Alcune testimonianze dalla GMG
Giulia Maria Gallo (Roma )
«Un ritorno da giorni fantastici non è mai facile ma questa volta c’è qualcosa di diverso. Se da una parte vorrei tornare indietro dall’altra sento che devo raccontare tutto quello che ho visto e cercare di coinvolgere il maggior numero di persone nell’entusiasmo che ho ricevuto io. Cosa sarà mai successo? Sono appena tornata dalla JMJ 2011! Io ero una di quelle milione di persone che fino a qualche giorno fa affollavano le strade di Madrid urlando a squarcia gola ESTA ES LA JUVENTUD DEL PAPA un grido che ci riempiva di orgoglio e felicità. La giornata mondiale della gioventù è stata un esperienza unica ed indimenticabile e guardandomi indietro mi sembra quasi impossibile aver potuto partecipare. Tutto è iniziato più di un anno fa, i genitori, i catechisti e i sacerdoti della mia parrocchia, San Ponziano a Roma, hanno cominciato a parlare di questo viaggio e noi ragazzi abbiamo accolto la notizia con entusiasmo, ma come si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e per molti di noi quel mare erano i soldi. Le nostre famiglie dovevano sobbarcarsi il peso di una spesa considerevole per un normale bilancio famigliare. Nel mio caso a partire eravamo in due, e nella mia famiglia composta da 5 persone è solo papà a lavorare. Ma il viaggio che si presentava davanti era qualcosa di imperdibile, un tour in pullman da Roma a Madrid, di 12 giorni, con varie soste: Avignone, Lourdes, Barcellona, Valencia, Madrid, Saragozza, Imperia. Così tutti noi, ragazzi e genitori, ci siamo rimboccati le maniche e in un anno in parrocchia abbiamo organizzato molte attività di autofinanziamento, dai concerti alle vendite di dolci e perfino una grande tombolata per l’epifania. Ciò ha abbassato considerevolmente le quote e ha dato la possibilità a molti di noi di partire. Ma questi sacrifici ne sono valsi la pena! Il 13 agosto, che tra l’altro è la festa della nostra parrocchia, il nostro gruppo composto da 47 giovani e tre sacerdoti e 4 catechisti è partito alle 7 di mattina, dopo aver celebrato la Messa e chiesto la benedizione al Signore per questo pellegrinaggio. Alle 21 dopo aver attraversato tutta l’Italia siamo arrivati in Francia ad Avignone e così giorno dopo giorno accorciavamo le distanze dalla nostra meta principale: la JMJ. Ogni singolo giorno è stato importantissimo, se da una parte eravamo già entusiasti per lo stare insieme, siamo rimasti sempre più colpiti dallo scoprire quanto fosse meraviglioso e importante pregare. Se dapprima vedevamo le Lodi, i Vespri, la Compieta, l’ Angelus, il Rosario e la Messa come ostacoli per il nostro divertimento ci siamo accorti che quelle erano delle parti essenziali per scoprire meglio come eravamo noi e come Dio fosse davvero in mezzo a noi, di come davvero ci vuole bene e ci guida nelle nostre scelte. Il momento di preghiera che ci ha toccato di più è stato il primo Rosario che abbiamo recitato a Lourdes, sulla sponda opposta alla grotta di Bernadette. Era mezzanotte e tutto era buio ma c’erano centinaia di persone che accendevano l’atmosfera con la luce delle candele e oltre a questo ad illuminare quella notte vi era lo scoprire la fede presente in ognuno di noi. Così tra i malati e i cosi detti sani, commossi anche noi, per le nostre fortune e la nostra piccolezza, quel Rosario si è inciso nei nostri ricordi. Questa è stata una tappa davvero importantissima nel nostro viaggio che non sarebbe stato possibile senza la Divina Provvidenza dalla nostra. Il nostro tour è stato caratterizzato da cori urlati nei momenti più impensabili e uno di questi era “PROVVIDENZA UNA DI NOI!” l’abbiamo sempre sentita vicina, infatti ogni nostra preghiera e necessità è stata ascoltata. Ci è stata data la possibilità di fare cose che non avremmo mai immaginato possibili, come le celebrazioni della Messa nella cappella del Sacro Graal, o in una chiesetta fuori Barcellona, costruita dal Gaudì e ancora nella cripta della cattedrale di Madrid. Inoltre, ci ha reso possibile, superare il caldo nei momenti più difficili e arrivare a Cuatro Vientos…. comodamente in autobus, mentre tanti gruppi hanno dovuto raggiungerlo a piedi».
