdown, avviene davanti al portale d’ingresso della chiesa più importante d’Australia. Qui da diversi mesi un orologio digitale inserito in un arco con i colori e i simboli di Sydney 2008 contava i giorni che mancavano al più grande appuntamento della storia di questo Paese. Ora sul display campeggia uno zero rosso e grande che lo vedi anche a centinaia di metri di distanza. Da qualche secondo è già martedì 15 luglio, il primo dei sei giorni sui quali si snoda il programma della Giornata mondiale della gioventù. E la gioia può finalmente esplodere.
A dire il vero già dalle prime luci dell’alba di ieri Sydney è apparsa letteralmente cambiata, grazie alla pacifica invasione dei giovani. E gli uomini d’affari della City, tornando negli uffici dopo il fine settimana, hanno trovato un panorama completamente diverso. Strade piene di colori, voci, presenze di ogni parte del mondo.
Gruppi di ragazzi che scorrazzano pacificamente intonando le loro canzoni. Bandiere che neanche all’Onu se ne vedono tante, tutte insieme.
Perfino i quotidiani sembrano trasformati. Foto e titoli a tutta pagina per l’arrivo del Papa. «Viene a riaccendere il fuoco della fede» ( The Australian). «Aiuto, salva il mondo, Sydney» ( Morning Herald), «Pope love Sydney» ( Daily Telegraph) e naturalmente «Welcome» ( Sunday Telegraph).
Benvenuto, dunque. E il saluto della città si estende anche ai giovani pellegrini. «Non avevo mai visto una cosa del genere, neanche al tempo delle Olimpiadi», commenta Kevin, cameriere di uno dei tanti caffè e ristoranti che si affacciano su Circular Quai, la baia dove alle 10,30 arriva via mare la croce delle Giornate mondiali.
Il giorno di vigilia decolla proprio qui, in prossimità del molo tre, dove si consuma il primo momento di un’ininterrotta staffetta di eventi preparatori.
Ad attendere il Narrabeen, un traghetto verde e giallo come i colori tipici dell’Australia, sono diverse migliaia. C’è il vescovo ausiliare di Sydney, Julian Pohteous, ma soprattutto c’è un mappamondo di giovani dai più diversi Paesi. Avanzano a gruppi compatti, indossando le stesse magliette, che formano qua e là macchie di colore.
Bianca e rossa per i polacchi che sbarcano dalla nave insieme con i volontari del giro della croce. Grigia per alcuni francesi che intonano la «Marsigliese», mentre gli australiani rilanciano al grido di «aussie, aussie».
Blu, infine, quella degli americani del Colorado, con la scritta «witness», testimone, in bella evidenza. «Ognuno di noi può essere testimone di Cristo – spiega John Darrenville, un ragazzone che parla a nome del gruppo –. Siamo qui per dirlo a tutti i giovani che incontreremo».
E di incontri, infatti, la croce ne ha fatti in questi mesi. Anzi, continua a farli anche oggi, mentre il corteo sbarcato dalla nave si avvia lungo Pitt Street, la Piazza Affari di Sydney. Un gruppo di giovani manager, appena uscito da un grattacielo di uffici, si ferma a guardare.
«Incredibile, bellissimo spettacolo», commenta Nicole, che nel sorriso e nel taglio dei capelli biondi ricorda vagamente la Kidman, sua più famosa omonima. «Ma ci si può iscrivere ancora alla Gmg?», chiede una delle sue amiche. «Venite, c’è spazio per tutti», risponde una volontaria con la giacca gialla e rossa, che passando ha ascoltato la conversazione. E in effetti è così. Lo conferma anche Elisa Razzoli di Reggio Emilia, l’unica italiana che ha seguito la Croce da febbraio in poi. «Ho visto cose meravigliose. Miracoli della fede. E ho pregato che questo entusiasmo, questa gioia, questo amore per Cristo rimangano anche dopo la Gmg».
Già, la preghiera.
Sotto il cielo finalmente terso di Sydney si intreccia una autentica rete orante.
Da un capo all’altro della città. Da Paramatta, dove nella modernissima Cattedrale il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, celebra la Messa, fino all’Università Cattolica, sede dell’incontro degli studenti di tutto il mondo. Dall’Exibition Hall, dove 3 mila francesi festeggiano il 14 luglio, loro festa nazionale, partecipando alla Messa presieduta dal cardinale André Vingt-Trois, fino alla Cattedrale di St. Mary dove padre Thomas Rosica, già organizzatore della Gmg di Toronto, presiede una affollatissima veglia di preghiera in occasione della traslazione del beato Pier Giorgio Frassati.
La vigilia scorre in fretta verso il suo epilogo. E mentre sulla banchina di Barangaroo, sede dell’odierna Messa di apertura presieduta dal cardinale George Pell, e all’ippodromo di Randwick (dove si svolgeranno la veglia con il Papa e la Messa a finale) si continua a lavorare fino a tarda sera, all’imbrunire è la terrazza dell’Opera House affacciata sul porto a richiamare l’attenzione di tutti. Meno tre, meno due, meno uno, il primo ministro del Nuovo Galles del Sud, Morris Iemma, e il segretario generale della Gmg, il vescovo Anthony Fisher, scandiscono insieme il count down per l’accensione di uno dei piloni dell’Harbour Bridge.
C’è una gigantografia del Papa e sotto la scritta, «Benvenuto a tutto il mondo».
Da oggi, infatti, il mondo dei giovani è qui. E Sydney è la sua capitale.
Accendendosi, le luci della Cattedrale hanno dato un ideale «via» all’evento che per sei giorni farà di Sydney la capitale mondiale dei giovani Foto e titoli a tutta pagina anche sui giornali più «scettici».