Meditazioni del 02 febbraio 2009
Ci lasciamo introdurre all’Affidamento di questa sera dall’esortazione con cui la Chiesa ci ha accolti nella Messa di oggi: “Fratelli carissimi, sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Anche oggi la Chiesa è in festa, celebrando il giorno in cui Maria e Giuseppe presentarono Gesù al Tempio. Con quel rito il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo che l’attendeva nella fede. Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel Tempio i santi vegliardi Simeone e Anna; illuminati dallo stesso Spirito riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza. Anche noi qui riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo” mendicando di riconoscerLo e accoglierLo.
Invocazione allo Spirito Santo
A conclusione dell’Angelus di ieri il Papa ha detto: “Quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, Maria e Giuseppe lo portarono a Gerusalemme, seguendo le prescrizioni della Legge di Mosè. Ogni primo nato, infatti, secondo le Scritture, apparteneva al Signore, e andava quindi riscattato con un sacrificio. In questo avvenimento si manifesta la consacrazione di Gesù a Dio Padre e, legata ad essa, quella di Maria Vergine. Perciò il mio amato predecessore Giovanni Paolo II ha voluto che questa ricorrenza, in cui molte persone consacrate emettono o rinnovano i loro voti, diventasse Giornata della Vita consacrata… Invito tutti a ringraziare il Signore per il prezioso dono di questi fratelli e sorelle, e a domandare a Lui, per intercessione della Madonna, tante nuove vocazioni, nella varietà dei carismi di cui è ricca la Chiesa”.
Accogliendo l’invito del Santo Padre preghiamo particolarmente questa sera per Nicolino e per tutte le persone consacrate. All’intercessione della Madonna affidiamo tutte le intenzioni che Nicolino porta nel cuore.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Gesù, fiore di Madre Vergine, Amore della nostra dolcezza: a Te la lode e l’onore della potenza e il Regno dell’assoluta beatitudine. O Gesù, somma e suprema bontà, gioia straordinaria del cuore e insieme tenera benevolenza: la tua Carità mi avvolge e mi strugge.
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Gesù, dolcezza del cuore, fonte viva e luce della mente; al di là di qualsiasi gioia e qualsiasi desiderio. La presenza di Cristo non è definibile in una qualsiasi gioia o riducibile ad uno dei tanti desideri umani. La sua Presenza non può che essere Totalmente Altro, Infinitamente Altro. La sua Presenza supera ed è Altro da qualsiasi immagine di gioia umana e da qualsiasi immagine di desiderio e di risposta al desiderio ci facciamo. Per questo è la sola capace di investire di luce la mente, di irrigare e fecondare permanentemente la vita, di rivelare e rispondere alla verità del nostro desiderio. Ed è la sola capace di apportare la gioia. Non solo a noi impossibile, ma “totalmente un’altra cosa” da qualsiasi definizione possiamo avere di essa.
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Gesù, Re ammirabile e nobile trionfatore, dolcezza ineffabile, totalmente desiderabile. Rimani con noi Signore e illuminaci con la tua luce, dissipa l’oscurità, la caligine della nostra mente; reso puro, riempimi di dolcezza… È solo la tua Presenza sfolgorante di luce che può dissipare l’oscurità delle tenebre che avvolgono così spesso la nostra esistenza, che occupano prepotentemente la nostra mente, i nostri pensieri, riempiendo la vita di paure e di insicurezze. Quando fai visita al nostro cuore, allora rifulge su di esso la verità e perde valore la vanità del mondo e dentro di sé arde solo la Carità.
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Vedo già ciò che ho cercato, ciò che ho cercato mendicandolo. Possiedo tutto ciò che ho ardentemente desiderato e che forma tutto il mio desiderio; languo d’amore o Gesù, per te o Gesù, e ardo tutto nel mio cuore, in tutto il mio cuore. O Gesù mio dolcissimo, tu sei la speranza dell’anima che sospira, ti cercano mendicanti le lacrime pietose e il grido del profondo dell’animo… Sii, o Gesù la nostra gioia, tu che sarai l’eterno premio; sia in te la nostra gloria, per ogni tempo. Amen. La vita che riconosce Cristo e che vive nella sua memoria non può che sentirsi rivelata, definita e afferrata dall’esperienza che vibra dentro queste parole.
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Riconoscete tutti Gesù, chiedete il suo Amore, cercate ardentemente Gesù, e nel cercarlo, nel domandarlo ardete, infiammatevi. Riconoscere Gesù, riconoscere, conoscere, amare Gesù è tutta la ragione della vita, della vita di ogni uomo. Perché è la possibilità di riconoscere, conoscere, amare la vita e il rapporto con la realtà in tutta la sua consistenza, la sua verità, la sua possibilità e sviluppo, fino al suo compimento. Ancora una volta il dinamismo di questo rapporto poggia tutto sulla domanda continua e assolutamente mendicante di Lui e del suo Amore. Una tensione mendicante e infiammata di ardore dalla stessa domanda di Lui.