Meditazioni del 5 maggio 2014
Invochiamo la Madonna e, attraverso di Lei, lo Spirito Santo. Lo Spirito che, investendo misteriosamente la sua carne, le ha permesso di partorire Dio nel tempo come uomo. Chi può essere più caro alla nostra vita se non quell’Uomo partorito da quella donna di nome Maria, tutta investita dalla presenza dello Spirito Santo? E se invochiamo la Madonna e lo Spirito Santo, possiamo essere certi che tutta la loro iniziativa su di noi non potrà essere per meno di Colui che la Madonna ha partorito nella forza vivificante dello Spirito Santo. Alla mamma non possiamo chiedere qualcosa di meno o di diverso da suo figlio, qualcosa che assomigli a suo figlio. Alla santissima mamma possiamo solo chiedere il figlio, quel figlio, quella presenza, Gesù. E la mamma è sempre sicura mediatrice tra la nostra supplica e la presenza di Gesù. Proprio a Lei, nella forza dello Spirito Santo, domandiamo che la nostra vita non sia mai meno del desiderio di Lui. Che la Sua presenza risulti in noi come ciò che abbiamo di più caro, come la presenza che decide di tutta la nostra vita in ogni suo istante (Nicolino Pompei, Quello che abbiamo di più caro è Cristo stesso).
Accogliendo l’appello che Papa Francesco ha rivolto ieri a tutta la Chiesa, affidiamo alla Madonna la grave situazione dell’Ucraina e preghiamo perché “il Signore infonda nei cuori di tutti sentimenti di pacificazione e di fratellanza. Preghiamo anche per i defunti a causa dell’enorme frana che si è abbattuta due giorni fa su un villaggio dell’Afghanistan. Dio Onnipotente, che conosce il nome di ognuno di loro, accolga tutti nella sua pace; e dia ai superstiti la forza di andare avanti, con il sostegno di quanti si adopereranno per alleviare le loro sofferenze”. Continuiamo a pregare per la famiglia del nostro carissimo amico Paul Bhatti e per tutti i cristiani che in Pakistan, in Siria e in tante parti del mondo soffrono violenze e persecuzioni. Preghiamo per tutte le persone malate ed in particolare per la nostra carissima Alessandra, che domani sarà operata, per Argeo, Debora, Francesco, Isabella, Luca e Mario. Preghiamo i nostri carissimi amici Adriano, Camilian, Giacomina, Gianluca e Rita, di cui in questi giorni ricorre l’anniversario della morte. Affidiamo alla Divina Misericordia Alessandra, che ieri è tornata alla Casa del Padre, e preghiamo per sua figlia Marta e per tutta la loro famiglia.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Il Vangelo della risurrezione di Gesù Cristo incomincia con il cammino delle donne verso il sepolcro, all’alba del giorno dopo il sabato. Esse vanno alla tomba, per onorare il corpo del Signore, ma la trovano aperta e vuota. Un angelo potente dice loro: «Voi non abbiate paura!», e ordina di andare a portare la notizia ai discepoli: «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea». Le donne corrono via subito, e lungo la strada Gesù stesso si fa loro incontro e dice: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» […] La Galilea è il luogo della prima chiamata, dove tutto era iniziato! Tornare là, tornare al luogo della prima chiamata. Sulla riva del lago Gesù era passato, mentre i pescatori stavano sistemando le reti. Li aveva chiamati, e loro avevano lasciato tutto e lo avevano seguito. Ritornare in Galilea vuol dire rileggere tutto a partire dalla croce e dalla vittoria; senza paura, “non temete”. Rileggere tutto – la predicazione, i miracoli, la nuova comunità, gli entusiasmi e le defezioni, fino al tradimento – rileggere tutto a partire dalla fine, che è un nuovo inizio, da questo supremo atto d’amore (Papa Francesco, Omelia del 19.04.14)
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Anche per ognuno di noi c’è una “Galilea” all’origine del cammino con Gesù. […] Nella vita del cristiano, dopo il Battesimo, c’è anche un’altra “Galilea”, una “Galilea” più esistenziale: l’esperienza dell’incontro personale con Gesù Cristo, che mi ha chiamato a seguirlo e a partecipare alla sua missione. In questo senso, tornare in Galilea significa custodire nel cuore la memoria viva di questa chiamata, quando Gesù è passato sulla mia strada, mi ha guardato con misericordia, mi ha chiesto di seguirlo; tornare in Galilea significa recuperare la memoria di quel momento in cui i suoi occhi si sono incrociati con i miei, il momento in cui mi ha fatto sentire che mi amava. Oggi, in questa notte, ognuno di noi può domandarsi: qual è la mia Galilea? Si tratta di fare memoria, andare indietro col ricordo. Dov’è la mia Galilea? La ricordo? L’ho dimenticata? Cercala e la troverai! Lì ti aspetta il Signore (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
I teologi antichi dicevano: l’anima è una specie di barca a vela, lo Spirito Santo è il vento che soffia nella vela per farla andare avanti, gli impulsi e le spinte del vento sono i doni dello Spirito. Senza la sua spinta, senza la sua grazia, noi non andiamo avanti. Lo Spirito Santo ci fa entrare nel mistero del Dio vivente e ci salva dal pericolo di una Chiesa gnostica e di una Chiesa autoreferenziale, chiusa nel suo recinto; ci spinge ad aprire le porte per uscire, per annunciare e testimoniare la vita buona del Vangelo, per comunicare la gioia della fede, dell’incontro con Cristo. Lo Spirito Santo è l’anima della missione (Papa Francesco, Omelia del 19.05.13).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
Vergine e Madre Maria, / tu che, mossa dallo Spirito Santo, / hai accolto il Verbo della vita / nella profondità della tua umile fede, / totalmente donata all’Eterno, / aiutaci a dire il nostro “sì”/ nell’urgenza più imperiosa che mai, / di far risuonare la Buona Notizia di Gesù. […] / Ottienici ora un nuovo ardore di risorti / per portare a tutti il Vangelo della vita / che vince la morte. / Dacci la santa audacia di cercare nuove strade / perché giunga a tutti / il dono della bellezza che non si spegne (Papa Francesco, Evangelii gaudium).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria coronata Regina
Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, / madre dell’Amore, sposa delle nozze eterne, / intercedi per la Chiesa, della quale sei icona purissima, / perché mai si rinchiuda e mai si fermi / nella sua passione per instaurare il Regno. / Stella della nuova evangelizzazione, / aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, / del servizio, della fede ardente e generosa, / della giustizia e dell’amore verso i poveri, / perché la gioia del Vangelo / giunga sino ai confini della terra / e nessuna periferia sia priva della sua luce (Ibi).