Meditazioni del 03 novembre 2008
Ci accostiamo all’Affidamento di questa sera con il cuore stracolmo di gioia e di gratitudine al Signore per il nostro XVIII Convegno appena conclusosi e per il dono dell’ultimo intervento di Nicolino appena pubblicato. Di entrambi possiamo dire che “sono occasioni favorevoli e di Grazia che devono però aprirci ad una continua tensione quotidiana, di istante in istante. [Una tensione] in cui la vita si rivolga incessantemente alla Fonte vitale che solo la disseta sempre e la irriga per la sua fecondità. Questa ripresa continua è un rivolgersi incessante. E rivolgersi è più di un semplice voltarsi o di un generico voltarsi dalla parte opposta. Indica il volgersi verso Colui che è la fonte e la soddisfazione continua della vita per attaccargli la vita. Indica un rivolgerla dalla parte di Cristo, perché sia appoggiata, attaccata, afferrata e affermata da Cristo, in cui solo si ritrova adeguatamente alimentata e feconda di frutti copiosi, tanto che altri ne possano godere”(Nicolino Pompei, Caritas Christi urget nos). È questa tensione continua, è questa posizione permanente che chiediamo allo Spirito Santo per noi.
Invocazione allo Spirito Santo
Affidiamo alla Madonna Nicolino e ciascuna delle intenzioni che custodisce nel suo cuore. La Grazia del Signore lo preceda, lo accompagni e lo guidi sempre.
Nel primo Mistero della Luce contempliamo il Battesimo di Gesù al fiume Giordano
In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”. Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 13-17).
Nel secondo Mistero della Luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù coi suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre disse a Gesù: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre disse ai servi: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 1-5).
Nel terzo Mistero della Luce contempliamo Gesù che annuncia la venuta del Regno di Dio
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca coi garzoni, lo seguirono (Mc 1,14-20).
Nel quarto Mistero della Luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
Così dice il Signore: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre (Is 42,1-4.6-7)
Nel quinto Mistero della Luce contempliamo Gesù che istituisce l’Eucarestia
Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”. Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzo e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi” (Lc 22, 14-20).