Marco Solinas (Oristano)
E’ stata la mia prima JMJ e solo ricordarla mi trasmette ancora gioia. Non mi importava di quanti chilometri dovessimo fare al giorno o per quante ore dovessimo camminare: il mio unico obbiettivo era trovare Cristo e cercarlo dentro di me. Non avevo mai visto così tanti ragazzi radunati tutti nel suo nome, tutti con uno stesso scopo. Lo stesso Benedetto XVI si è detto stupito. Il pellegrinaggio sotto il sole è stato faticoso, tanto che speravamo che un po’ il cielo si annuvolasse, dato il troppo caldo! E’ come se qualcuno lassù ci avesse sentiti e la notte del 20, proprio mentre ci preparavamo a dormire sotto le stelle, “ricordo benissimo”, tuoni e lampi hanno accompagnato il vento e la pioggia. Nessuno se ne è andato!! Il Papa sorpreso ha visto che, nonostante tutto, noi eravamo ancora là, per pregare con lui nel nome del Signore. Ho conosciuto ragazzi provenienti da tutto il mondo, ho pregato, giocato e scherzato con loro. Eravamo felici di conoscerci, eravamo liberi da tutto e nonostante la stanchezza si dormiva molto poco ma si cantava sino all’alba. Resterà un’esperienza che mai dimenticherò, perché se sono partito con lo scopo di cercare il significato della vera fede…beh…ora l’ho trovato, perché la fede è salda dentro di me.
Michela e Mauro (Fiumicino)
E dopo Colonia 2005 eccomi qui presente insieme ad un altro milione e più di volti giovani a Madrid per incontrare Cristo, annunciarlo e testimoniarlo. Mentre a Colonia ero curiosa di conoscerlo e capire cosa volesse dire alla mia vita, a Madrid il Signore mi ha chiamato a condividere e a donarmi per donare Lui agli altri. In questi sei anni molte cose sono cambiate e maturate in me, primo fra tutti il mio rapporto con Dio. Rispetto al passato, ora sento Dio ogni giorno presente e vivo nella mia vita e soprattutto nella vita matrimoniale insieme a Mauro, mio marito, con certezza che la mia vita trova pienezza e senso solo nell’amare profondamente come Lui mi ama. Quando si riceve un dono così grande non si può tenerlo per sé, ma è bello ridonarlo e aiutare gli altri a scoprire la gioia piena e la felicità in Cristo, senza vergogna, come ha ribadito il Santo Padre durante la giornata mondiale della gioventù. La GMG di Madrid è stata veramente un avventura: disagio negli alloggi, difficoltà organizzative e malori di alcuni di noi, me compresa, a Cuatro Ventos, ma in tutto questo la stanchezza cedeva continuamente il posto alla gioia di stare insieme a fare festa con Cristo insieme ad un turbinio di giovani e bandiere di tutti i colori. Ho sentito la Chiesa viva, unita, l’ho vista e percepita in questo modo forse per la prima volta in vita mia: sentirsi davvero un unico Corpo che prega, balla, canta e fa festa. Vorrei gridare a tutti coloro che pensano alla Chiesa e a Cristo come a qualcosa di antico, statico e triste che la Chiesa è giovane, è in movimento ed è gioia, la gioia di fare comunità, di sapersi donare l’uno all’altro liberamente. Ringrazio infinitamente il Signore per questa esperienza, per le nuove amicizie che mi ha donato e per quelle più datate che il suo Spirito ha consolidato. Insieme a Mauro sono a Lui grata anche per la seconda piccola GMG che ci ha chiesto di vivere a Madrid.
Mentre tutti preparavano lo zaino per tornare casa arriva inaspettato il ricovero d’urgenza di Mauro per una forte colica renale. Inizialmente non capivo nulla, ero agitata, preoccupata e stanca. Solo pregare il Rosario in sala d’attesa dell’ospedale, in piena notte con P. Juan mi ha ridonato serenità e pace. Per questo imprevisto siamo rimasti altri dieci giorni a Madrid. Claudio e Francisco, che ringrazio di cuore, soro rimasti con noi qualche giorno, ma visto il protrarsi delle degenza sono dovuti rientrare anche loro. Il Signore però non ci ha lasciato soli, ci ha donato una splendida famiglia spagnola. Ci siamo sentiti accolti come figli, davvero amati pur non conoscendoci prima. Ringraziamo infinitamente Ana Maria che prima di tutti si è resa disponibile per noi, i suoi genitori e tutta la famiglia. E’ vivo in noi, novelli sposi, il loro esempio concreto di famiglia cristiana, la loro testimonianza sincera dell’amore di Cristo. Abbiamo compreso pienamente il significato di quella parole che tante volte il Beato Papa Giovanni Paolo II pronunciò a noi giovani: “Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”. Questa frase risuona forte e chiara nei nostri cuori e ve la doniamo perché anche voi possiate spalancare le vostre “porte” al prossimo.
Ester Filosa & Emanuela Licata Tiso
Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri.
