Meditazioni 9 ottobre 2017
Ciò che stiamo per iniziare è senz’altro un gesto, ma un gesto legato alla vita intera, che apre alla vita intera; un gesto a fondamento della vita intera. Infatti è un gesto che costantemente siamo richiamati a vivere, come esperienza e come educazione alla mendicanza quotidiana del Mistero infinito e misericordioso che si è rivelato nella Carne, presente, di un Uomo chiamato Gesù. In Lui desideriamo e mendichiamo di far consistere, liberamente e ragionevolmente, tutta la nostra vita, perché solo in Lui accade tutta l’esplosione positiva e il compimento totale dell’essere, della vita, dell’essere e della vita di ogni uomo. È un gesto che viviamo nella costante compagnia e mediazione di quella Donna, Maria, della quale il Mistero buono si è tenerissimamente servito chiamandola ed eleggendola ad essere la modalità pura, di carne e di libertà consapevole, attraverso cui raggiungere l’umano, entrando nella storia, nella mia storia, nella vicenda umana, nella mia vicenda umana, nella Carne di quell’Uomo chiamato Gesù… per liberarci, cambiarci, compierci, salvarci, cioè renderci veramente uomini. Se Dio si è fatto Carne, tutte le circostanze, tutta la realtà sono provocazione necessaria al rapporto con Lui; Lui, in cui solo la vita è e può essere umana. Allora questo è un gesto che richiama ed educa a quel fattore con cui necessariamente la nostra vita si apre e si deve aprire ogni giorno, fin dal primo mattino; prima, dentro e alla fine di ogni “cosa”: la mendicanza, la supplica di Lui presente, del rapporto con Lui in ogni circostanza e situazione. La mendicanza di adesione a Lui come criterio di ogni fattore e rapporto, come criterio valutativo ed esplicativo di e per ogni “cosa”. Come motivo e scopo di ogni nostra parola, passo, posizione, scelta (Nicolino Pompei, Atti del X Convegno, pag 49).
Affidiamo alla Madonna ciascuno di noi, Nicolino e tutti gli amici per cui ci è stato chiesto di pregare, in particolare: Alessandro, Anna, Antonello, il vescovo Armando, Augusto, padre Bruno, Carla, Cristina, Emilia, Giorgio, Mariano, Michel, Mirko, Roberto, Rosario.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
“Allora Gesù le disse: donna, perché piangi? Chi cerchi? Ella pensando che fosse il custode del giardino gli disse: signore se lo hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù risorto continua ad essere una presenza reale. Non è uno spirito incorporeo, ma una presenza con un corpo ora trasfigurato e risorto, che porta tutti i segni della Sua figura storica e umana, proprio quella con cui la Maddalena ha vissuto e ha camminato per tre anni. Proprio quella presenza, che la Maddalena ha visto crocifiggere e morire, adesso è lì davanti a lei ma nella nuova, trasfigurata e misteriosa condizione della resurrezione, e quindi non più condizionata dal Suo corpo. Anche per questo non lo riconosce immediatamente. Ma è Lui che si fa riconoscere, è sempre Lui che ci porta a riconoscerlo senza mai semplificare il nostro cammino umano, fin dentro il dolore, perché non venga mai meno la coscienza del nostro bisogno, perché emerga sempre più consapevolmente il bisogno che noi siamo di Lui (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto…).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione al cielo
Quello che importa, anzi è decisivo, è che Gesù è con noi, è sempre con noi e non ci abbandona mai; è sempre mobilitato verso di noi, sempre mendicante del nostro cuore, sempre mosso a volerci incontrare e a riprenderci con Lui, sempre pronto a mostrarsi e a voler camminare con noi perché la nostra vita sia in Lui e con Lui. Adesso i discepoli non solo lo vedono ma lo riconoscono. Anche prima lo vedevano, ma non lo riconoscevano. Ora lo riconoscono e sanno anche come continuare a riconoscerlo. “Ma egli sparì dalla loro vista”. Questo “sparire dallo loro vista” non è per interrompere il suo legame con i discepoli, per sparire come presenza reale, ma per rimanere con loro, come con noi, nella modalità sacramentale con cui ha scelto di farsi attendere e incontrare vivo e risorto ad ogni uomo (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la Pentecoste
Innanzitutto lo Spirito Santo; sì, il primo passo, il primo approfondimento è l’invocazione dello Spirito Santo. Prima di qualsiasi parola […] è inevitabile invocare lo Spirito Santo, lo Spirito che procede dal Padre e dal Figlio, perché come dice san Paolo ai Romani: “Solo lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché nemmeno sappiamo cosa chiedere”, cosa chiedere in maniera conveniente; non sappiamo chiedere ciò che è necessario e quindi decisivo per noi. […] Subito lo invochiamo, perché lo Spirito che scruta e sa il nostro cuore (perché l’ha fatto), sa cos’è il desiderio; sa Colui di cui abbiamo bisogno e siamo desiderio. E per questo intercede, agisce, opera sempre per i santi (Nicolino Pompei, Voi siete miei amici…).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo Maria assunta in cielo
O Maria Santissima, Madre nostra dolcissima… accompagnaci sempre a guardare Gesù, a rivolgerci a Lui, a lasciarci afferrare da Lui, come un bambino in braccio a sua madre.
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata regina
Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo che alcuno, sia ricorso alla tua protezione, abbia richiesto il tuo soccorso e sia stato da te abbandonato. Animato da tale confidenza, a te ricorro, o Madre Vergine delle Vergini, da te vengo, dinnanzi a te mi prostro, gemendo peccatore. Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie suppliche, ma benigna ascoltami ed esaudiscimi. Amen.