Meditazioni del 01 ottobre 2007
Santa Teresa di Lisieux
Il mese di ottobre, che oggi si apre, è tradizionalmente dedicato dalla Chiesa alla preghiera del Santo Rosario e alle missioni. Questo mese sia per ciascuno di noi un’occasione per riscoprire il gesto della preghiera quotidiana del Santo Rosario a cui Nicolino ci ha educato sin dall’inizio del nostro Cammino.
Nella preghiera di questa sera portiamo particolarmente le intenzioni che il Papa ci ha consegnato all’Angelus di ieri, quando ha espresso la trepidazione con cui sta seguendo i gravissimi eventi di questi giorni in Myanmar. Ci uniamo all’intesa e solidale preghiera del Santo Padre per questa popolazione perché si trovi una soluzione pacifica per il bene del Paese. Seguendo l’indicazione di Benedetto XVI preghiamo anche per “la situazione della Penisola coreana, dove alcuni importanti sviluppi nel dialogo fra le due Coree fanno sperare che gli sforzi di riconciliazione in atto possano consolidarsi a favore del popolo coreano e a beneficio della stabilità e della pace dell’intera regione”.
Invocando anche l’intercessione dei nostri carissimi amici santi Teresa e Francesco, che in questi giorni festeggiamo, preghiamo per Nicolino e per le sue intenzioni.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’Angelo a Maria
Nell’Angelus troviamo proprio tutto quello che vale: l’iniziativa del Mistero, che accade come uomo nella storia, attraverso la libertà e la carne di una donna, proprio come un bambino accade ad ogni mamma. E troviamo la risposta che – ogni giorno, momento per momento, lì dove siamo, in tutti i luoghi della nostra responsabilità, dentro ogni vocazione – siamo chiamati a dare alla Grazia che opera sempre: Fiat mihi secundum verbum tuum. (Nicolino Pompei, Convegno Fides Vita 2001)
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Ancora una volta non possiamo che ritrovarci avviluppati dalla carne di una donna, della Donna, la Madonna, dalla cui struggente libertà e dal cui vergine grembo il Mistero, l’Essere in cui tutto consiste, si è fatto Uomo, è accaduto nella compagnia visibile di un Uomo. Guai ad abituarci a pronunciare l’affermazione: “Il Mistero si è fatto compagnia di Uomo all’uomo attraverso la donna Maria di Nazareth”, guai a pronunciarla senza che, anche nei momenti più duri e fragili, proprio solo pronunciandola, in qualche modo, non ci faccia esplodere il cuore, non ci rialzi sempre la testa, non ci faccia sentire il brivido della vertigine della Grazia accadutaci (Ibi).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
…E il Verbo si è fatto Carne: questa è la risposta di Dio al bisogno di ogni uomo, al vero bisogno di ogni uomo. E il Verbo si è fatto Carne: questa è la totale soddisfazione di tutto il nostro essere. E il Verbo si è fatto Carne: questa è l’unica ragione della vita. E il Verbo si è fatto Carne: questo è l’unico Avvenimento da mendicare. E il Verbo si è fatto Carne: questo è l’unico Avvenimento da riconoscere… sempre. E il Verbo si è fatto Carne: questo è lo scopo di tutto… da affermare. E il Verbo si è fatto Uomo: questo è l’Uomo in cui tutto consiste. E il Verbo si è fatto Uomo: questo da amare, da seguire, dal quale lasciarsi totalmente penetrare… (Nicolino Pompei, Convegno Fides Vita 2000).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo Maria e Giuseppe che presentano Gesù al tempio
Tu, o Maria, sei la pienezza e la certezza di quello che siamo chiamati ad essere, la pienezza esemplare per tutta la santa Chiesa di ciò che siamo chiamati a vivere come abbandono al Mistero, a Dio, a Dio, a Cristo nell’istante breve. Con il tuo “sì” ci hai dato Dio che si rivela nella carne di Gesù. Dice Origene: “A che ti serve che Cristo sia venuto un tempo nella carne, se non è venuto anche nella tua anima, nella tua carne? (Se non posso mostrare che Egli viene ed è presente ora nella mia carne?). Preghiamo dunque perché il suo avvento si compia in noi, affinché possiamo dire: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me»” (Nicolino Pompei, Convegno Fides Vita 2005).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo Maria e Giuseppe che ritrovano Gesù nel tempio
Guardiamo sempre Maria e domandiamole sempre che la nostra libertà si inserisca nella sua, che il nostro “sì” si innesti nel suo “sì”, nel suo “sì” a Dio… Preghiamo desiderando che il nostro cuore ora si sposti dalla parte del cuore con cui Lei ha detto “sì, accada di me secondo la tua Parola” (Ibi).