Meditazioni del 18 febbraio 2008
Iniziamo l’Affidamento di questa sera domandando che il cuore di ciascuno di noi sia come quello della donna cananea che va da Gesù spinta dal suo bisogno e certa della Risposta che non solo Lui le avrebbe dato, ma che Lui stesso era. Domandiamo il cuore della Samaritana che subito riconosce che Gesù è un profeta e senza più resistenza Gli apre il suo feritissimo cuore e corre ad annunciare a tutti che ha trovato il Messia, l’Atteso.
Lo Spirito Santo sostenga e sorregga il nostro cuore ad essere se stesso secondo la sua natura, cioè esigenza ed attesa di tutto, del Tutto. Lo Spirito Santo sorregga e renda stabile il nostro cuore all’accoglienza continua di Cristo nella nostra vita.
Vieni, Santo Spirito…
Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra, a te raccomandiamo particolarmente tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Sotto la tua protezione poniamo la nostra Compagnia e Nicolino, affidando le sue intenzioni alla tua materna e potente intercessione.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
… La spoliazione di se stesso e l’accadere come Uomo non significa togliersi la natura divina, cessare di essere Dio, ma è il documento sconvolgente del suo Mistero di Amore che in Gesù assume la natura umana soggetta alla sofferenza, al dolore, ai patimenti e alla morte. Che nella carne di Gesù assume tutta l’infamia del peccato e delle sue conseguenze sull’uomo, fino a morire, solo per Amore e solo vantaggio della salvezza di ogni uomo…
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
… L’Amore di Cristo è tutta la sconvolgente manifestazione, nella carne di un Uomo, dell’Amore di Dio per ogni uomo, dell’Amore che si lascia abbattere da ciò da cui siamo sempre battuti e abbattuti, per rialzarci e risollevarci al livello dell’Infinito da cui siamo creati e di cui siamo immagine e somiglianza…
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
… In Cristo Gesù l’Amore di Dio, il suo essere Misericordia, accade in un Uomo. Accade e si rivela come Uomo: ha lo sguardo di un Uomo, ha l’abbraccio di un Uomo che va incontro al figlio perduto, confuso, sconfitto, abbandonato a se stesso; ha la presenza umana di un Uomo che si riversa commosso sull’umano caduto e sconfitto, senza forza e direzione. E soprattutto ha lo sconvolgente documento di un Uomo che ama sino a consegnarsi alla morte, a morire della morte che non conosce, non può conoscere, perché è Dio. Perché? Solo per Amore dell’uomo che muore e a vantaggio della salvezza dell’uomo che muore…
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
… Un Amore che si rivela come Amore che ci ama sino alla pietà e allo struggimento per il nostro umano straziato, disintegrato dalla sofferenza a causa del male e della nostra empietà ostinata. Un Amore così coinvolto con l’umano afflitto, atterrito e sotterrato dalla morte da consegnare se stesso gratuitamente e liberamente alla morte, e alla morte di croce. Un Amore che si consegna all’amato sino a morire per dissotterrare, rialzare, rimettere in piedi e in cammino la vita di ognuno…
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
… Cristo crocifisso diventa, squarciato nella sua carne fino alla morte, diventa il documento inaudito dell’Essere di Dio: Dio è Misericordia. Amore, solo Amore, Amore mosso e commosso della miseria che siamo. “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Nella carne di Cristo crocifisso c’è “quel volgersi di Dio contro se stesso”… che per Amore, puro e assoluto Amore, assume tutto quello che di misero, marcio e mortale affligge l’uomo e da cui l’uomo stesso si lascia affliggere e sprofondare; affinché, liberato dal giogo del male, sempre riprenda a camminare dentro la vita, dentro ad ogni istante della sua vita; incessantemente riammesso, dentro ad ogni passo terreno, al suo compimento definitivo nella vita eterna: suo vero destino…
Preghiamo per il Papa e secondo le sue intenzioni. In particolare, come ci ha chiesto all’Angelus di ieri, preghiamo per la popolazione del Libano.
Pater, Ave, Gloria…