Meditazioni del 29 settembre 2008
Festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele
“Lo Spirito Santo sostenga e sorregga il cuore ad essere se stesso secondo la sua natura, cioè esigenza di ed attesa di tutto, del Tutto. Sorregga e renda stabile il nostro cuore all’accoglienza continua di ciò che è decisivo per la vita e che forma proprio tutto il suo desiderio. Ciò di cui non siamo capaci mai, ma di cui siamo e dobbiamo essere domanda e attesa sempre”.
INVOCAZIONE DELLO SPIRITO SANTO
Nel giorno in cui la Chiesa celebra la loro festa chiediamo ai Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele di custodire e accompagnare il cammino della nostra Compagnia.
Affidiamo alla Madonna Nicolino e le intenzioni del suo cuore. In particolare preghiamo per i nostri carissimi amici Loredana e Vincenzo, Elisa e Jeffrey che nei prossimi giorni celebreranno il Sacramento del loro Matrimonio e per tutti i nostri cari malati nel corpo e nello spirito.
(Tutte le meditazioni sono tratte dall’intervento di Nicolino Pompei, Caritas Christi urget nos, in Atti del Convegno Fides Vita 2006).
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
… La spoliazione di se stesso e l’accadere come Uomo non significa togliersi la natura divina, cessare di essere Dio, ma è il documento sconvolgente del suo Mistero di Amore che in Gesù assume la natura umana soggetta alla sofferenza, al dolore, ai patimenti e alla morte. Che nella carne di Gesù assume tutta l’infamia del peccato e delle sue conseguenze sull’uomo, fino a morire, solo per Amore e solo vantaggio della salvezza di ogni uomo …
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
… L’Amore di Cristo è tutta la sconvolgente manifestazione, nella carne di un Uomo, dell’Amore di Dio per ogni uomo, dell’Amore che si lascia abbattere da ciò da cui siamo sempre battuti e abbattuti, per rialzarci e risollevarci al livello dell’Infinito da cui siamo creati e di cui siamo immagine e somiglianza…
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
… In Cristo Gesù l’Amore di Dio, il suo essere Misericordia, accade in un Uomo. Accade e si rivela come Uomo: ha lo sguardo di un Uomo, ha l’abbraccio di un Uomo che va incontro al figlio perduto, confuso, sconfitto, abbandonato a se stesso; ha la presenza umana di un Uomo che si riversa commosso sull’umano caduto e sconfitto, senza forza e direzione. E soprattutto ha lo sconvolgente documento di un Uomo che ama sino a consegnarsi alla morte, a morire della morte che non conosce, non può conoscere, perché è Dio. Perché? Solo per Amore dell’uomo che muore e a vantaggio della salvezza dell’uomo che muore…
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
… Un Amore che si rivela come Amore che ci ama sino alla pietà e allo struggimento per il nostro umano straziato, disintegrato dalla sofferenza a causa del male e della nostra empietà ostinata. Un Amore così coinvolto con l’umano afflitto, atterrito e sotterrato dalla morte da consegnare se stesso gratuitamente e liberamente alla morte, e alla morte di croce. Un Amore che si consegna all’amato sino a morire per dissotterrare, rialzare, rimettere in piedi e in cammino la vita di ognuno…
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
… Cristo crocifisso diventa, squarciato nella sua carne fino alla morte, diventa il documento inaudito dell’Essere di Dio: Dio è Misericordia. Amore, solo Amore, Amore mosso e commosso della miseria che siamo. “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Nella carne di Cristo crocifisso c’è “quel volgersi di Dio contro se stesso”… che per Amore, puro e assoluto Amore, assume tutto quello che di misero, marcio e mortale affligge l’uomo e da cui l’uomo stesso si lascia affliggere e sprofondare; affinché, liberato dal giogo del male, sempre riprenda a camminare dentro la vita, dentro ad ogni istante della sua vita; incessantemente riammesso, dentro ad ogni passo terreno, al suo compimento definitivo nella vita eterna: suo vero destino…