Meditazioni 9 maggio 2016
Solo nell’esperienza della sua misericordia quell’avvenimento di attrattiva sconvolgente e irresistibile suscitato dall’incontro con Gesù, che possiamo aver relegato al passato, magari ai primi momenti dell’incontro con la compagnia, può essere ora rinvenuto nell’esperienza di un nuovo inizio, di una rinnovata attrattiva, nella grazia e nello stupore del suo fascino originale. Anche solo per il cedimento di un istante alla sua infinita misericordia, la nostra vita può sorprendersi sempre nell’esperienza di un nuovo inizio e costellata di nuove ripartenze. Ed è proprio necessario che non venga mai meno l’esperienza di un nuovo inizio, di una rinnovata attrattiva, di una sorprendente rinascita se non vogliamo ritrovarci al posto di uno sguardo commosso, di una commossa e sconfinata gratitudine e passione esistenziale, la pesantezza e la tristezza di una vita e di un’appartenenza fatta solo di parole e pensieri astratti, formulazioni e definizioni teoriche di contenuti di verità. Che possono solo appesantire la testa, imprigionarci a degli schemi, arrestare la nostra maturazione, inchiodarci ad una continua lamentazione piena di rancore e di pretese verso gli altri. Che possono solo farci ritrovare ad indossare delle maschere o a recitare delle parti per cercare di mostrare ciò che non siamo perché lontani e decentrati da Cristo, e quindi dall’esperienza di quell’umano redento e di quell’impareggiabile vita che sempre e dappertutto nominiamo e richiamiamo. Ma la presenza di Gesù è sempre più grande e non indietreggia mai da noi, non si stanca mai di noi, non si stanca mai di riprenderci, di perdonarci, di assolverci e farci ricominciare (Nicolino Pompei, Ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato).
Affidiamo a Maria Santissima Papa Francesco, i nostri Vescovi, Nicolino e tutti gli amici per cui ci è stato chiesto di pregare. In particolare preghiamo per Adriano, per Gianluca, per Maurizio e per Rita, perché il Signore li accolga con sé in Paradiso; e preghiamo per tutti i nostri figli che in queste settimane stanno ricevendo la Prima Comunione.
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Contempliamo il mistero di Gesù che esce dal nostro spazio terreno per entrare nella pienezza della gloria di Dio, portando con sé la nostra umanità. Cioè noi, la nostra umanità entra per la prima volta nel cielo. Il Vangelo di Luca ci mostra la reazione dei discepoli davanti al Signore che «si staccò da loro e veniva portato su, in cielo» (24,51). Non ci furono in essi dolore e smarrimento, ma «si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia» (v. 52). È il ritorno di chi non teme più la città che aveva rifiutato il Maestro, che aveva visto il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro, aveva visto la dispersione dei discepoli e la violenza di un potere che si sentiva minacciato (Papa Francesco, Regina coeli dell’8/05/16).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Da quel giorno per gli Apostoli e per ogni discepolo di Cristo è stato possibile abitare a Gerusalemme e in tutte le città del mondo, anche in quelle più travagliate dall’ingiustizia e dalla violenza, perché sopra ogni città c’è lo stesso cielo ed ogni abitante può alzare lo sguardo con speranza. Gesù, Dio, è uomo vero, con il suo corpo di uomo è in cielo! E questa è la nostra speranza, è l’ancora nostra, e noi siamo saldi in questa speranza se guardiamo il cielo.
In questo cielo abita quel Dio che si è rivelato così vicino da prendere il volto di un uomo, Gesù di Nazaret. Egli rimane per sempre il Dio-con-noi – ricordiamo questo: Emmanuel, Dio con noi – e non ci lascia soli! Possiamo guardare in alto per riconoscere davanti a noi il nostro futuro. Nell’Ascensione di Gesù, il Crocifisso Risorto, c’è la promessa della nostra partecipazione alla pienezza di vita presso Dio (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la Pentecoste
Prima di separarsi dai suoi amici, Gesù, riferendosi all’evento della sua morte e risurrezione, aveva detto loro: «Di questo voi siete testimoni» (v. 48). Cioè i discepoli, gli apostoli sono testimoni della morte e della risurrezione di Cristo, in quel giorno, anche della Ascensione di Cristo. E in effetti, dopo aver visto il loro Signore salire al cielo, i discepoli ritornarono in città come testimoni che con gioia annunciano a tutti la vita nuova che viene dal Crocifisso Risorto, nel cui nome «saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati» (v. 47). Questa è la testimonianza – fatta non solo con le parole ma anche con la vita quotidiana – la testimonianza che ogni domenica dovrebbe uscire dalla nostre chiese per entrare durante la settimana nelle case, negli uffici, a scuola, nei luoghi di ritrovo e di divertimento, negli ospedali, nelle carceri, nelle case per gli anziani, nei luoghi affollati degli immigrati, nelle periferie della città… Questa testimonianza noi dobbiamo portare ogni settimana: Cristo è con noi; Gesù è salito al cielo, è con noi; Cristo è vivo! (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione di Maria in cielo
Gesù ci ha assicurato che in questo annuncio e in questa testimonianza saremo «rivestiti di potenza dall’alto» (v. 49), cioè con la potenza dello Spirito Santo. Qui sta il segreto di questa missione: la presenza tra noi del Signore risorto, che con il dono dello Spirito continua ad aprire la nostra mente e il nostro cuore, per annunciare il suo amore e la sua misericordia anche negli ambienti più refrattari delle nostre città. È lo Spirito Santo il vero artefice della multiforme testimonianza che la Chiesa e ogni battezzato rendono nel mondo. Pertanto, non possiamo mai trascurare il raccoglimento nella preghiera per lodare Dio e invocare il dono dello Spirito. In questa settimana, che ci porta alla festa di Pentecoste, rimaniamo spiritualmente nel Cenacolo, insieme alla Vergine Maria, per accogliere lo Spirito Santo (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria coronata Regina
Ci affidiamo alla materna intercessione di Maria Santissima, che era presente come Madre in mezzo ai discepoli nel Cenacolo: è la madre della Chiesa, la madre di Gesù diventata madre della Chiesa. Ci affidiamo a Lei affinché lo Spirito Santo scenda in abbondanza sulla Chiesa del nostro tempo, riempia i cuori di tutti i fedeli e accenda in essi il fuoco del suo amore (Papa Francesco, Regina coeli del 24/05/15).