“Buon giorno Pellegriniiii!!” È questa l’esclamazione che ogni mattina ci ha accompagnati, ricordandoci che eravamo lì per un unico scopo: l’Incontro con Dio!! Abbiamo sperimentato ciò ogni giorno in maniera diversa, con l’ascolto della parola, l’evangelizzazione e l’incontro con sorelle e fratelli che hanno consacrato la loro vita a Dio!!
In questi 12 giorni di pellegrinaggio abbiamo sperimentato come è bello stare con i fratelli e come è possibile anche tramite loro conoscere Dio e quanto la nostra fede serva da appoggio a quella degli altri.
Come ci ha ricordato il Santo Padre: “Non si può seguire Gesù da soli. Chi cede alla tentazione di andare “per conto suo” o di vivere la fede secondo la mentalità individualista, che predomina nella società, corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo.
Mentre dall’amicizia con Gesù nasce anche la spinta che conduce a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza”.
Effettivamente ci siamo resi conto di quanto siano veritiere queste parole..nell’evangelizzazione a Savona e nelle altre città è stato difficile dare testimonianza di questa fede, però anche in mezzo a contrarietà e sofferenze siamo stati animati da un grande spirito che ci ha dato la forza a continuare.
Un altro dono ricevuto è stato l’amore gratuito di un gruppo di sorelle giovanissime (età compresa tra i 17 e i 40) incontrate a Madrid. La loro missione quotidiana è ospitare il prossimo in qualunque situazione egli si trovi! Ciò che ci ha colpito, oltre alla felicità e alla serenità di queste suore, era il loro sguardo! Nel loro sguardo vedevi l’amore di Dio!! È difficile descrivere la sensazione di quei sguardi con le parole! Ti guardavano e ti sentivi ricolmo di Gioia, in estasi! L’atmosfera che si era creata era speciale,sembrava che il tempo si fosse fermato!! Non riuscivi nemmeno a guardarle per molto tempo di seguito perché ti trasmettevano un amore talmente forte al quale non siamo abituati e ci faceva stranissimo!! Ci siamo sentite riempire il cuore; il senso di vuoto, di incompletezza dentro di noi non vi era più! Le suore erano molto felici di essere state scelte da Dio come sue spose! Ricordiamo che una suora nella sua esperienza disse:”Da quando il Signore mi ha chiamato ad essere la sua sposa, da quando mi sento super amata da Dio, da quando sono in questo convento sono la donna più felice al mondo”! Dopo un pochino un’altra suora afferma: “La mia sorella ha detto una bugia, ha detto di essere la donna più felice del mondo, ma non è vero perché,in realtà, sono Io la donna più felice”!! Era impossibile dire quale tra tutte quelle suore fosse la più felice perchè tutte quante erano extra felici! Siamo tornate da questo pellegrinaggio con questa gioia nel Cuore, e con la voglia di donarla agli altri senza condizioni!!
Simona Pes (Oristano)
“Esta es la juventud del Papa!”- “Esta es la juventud del Papa!”. Questo il vero inno della GMG 2011 che per una settimana si sentiva rimbombare tra le strade di Madrid. Eccola la gioventù del Papa, giovani pronti a gridare a gran voce la propria fede, la voglia di seguire il Signore, da tutte le parti del Mondo, radicati in Cristo, saldi nella fede!
