Meditazioni del 21 aprile 2008
Siamo davanti al Signore consapevoli di tutta la nostra fragilità e di tutta la nostra infedeltà, ma ancor più certi della Sua presenza, della Misericordia, della Sua fedeltà. Questa certezza è la nostra gioia e la nostra forza.
Alla materna protezione della Madonna e alla sua sicura intercessione affidiamo particolarmente Silvia, Gabriel e Simona¹. Nel quarto anniversario della sua morte, preghiamo anche per Leyra e per i suoi familiari.
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Per comprendere la missione della Chiesa dobbiamo tornare nel Cenacolo dove i discepoli restarono insieme, pregando con Maria, la “Madre”, in attesa dello Spirito promesso. A quest’icona della Chiesa nascente ogni comunità cristiana deve costantemente ispirarsi. La fecondità apostolica e missionaria non è principalmente il risultato di programmi e metodi pastorali sapientemente elaborati ed “efficienti”, ma è frutto dell’incessante preghiera comunitaria. L’efficacia della missione presuppone, inoltre, che le comunità siano unite, abbiano cioè «un cuore solo e un’anima sola», e siano disposte a testimoniare l’amore e la gioia che lo Spirito Santo infonde nei cuori dei fedeli. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II ebbe a scrivere che prima di essere azione, la missione della Chiesa è testimonianza e irradiazione. Così avveniva all’inizio del cristianesimo, quando i pagani, scrive Tertulliano, si convertivano vedendo l’amore che regnava tra i cristiani: «Vedi – dicono – come si amano tra loro» (Benedetto XVI – Messaggio per la XXVIII GMG).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Poco prima della sua ascensione, Gesù disse ai discepoli: «Manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso». Ciò si realizzò nel giorno della Pentecoste, quando essi erano riuniti in preghiera nel Cenacolo con la Vergine Maria (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli Apostoli, rivestendoli di una forza che li rese audaci nell’annunciare senza paura: «Cristo è morto e risuscitato!». Liberi da ogni timore essi iniziarono a parlare con franchezza. Da pescatori intimoriti erano diventati araldi coraggiosi del Vangelo. Persino i loro nemici non riuscivano a capire come mai uomini «senza istruzione e popolani» fossero in grado di mostrare un simile coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze e le persecuzioni con gioia. Niente poteva fermarli. A coloro che cercavano di ridurli al silenzio rispondevano: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Così nacque la Chiesa, che dal giorno della Pentecoste non ha cessato di irradiare la Buona Novella «fino agli estremi confini della terra» (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo Maria che viene assunta in cielo
Assunta in cielo, Maria non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più vicina e la sua luce si proietta sulla nostra vita e sulla storia dell’intera umanità. Attratti dal fulgore celeste della Madre del Redentore, ricorriamo con fiducia a Colei che dall’alto ci guarda e ci protegge. Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza. E per poter condividere un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino, imitiamola ora nella docile sequela di Cristo e nel generoso servizio dei fratelli. È questo l’unico modo per pregustare, già nel nostro pellegrinaggio terreno, la gioia e la pace che vive in pienezza chi giunge alla meta immortale del Paradiso (Benedetto XVI – Angelus 15.08.08).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata regina
Insegnaci, Maria, a credere, a sperare e ad amare con Te; indicaci la via che conduce alla pace, la via verso il regno di Gesù. Tu, Stella della speranza, che trepidante ci attendi nella luce intramontabile dell’eterna Patria, brilla su di noi e guidaci nelle vicende di ogni giorno, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen! (Benedetto XV – Discorso 08.12.07).
Affidando il nostro Movimento alla Madonna, chiediamo a Lei di custodire particolarmente Nicolino