Meditazioni del 14 luglio 2008
San Camillo de Lellis
“Chi accoglie voi – dice Gesù nel Vangelo di oggi ai Suoi discepoli – accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta – continua Gesù – avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto” (Mt 10,40-41). Nella preghiera di questa sera chiediamo la grazia saper sempre riconoscere e accogliere l’Amicizia in cui Cristo si è manifestato a noi e ci ha chiamati al rapporto con Lui assicurando in essa la Sua permanenza, certi che solo così ascoltiamo e accogliamo davvero il Signore e non una nostra idea o immagine di Lui.
Ringraziamo e lodiamo il Signore per l’Avvenimento in piazza che abbiamo vissuto in questi giorni ad Ancona e preghiamo per tutte le persone che sono passate in questo luogo.
Preghiamo per il Papa, perché la grazia sia sempre con lui negli impegni di questa settimana in Australia. Preghiamo perché la prossima Giornata Mondiale della Gioventù sia una rinnovata pentecoste per la Chiesa e per l’intera umanità, secondo il desiderio del Santo Padre.
All’intercessione di san Camillo, di cui oggi celebriamo la memoria, affidiamo tutti i malati e tutti coloro che li curano e li assistono, perché riconoscano la sacralità della vita in ogni momento e condizione. In particolare preghiamo per Eluana e per i suoi genitori.
Alla materna custodia di Maria affidiamo i genitori di Simona, chiedendo per lei l’eterno riposo e lo splendore della luce perpetua.
La Madonna accompagni, guidi e protegga Nicolino e il nostro Movimento.
I MISTERI DEL SANTO ROSARIO
– Gli spunti di meditazione sono tratti dal Messaggio di Benedetto XVI per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù –
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
La sera del giorno della s ua risurrezione Gesù, apparendo ai discepoli, “alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo”. Con ancor più forza lo Spirito Santo scese sugli Apostoli il giorno della Pentecoste: “Venne all’improvviso dal cielo un rombo – si legge negli – come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro”.
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli Apostoli, rivestendoli di una forza che li rese audaci nell’annunciare senza paura: «Cristo è morto e risuscitato!». Liberi da ogni timore essi iniziarono a parlare con franchezza. Da pescatori intimoriti erano diventati araldi coraggiosi del Vangelo. Persino i loro nemici non riuscivano a capire come mai uomini «senza istruzione e popolani» fossero in grado di mostrare un simile coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze e le persecuzioni con gioia. Niente poteva fermarli. A coloro che cercavano di ridurli al silenzio rispondevano: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Così nacque la Chiesa, che dal giorno della Pentecoste non ha cessato di irradiare la Buona Novella «fino agli estremi confini della terra».
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Ma per comprendere la missione della Chiesa dobbiamo tornare nel Cenacolo dove i discepoli restarono insieme, pregando con Maria, la “Madre”, in attesa dello Spirito promesso. A quest’icona della Chiesa nascente ogni comunità cristiana deve costantemente ispirarsi. La fecondità apostolica e missionaria non è principalmente il risultato di programmi e metodi pastorali sapientemente elaborati ed “efficienti”, ma è frutto dell’incessante preghiera comunitaria. L’efficacia della missione presuppone, inoltre, che le comunità siano unite, abbiano cioè «un cuore solo e un’anima sola», e siano disposte a testimoniare l’amore e la gioia che lo Spirito Santo infonde nei cuori dei fedeli. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II ebbe a scrivere che prima di essere azione, la missione della Chiesa è testimonianza e irradiazione. Così avveniva all’inizio del cristianesimo, quando i pagani, scrive Tertulliano, si convertivano vedendo l’amore che regnava tra i cristiani: «Vedi – dicono – come si amano tra loro».
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
Vi invito a notare come lo Spirito Santo sia il dono più alto di Dio all’uomo, quindi la testimonianza suprema del suo amore per noi, un amore che si esprime concretamente come “sì alla vita” che Dio vuole per ogni sua creatura. Questo “sì alla vita” ha la sua forma piena in Gesù di Nazaret e nella sua vittoria sul male mediante la redenzione. A questo proposito non dimentichiamo mai che l’Evangelo di Gesù, proprio in forza dello Spirito, non si riduce ad una pura constatazione, ma vuole diventare “bella notizia per i poveri, liberazione per i prigionieri, vista ai ciechi…”. È quanto si manifestò con vigore il giorno di Pentecoste, diventando grazia e compito della Chiesa verso il mondo, la sua missione prioritaria. Noi siamo i frutti di questa missione della Chiesa per opera dello Spirito Santo. Noi portiamo dentro di noi quel sigillo dell’amore del Padre in Gesù Cristo che è lo Spirito Santo. Non dimentichiamolo mai, perché lo Spirito del Signore si ricorda sempre di ciascuno e vuole, mediante voi giovani in particolare, suscitare nel mondo il vento e il fuoco di una nuova Pentecoste.
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata Regina
Solo Cristo può colmare le aspirazioni più intime del cuore dell’uomo; solo Lui è capace di umanizzare l’umanità e condurla alla sua “divinizzazione”. Con la potenza del suo Spirito Egli infonde in noi la carità divina, che ci rende capaci di amare il prossimo e pronti a metterci al suo servizio. Lo Spirito Santo illumina, rivelando Cristo crocifisso e risorto, ci indica la via per diventare più simili a Lui, per essere cioè “espressione e strumento dell’amore che da Lui promana”. E chi si lascia guidare dallo Spirito comprende che mettersi al servizio del Vangelo non è un’opzione facoltativa, perché avverte quanto sia urgente trasmettere anche agli altri questa Buona Novella. Tuttavia, occorre ricordarlo ancora, possiamo essere testimoni di Cristo solo se ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, che è «l’agente principale dell’evangelizzazione» e «il protagonista della missione».