Meditazioni del 08 ottobre 2007
Ci introduciamo all’Affidamento di questa sera, riascoltando alcuni tratti di ciò che il Papa ha detto all’Angelus di ieri:
“Questa prima domenica di ottobre ci offre due motivi di preghiera e di riflessione: la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario, che ricorre proprio oggi, e l’impegno missionario, a cui il mese è dedicato in modo speciale. L’immagine tradizionale della Madonna del Rosario raffigura Maria che con un braccio sostiene Gesù Bambino e con l’altro porge la corona a san Domenico. Questa significativa iconografia mostra che il Rosario è un mezzo donato dalla Vergine per contemplare Gesù e, meditandone la vita, amarlo e seguirlo sempre più fedelmente. È la consegna che la Madonna ha lasciato anche in diverse sue apparizioni. Penso, in particolare, a quella di Fatima avvenuta 90 anni fa. Ai tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francesco, presentandosi come “la Madonna del Rosario”, raccomandò con insistenza di recitare il Rosario tutti i giorni, per ottenere la fine della guerra. Anche noi vogliamo accogliere la materna richiesta della Vergine, impegnandoci a recitare con fede la corona del Rosario per la pace nelle famiglie, nelle nazioni e nel mondo intero. Sappiamo, tuttavia, che la vera pace si diffonde là dove gli uomini e le istituzioni si aprono al Vangelo. Il mese di ottobre ci aiuta a ricordare questa fondamentale verità mediante una speciale animazione che tende a tener vivo l’anelito missionario in ogni comunità e a sostenere il lavoro di quanti – sacerdoti, religiosi, religiose e laici – operano sulle frontiere della missione della Chiesa… L’annuncio del Vangelo resta il primo servizio che la Chiesa deve all’umanità, per offrire la salvezza di Cristo all’uomo del nostro tempo, in tante forme umiliato e oppresso, e per orientare in senso cristiano le trasformazioni culturali, sociali ed etiche che sono in atto nel mondo… Mi piace ricordare anche che 150 anni or sono partirono per l’Africa, precisamente per l’attuale Sudan, cinque preti e un laico dell’Istituto di Don Mazza di Verona. Tra loro vi era san Daniele Comboni, futuro Vescovo dell’Africa centrale e patrono di quelle popolazioni, la cui memoria liturgica ricorre il prossimo 10 ottobre.
All’intercessione di questo pioniere del Vangelo e dei numerosi altri Santi e Beati missionari, particolarmente alla materna protezione della Regina del Santo Rosario affidiamo tutti i missionari e le missionarie. Ci aiuti Maria a ricordarci che ogni cristiano è chiamato ad essere annunciatore del Vangelo con la parola e con la vita”.
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù al fiume Giordano
In Gesù Cristo il Mistero, sorgente originale di ogni uomo e fondante di ogni istante dell’uomo, si rivela come Avvenimento e compagnia di Uomo, dentro ogni istante dell’uomo. Gesù assume tutto l’umano su di sé, senza scartare nulla. Tutto l’umano, dal mangiare al bere, dalla sofferenza al male e alla morte. Dio ha scelto questo metodo inconcepibile per la redenzione e la salvezza dell’uomo: per noi uomini e per la nostra salvezza discende dal cielo, viene ad abitare in mezzo a noi in Cristo Gesù (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2003, p 41).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
… Innanzitutto ridomandiamoci cosa hanno incontrato, sentito, visto quei primi uomini da non poter più fare a meno di stare con Lui, da non poter più fare a meno della sua faccia, del suo sguardo, delle sue parole. C’è quello da continuare a riconoscere. Non c’è altro da ritrovare se non quella faccia e quello sguardo come Avvenimento vivo, determinante e generativo adesso, generativo di quella incredibile esperienza umana che i Primi hanno sperimentato. L’esperienza di uno sconvolgente e disarmante Amore, di una splendente Bellezza da cui loro si sono sentiti attratti e afferrati. A questo Amore e a questa Bellezza siamo chiamati a cedere… (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2005, p 31)
Nel terzo mistero della luce contempliamo Gesù che annuncia la venuta del Regno di Dio e invita alla conversione
… Cristo ancora una volta si presenta alla soglia della nostra vita a mendicare il nostro cuore, la nostra libertà, la nostra ragione, tutto noi stessi, perché possiamo cedere al suo onnipresente e redentivi Amore, a cui ci chiama, con cui ci abbraccia e ci pervade in ogni momento. Dentro ogni momento del rapporto con la realtà segnato da persone, cose, scelte, gioie e dolori… (Ibi, p 20).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
Il Mistero nasce da una donna come uomo… Per farsi conoscere, si fa “oggetto” di rapporto, si fa Uomo. Per renderci possibile il rapporto con la sua natura di Mistero, per renderlo possibile come rapporto nell’attimo, si fa compagnia di Uomo nell’attimo: Gesù di Nazaret. Lui è il metodo che Dio, il Mistero, il Totalmente Altro ha scelto per salvare l’uomo, per farsi conoscere e per farci vivere il Mistero come Mistero. La sua rivelazione non elimina né svuota la sua natura di Mistero; ce la rende possibile facendosi Uomo, perché possiamo conoscere sempre più il Mistero come Mistero (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2003, p 36-37).
Nel quinto mistero della luce contempliamo Gesù che istituisce l’Eucarestia
Attraverso la celebrazione della santa Messa, siamo stati già richiamati alla ragione e allo scopo del nostro essere qui, del nostro essere insieme. Pur dentro l’indecente abitudine e distrazione con cui normalmente la viviamo, comunque nell’esperienza della santa Messa siamo stati riprovocati al senso e al fine del nostro essere qui, che non può non coincidere con il senso, il vero valore, lo scopo della nostra Amicizia: l’Avvenimento infinitamente traboccante di Misericordia del Mistero tra noi in Cristo Gesù, in cui solo consiste la verità e la salvezza di ogni uomo (Ibi, p 17).
Nella preghiera dell’Affidamento portiamo in particolare Nicolino e le intenzioni del suo cuore