Meditazioni 9 novembre 2015
Festa della dedicazione della Basilica Lateranense
In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia (1Re 17,10-16).
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere» (Mc 12,38-44).
Preghiamo perché la testimonianza di queste due donne che abbiamo incontrato nella Santa Messa di ieri possa essere accolta da ciascuno di noi e perché possiamo ritrovare in noi il loro stesso riconoscimento dell’Essenziale e la loro stessa fede in Colui per cui solo la vita c’è… Preghiamo particolarmente per Nicolino, per Pietro, per Marco e Maria, per Patrizia, per Franco, per Flora, per Ernesto, per Michela, per padre Frederick e per la sua comunità in Uganda. Preghiamo per Papa Francesco e per la Chiesa come lui stesso ha ridomandato all’Angelus di ieri. Portiamo nella nostra preghiera i due ragazzi responsabili della tragedia avvenuta sabato pomeriggio ad Ancona, per i loro familiari ed amici e in particolare per la mamma che è morta e per il papà che versa in gravissime condizioni… Preghiamo per il nostro carissimo don Armando, per questa nuova responsabilità che il Signore gli ha donato affidandogli una nuova parrocchia.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
L’Arcangelo Gabriele visita l’umile ragazza di Nazaret e le annuncia che concepirà e partorirà il Figlio di Dio. Con questo Annuncio il Signore illumina e rafforza la fede di Maria, come poi farà anche per il suo sposo Giuseppe, affinché Gesù possa nascere in una famiglia umana. Questo è molto bello: ci mostra quanto profondamente il mistero dell’Incarnazione, così come Dio l’ha voluto, comprenda non soltanto il concepimento nel grembo della madre, ma anche l’accoglienza in una vera famiglia. Oggi vorrei contemplare con voi la bellezza di questo legame, la bellezza di questa condiscendenza di Dio; e possiamo farlo recitando insieme l’Ave Maria, che nella prima parte riprende proprio le parole che l’Angelo, quelle che rivolse alla Vergine (Papa Francesco, Udienza 25/03/2015).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Nel racconto evangelico la gioia caratterizza la visita di Maria a Elisabetta. La Madonna va a fare visita a Elisabetta. Soffermiamoci su quel sussulto del bimbo nel grembo di Elisabetta rivelato da lei stessa a Maria: “Ecco, appena il tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo”. Tutto è gioia. Ma noi cristiani non siamo tanto abituati a parlare di gioia, di allegria. Credo che tante volte ci piacciano più le lamentele! Cosa è la gioia? La chiave per capire questa gioia è quello che dice il vangelo: “Elisabetta fu colmata di Spirito Santo”. Quello che ci dà la gioia è lo Spirito Santo (Papa Francesco, Omelia a Santa Marta del 31/05/2013).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù a Betlemme
Il Bambino Gesù, nato a Betlemme, è il segno dato da Dio a chi attendeva la salvezza, e rimane per sempre il segno della tenerezza di Dio e della sua presenza nel mondo. […]E ci domandiamo: chi siamo noi davanti a Gesù Bambino? Chi siamo noi davanti ai bambini di oggi? Siamo come Maria e Giuseppe, che accolgono Gesù e se ne prendono cura con amore materno e paterno? O siamo come Erode, che vuole eliminarlo? Siamo come i pastori, che vanno in fretta, si inginocchiano per adorarlo e offrono i loro umili doni? […] O Maria, Madre di Gesù, tu che hai accolto, insegnaci ad accogliere;
tu che hai adorato, insegnaci ad adorare; tu che hai seguito, insegnaci a seguire. Amen (Papa Francesco, Omelia del 25/05/2015).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Pensiamo a quel momento in cui la Madonna e san Giuseppe portano Gesù al tempio per compiere la Legge. Il Vangelo dice che loro vanno a fare quello che stava scritto nella Legge. Lì sono anche due anziani; ma il Vangelo non dice che essi sono andati lì per compiere la Legge, quanto piuttosto perché spinti dalla forza dello Spirito Santo. Lo Spirito li porta al tempio. Tanto che, davanti a Gesù, i due fanno una preghiera di lode: ma questo è il messia, benedetto il Signore! E anche fanno una liturgia spontanea di gioia. È la fedeltà maturata in tanti anni in attesa dello Spirito Santo a far sì che questo Spirito venga e dia loro la gioia (Papa Francesco, Omelia a Santa Marta del 31/05/2013).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche (Papa Francesco, Udienza del 25/03/2015).