Meditazioni del 31 marzo 2008
Solennità dell’Annunciazione
Si celebra oggi la Solennità dell’Annunciazione. Normalmente viviamo questa festa il 25 marzo, ma quest’anno, capitando nell’ottava di Pasqua, è stata posticipata ad oggi.
Ci lasciamo introdurre alla preghiera di questa sera dall’esortazione “Respice Stellam” di San Bernardo a noi carissima:
“O tu, chiunque sia,
che ti avvedi di essere in balìa
dei flutti di questo mondo,
tra burrasche e tempeste,
invece di camminare sulla terra,
non distogliere gli occhi
dallo splendore di questa Stella,
se non vuoi essere travolto dalle tempeste.
Se insorgono i venti delle tentazioni,
se ti imbatti negli scogli delle tribolazioni,
guarda la Stella, invoca Maria.
Se sei sbattuto dalle onde della superbia,
dell’ambizione, della maldicenza, dell’invidia:
guarda la Stella, invoca Maria.
Se l’ira, o l’avarizia, o le lusinghe della carne
scuotono la navicella dell’anima: guarda a Maria.
Se tu, turbato dall’enormità dei peccati,
confuso per la bruttura della tua coscienza,
spaventato per il rigore del giudizio,
incominci ad essere inghiottito
dal baratro della tristezza,
dall’abisso della disperazione: pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle difficoltà, nelle incertezze,
pensa a Maria, invoca Maria.
Ella non si allontani mai dalla tua bocca,
non si allontani mai dal tuo cuore;
e perché tu abbia ad ottenere
l’aiuto della sua preghiera,
non dimenticare mai di seguire
l’esempio della sua vita.
Seguendola, non uscirai di strada;
pregandola, non dispererai;
pensando a Lei, non cadrai in errore.
Se Lei ti sorregge, non cadi;
se Lei ti protegge, non hai da temere;
se Lei ti guida, non ti affaticherai;
se Lei ti è favorevole, giungerai alla mèta.
Attraverso l’intercessione di Maria, invochiamo lo Spirito Santo.
Affidiamo alla Madonna la nostra Compagnia, Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore.
I MISTERI DEL SANTO ROSARIO
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’Angelo a Maria
Santa Maria, tu appartenevi a quelle anime umili e grandi in Israele che, come Simeone, aspettavano «il conforto d’Israele» e attendevano, come Anna, «la redenzione di Gerusalemme». Tu vivevi in intimo contatto con le Sacre Scritture di Israele, che parlavano della speranza – della promessa fatta ad Abramo ed alla sua discendenza. Così comprendiamo il santo timore che ti assalì, quando l’angelo del Signore entrò nella tua camera e ti disse che tu avresti dato alla luce Colui che era la speranza di Israele e l’attesa del mondo. Per mezzo tuo, attraverso il tuo «sì», la speranza dei millenni doveva diventare realtà, entrare in questo mondo e nella sua storia. Tu ti sei inchinata davanti alla grandezza di questo compito e hai detto «sì»: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Spe Salvi, n 50).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Quando piena di santa gioia attraversasti in fretta i monti della Giudea per raggiungere la tua parente Elisabetta, diventasti l’immagine della futura Chiesa che, nel suo seno, porta la speranza del mondo attraverso i monti della storia. Ma accanto alla gioia che, nel tuo Magnificat, con le parole e col canto hai diffuso nei secoli, conoscevi pure le affermazioni oscure dei profeti sulla sofferenza del servo di Dio in questo mondo (Ibi).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù a Betlemme
Sulla nascita nella stalla di Betlemme brillò lo splendore degli angeli che portavano la buona novella ai pastori, ma al tempo stesso la povertà di Dio in questo mondo fu fin troppo sperimentabile (Ibi).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Il vecchio Simeone ti parlò della spada che avrebbe trafitto il tuo cuore, del segno di contraddizione che il tuo Figlio sarebbe stato in questo mondo. Quando poi cominciò l’attività pubblica di Gesù, dovesti farti da parte, affinché potesse crescere la nuova famiglia, per la cui costituzione Egli era venuto e che avrebbe dovuto svilupparsi con l’apporto di coloro che avrebbero ascoltato e osservato la sua parola. Nonostante tutta la grandezza e la gioia del primo avvio dell’attività di Gesù tu, già nella sinagoga di Nazaret, dovesti sperimentare la verità della parola sul «segno di contraddizione». Così hai visto il crescente potere dell’ostilità e del rifiuto che progressivamente andava affermandosi intorno a Gesù fino all’ora della croce, in cui dovesti vedere il Salvatore del mondo, l’erede di Davide, il Figlio di Dio morire come un fallito, esposto allo scherno, tra i delinquenti. Accogliesti allora la parola: «Donna, ecco il tuo figlio!». Dalla croce ricevesti una nuova missione. A partire dalla croce diventasti madre in una maniera nuova: madre di tutti coloro che vogliono credere nel tuo Figlio Gesù e seguirlo. La spada del dolore trafisse il tuo cuore. Era morta la speranza? Il mondo era rimasto definitivamente senza luce, la vita senza meta? In quell’ora, probabilmente, nel tuo intimo avrai ascoltato nuovamente la parola dell’angelo, con cui aveva risposto al tuo timore nel momento dell’annunciazione: «Non temere, Maria!». Quante volte il Signore, il tuo Figlio, aveva detto la stessa cosa ai suoi discepoli: Non temete! Nella notte del Golgota, tu sentisti nuovamente questa parola. Ai suoi discepoli, prima dell’ora del tradimento, Egli aveva detto: «Abbiate coraggio! Io ho vinto il mondo». «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore». «Non temere, Maria!» Nell’ora di Nazaret l’angelo ti aveva detto anche: «Il suo regno non avrà fine». Era forse finito prima di cominciare? No, presso la croce, in base alla parola stessa di Gesù, tu eri diventata madre dei credenti (Ibi).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù fra i dottori nel tempio
In questa fede, che anche nel buio del Sabato Santo era certezza della speranza, sei andata incontro al mattino di Pasqua. La gioia della risurrezione ha toccato il tuo cuore e ti ha unito in modo nuovo ai discepoli, destinati a diventare famiglia di Gesù mediante la fede. Così tu fosti in mezzo alla comunità dei credenti, che nei giorni dopo l’Ascensione pregavano unanimemente per il dono dello Spirito Santo e lo ricevettero nel giorno di Pentecoste. Il «regno» di Gesù era diverso da come gli uomini avevano potuto immaginarlo. Questo «regno» iniziava in quell’ora e non avrebbe avuto mai fine. Così tu rimani in mezzo ai discepoli come la loro Madre, come Madre della speranza. Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra, insegnaci a credere, sperare ed amare con te. Indicaci la via verso il suo regno! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino! (Ibi)