Meditazioni del 23 marzo 2009
Noi non siamo qui e in Compagnia solo per il fatto di aver incontrato Cristo, ma per continuare ad incontrarlo. O meglio, per lasciarci incontrare ed investire dalla sua Presenza. La nostra adesione alla Compagnia, al cammino della nostra Compagnia, segnato da gesti, incontri, dialogo e approfondimento, preghiera, lavoro, educazione… è solo perché la vita sia segnata ed investita incessantemente e radicalmente dalla sua Presenza come Avvenimento determinante e decisivo. Anche il continuo richiamo all’Amicizia è fondato proprio sulla tensione a riconoscerci reciprocamente e a corrisponderci per la memoria di Cristo presente. Per la presenza di Cristo affermata negli istanti e i momenti dentro cui la vita si svolge quotidianamente. Per lasciarci incontrare da Cristo e per la continua esperienza della sua Presenza e del suo Amore, che incessantemente mendica la nostra libertà e il nostro cedimento. Il nostro cammino è una modalità e un’esperienza della vita e della comunione della Chiesa in cui Cristo vive e salva. E la nostra comunione è la modalità e il segno attraverso cui “la Vita che ha distrutto la morte, l’Amore che ha lavato il peccato, Cristo risorto dai morti” si rende presente per assumere ed assimilare anche noi dentro questa inaudita esperienza¹.
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel Santo Rosario di questa sera preghiamo per Nicolino e per tutte le intenzioni del suo cuore. In particolare preghiamo per Silvia, di cui domani sarà celebrato il funerale, e per i suoi familiari.
I MISTERI DEL SANTO ROSARIO
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Gesù, entrando in una città chiamata Nain, si imbatte con una donna vedova che segue, straziata dal dolore, il feretro del suo unico figlio. Di questo incontro viene riportato, seppur in maniera brevissima, qualcosa che ci costringe il cuore e lo sguardo: “Gesù appena la vide pianse, si commosse”. In latino viene usata l’affermazione: misericordia motus super eam…, ebbe un moto di compassione, di pietà fino alle lacrime per lei; un sentimento intenso di amore fino alle lacrime, fino alla commozione, fino allo struggimento verso quella donna straziata dal dolore.
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
È il prorompere dell’Infinito Amore di Dio a noi, del folle ed inconcepibile Amore di Dio che si china e si coinvolge con l’intera vicenda umana e che si attesta nella nostra vita nella presenza umana di Gesù e nel modo di questa sua presenza. È certamente uno di quei momenti in cui sorprendere la rivelazione dello sconvolgente e inaudito Amore di Dio per ciascuno di noi.
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Un Amore che si dimostra coinvolto con noi fin dentro le minime fessure del nostro umano straziato dal dolore e dal male, e sino alla commozione per questo umano. Un Amore che si rivela come Amore che ci ama sino alla pietà e allo struggimento per il nostro umano straziato, disintegrato dalla sofferenza a causa del male e della nostra empietà ostinata.
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Un Amore così coinvolto con l’umano afflitto, atterrito e sotterrato dalla morte da consegnare se stesso gratuitamente e liberamente alla morte, e alla morte di croce.
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Un Amore che si consegna all’amato sino a morire per dissotterrare, rialzare, rimettere in piedi e in cammino la vita di ognuno, al pari di quella del giovinetto, di quel figlio che resuscita e che restituisce alla madre, come la nostra vita alla Vita nel Padre. Amore inaudito.