Meditazioni del 07 luglio 2008
Ci introduciamo all’Affidamento di questa sera, lasciando riecheggiare in noi il richiamo ricevuto dal Vangelo di oggi (Mt 9,18-26).
“Mentre Gesù sta parlando con i Suoi discepoli, arriva un uomo, che Gli si prostra davanti e Gli dice: «Mia figlia è morta proprio ora, ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà». Mentre Gesù sta andando a casa di quest’uomo, una donna, che soffriva d’emorragia da dodici anni, Gli si avvicina alle spalle, da dietro e Gli tocca il mantello, certa che se fosse riuscita anche solo a toccare il suo mantello, sarebbe guarita”.
Quest’uomo e questa donna oggi ci indicano qual è la normale posizione del cuore, quella che in ogni istante normale e feriale dovrebbe essere la normale posizione del cuore. Domandiamo che il nostro cuore sia tutto rivolto al Signore e spalancato e mobilitato ad accogliere e ospitare la Sua Presenza, la Sua Parola, la Sua Grazia. Che il nostro cuore possa ritrovarsi nel cuore della Madonna, orante di Cristo. A Lei affidiamo particolarmente Nicolino, la nostra Compagnia, l’Avvenimento in piazza che vivremo ad Ancona in questi giorni e tutte le persone che stiamo incontrando attraverso l’invito a questo luogo.
Preghiamo per il Papa, per il suo viaggio a Sidney e per il suo incontro mondiale con i giovani. Accogliendo l’invito rivolto ieri dal Santo Padre ai Capi degli Stati più potenti in occasione del G8 di oggi, preghiamo perché “prendano decisioni atte a rilanciare un equo processo di sviluppo integrale, a salvaguardia della dignità umana in ogni paese del mondo”.
In alto i nostri cuori, siano rivolti al Signore!
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padre, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia (1Pt 1,18-19).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso (Is 50,6-7),
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Maltrattato si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come un agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca (Is 53,7).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53,4-5).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti (1Pt 2,21-25).