La mia prima GMG è stata una esperienza a dir poco “sconvolgente”, ancora dopo qualche giorno dal mio rientro trovo qualche difficoltà a riordinare i pensieri, i flashback, le sensazioni da pelle d’oca per tradurre tutto in parole! Le paure prima della partenza quasi oscuravano il classico entusiasmo da viaggio, ma ora ripensandoci sembrano solo delle banalità in confronto all’ondata di emozioni che mi ha investito per una settimana. L’avventura è iniziata il 14 agosto assieme ai miei 4 compagni di viaggio, catapultati dalla tranquilla e soleggiata parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Oristano, alla torrida, affollata e frenetica Madrid! Ci siamo uniti il giorno successivo al Movimento Giovanile dei Figli di Santa Maria Immacolata andando così a formare un gruppo di ben 60 persone provenienti da Fiumicino, Torino, Cagliari, Cile e Argentina, tutte pronte a mettersi in marcia sia fisicamente che spiritualmente verso Cristo! “Gonfia il materassino”, “sistema il sacco a pelo”, “sposta la valigia”..”ehi dov’è finito il mio cuscino??”, “prendi la chitarra che cantiamo un pò”..”oh no sta russando!!”, “ragazzi alle 8 meno un quarto domani super puntuali per le lodi eh, non voglio svegliare nessuno”, queste le tante e tante altre frasi che porterò nel cuore, insieme sicuramente alle catechesi mattutine con tanti altri giovani italiani, l’arrivo del Papa in Plaza De Cibeles e noi sul prato circondati da visi americani, tedeschi, cinesi, francesi, brasiliani, argentini, da tutto il mondo che a gran voce con il linguaggio universale che Dio ci ha insegnato, pregavamo, cantavamo, urlavamo! Tutto questo voglio portare nel mio cuore per sempre, gli occhi di Paolo preso in spalle che agita le braccia e mi guarda cantando e ridendo anche lui; le melodie delle chitarre al centro del cerchio che danno il ritmo ad una danza senza tempo, senza frontiere, senza differenze; le mani di mille colori al cielo come l’arcobaleno da un orizzonte all’altro e soprattutto i momenti di preghiera, di spiritualità, di dialogo con Dio, la via Crucis! Ma l’istante che probabilmente rimarrà impresso, come se fossi stata marchiata a fuoco, è sicuramente la tempesta della notte della veglia a Cuatro Vientos. Per qualcuno probabilmente è un evento senza significato e invece per me è stato come un lampo a ciel sereno..anche se in effetti il cielo era nerissimo! Beh, ragazzi..vedere lampi e tuoni all’orizzonte, uno spettacolo terrificante, soprattutto per una paurosa come me, ma i miei compagni sono stati formidabili e non solo loro! Aperti gli occhi, che ovviamente tenevo chiusi stando al riparo sotto il telo, lo scenario era diverso da come lo avessi potuto immaginare! Giovani, giovani e giovani che continuavano a ballare e cantare, anche se zuppi d’acqua, inni a Cristo! La loro fede era palpabile, il Signore era lì in mezzo a noi e io lo sentivo! Questa è la vera chiesa in cui noi tutti crediamo e che vogliamo testimoniare a gran voce spinti con forza dal grande amore per Cristo!
Un grazie speciale a tutti i miei compagni pellegrini che hanno, senza paura, manifestato la loro conoscenza e amore per il Signore, facendomi capire che non esiste alcun timore nel diventare “sui apostoli nel ventunesimo secolo e messaggeri della sua gioia”.
Paolo
Ogni giornata mondiale dei giovani è un pellegrinaggio, un susseguirsi di tappe di mete e di eventi che ti segnano il cuore.
Io sono Paolo, un giovane di 28 anni, che ha già partecipato a tre GMG: Colonia (2005), Sidney (2008) e Madrid (2010); ognuno mi ha lasciato qualcosa. A distanza di tempo mettendo insieme tutti questi segni e guardandoli dall’alto intravedo le tante meraviglie che il Signore ha compiuto nella mia vita e quindi il volto di Dio.
Tutto questo non può che farmi gioire perché mi fa vedere il Paolo che ero prima di incontrare Cristo e il Paolo dopo averLo incontrato; è come guardare una trasformazione efficace, lenta ma evidente. Al contempo cerco di esternare questa gioia a chiunque incontro, soprattutto ai giovani.
L’ultima GMG, quella di Madrid, la paragono a un bellissimo mosaico dove sono presenti vari colori; si perché come in tutti i pellegrinaggi ci cono stati sia gioie che dolori. Io vedo la GMG come un riassunto in pochi giorni della vita di ogni uomo; ad ogni tappa si possono presentare degli inconvenienti lungo il tragitto, o avere delle incomprensioni con il compagno di viaggio. In questo possiamo sperimentare e mettere in pratica ciò che ci insegna Gesù: il perdono all’altro e accettare tutto quello che accade con gioia.
Io posso testimoniare che, mettendomi alla prova, Dio si fida di me; perché dico questo? Perché mi dà la possibilità nella mia piccolezza di annunciarlo ad altri senza paura. A Madrid parlando di Lui con dei giovani, sentivo che mi sosteneva nel discorso che stavo facendo a loro.
A tal proposito mi viene in mente un pensiero espresso da Monsignor Crociata durante la terza catechesi del 19 agosto (Madrid):
«Quando annunciamo il Signore, non siamo noi che arriviamo, ma è Lui che tocca il cuore della persone con cui stiamo interloquendo».
Dell’esperienza tutta di Madrid, ciò che porto sempre nella mia mente è il momento dell’adorazione eucaristica con il Santo Padre; ho scoperto la potenza di questa ostia, di questa particola: lì c’è Gesù, l’attore dell’azione cristiana, colui che è sempre nel tabernacolo che ci attende senza farci fretta e ascolta tutte le nostre ansie, colui dal quale esce quella forza MISSIONARIA necessaria per prenderci cura di chi ci sta accanto…anche dei più lontani!
Infine, desidero tanto che tutti i giovani siciliani, italiani, insomma di tutto il mondo possano vivere la fortissima esperienza della GMG…!