Meditazioni 9 giugno 2014
Innanzitutto lo Spirito Santo; sì, il primo passo, il primo approfondimento è l’invocazione dello Spirito Santo. Prima di qualsiasi parola […] è inevitabile invocare lo Spirito Santo, lo Spirito che procede dal Padre e dal Figlio, perché come dice san Paolo ai Romani: “Solo lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché nemmeno sappiamo cosa chiedere”, cosa chiedere in maniera conveniente; non sappiamo chiedere ciò che è necessario e quindi decisivo per noi.
Per l’uomo è necessario, è decisivo quello che risponde-corrisponde alla sua costituzione. La sua costituzione è Altro da sé. L’uomo – io e te – è questa esigenza, questa necessità di Colui che è totalmente Altro da sé, che lo ha costituito, che ha tessuto il suo cuore; che – come dice il salmo 139 – lo ha “tessuto nel seno di sua madre”. È necessario e quindi decisivo Colui che dà la vita, che non può che essere la Vita in ogni suo istante, in ogni suo passo, respiro e circostanza. È proprio la cosa più concreta, nonostante nell’esperienza del mondo sia fatta passare come la più astratta. È più del respiro, perché ne è l’origine, il significato e il destino. Siamo originalmente questa esigenza assoluta e inevitabile, ma con dentro una debolezza, una fragilità strutturale di cui occorre aver coscienza proprio a favore del nostro essere, del nostro io, della nostra vita così anelante il Mistero che la costituisce. Una debolezza che ci accompagna sempre, e che pur riconoscendo la rivelazione del Mistero nella presenza di Gesù, tende a farci manipolare la vita secondo la nostra misura, secondo l’illudente capacità della misura stabilita dal mondo. Ecco perché san Paolo ci richiama alla sempre operante azione dello Spirito Santo: “… Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo, infatti, cosa chiedere convenientemente, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili. E colui che scruta i cuori sa cosa desidera lo Spirito poiché intercede per i santi secondo Dio, secondo i disegni di Dio” (Rm 8,26-27) (Nicolino Pompei, Voi siete miei amici…).
In comunione con Papa Francesco, continuiamo ad invocare con lui il dono della pace per la Terra Santa e per tutti i popoli del mondo che soffrono guerre e divisioni. Preghiamo per tutti i cristiani che in varie parti del mondo subiscono persecuzioni a causa della loro fede e in particolare per la famiglia del nostro carissimo amico Paul Bhatti in Pakistan. Preghiamo per Romina e Roberta, morte in un incidente stradale, per Valentino, rimasto gravemente ferito e per tutti i loro familiari. Preghiamo anche per Andrea, che giovedì si è tragicamente ucciso e per la sua famiglia. Invochiamo la materna intercessione di Maria per tutte le persone malate ed in particolare per la nostra carissima Alessandra, per Franco, per Matteo e per Teresa. Offriamo al Signore la nostra gratitudine e la nostra gioia per il dono che Nicolino è per ciascuno di noi; chiediamo alla Madonna di custodirlo nel suo cammino e di sostenerlo nel compito che il Signore gli affida.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Sì, subito invochiamo lo Spirito Santo. Perché questa necessità che noi siamo sia sempre presente, viva, mai ultimamente dimenticata nelle nostre giornate; subito lo invochiamo per non cadere nella continua trappola della tentazione-presunzione di definire noi l’unum necessarium. Ci dia la consapevolezza di questa continua debolezza che la Chiesa, ogni giorno, all’inizio della santa assemblea eucaristica ci richiama a guardare con le parole del Confiteor. Subito lo invochiamo, perché lo Spirito che scruta e sa il nostro cuore (perché l’ha fatto), sa cos’è il desiderio; sa Colui di cui abbiamo bisogno e siamo desiderio. E per questo intercede, agisce, opera sempre per i santi.
I santi – nel linguaggio paolino e nella tradizione della Chiesa – sono i cristiani, cioè gli uomini che vivono in Cristo, che vivono tutto nell’Avvenimento di Cristo redentore (Ibi).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Quando san Paolo afferma che lo Spirito intercede per i santi, indica anche me e te; coloro che desiderano vivere in Cristo riconosciuto come la salvezza dell’io. Lo Spirito intercede e opera per me, per te, per ognuno, secondo Dio; perché la pienezza di me e di te, di ognuno, è il disegno di Dio, è la Sua volontà su di noi. È Gesù Cristo come la rivelazione definitiva della Sua volontà tra noi. La vita è secondo Dio, cioè secondo Cristo, secondo Colui che lo rivela puntualmente ad ogni uomo. Per questo subito lo invochiamo questo Sommo Intercessore che è lo Spirito Santo (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Preghiamo lo Spirito Santo perché ci strappi da quel terribile tentativo di rapimento quotidiano della menzogna, a cui spesso non poniamo resistenza perché ancora così presi dalla difesa della nostra misura, così ancora irrazionali nella nostra adesione a Cristo; così ancora estranei a noi stessi, a questa Compagnia, a ciò che questa Compagnia richiama; così ancora lontani dalla conoscenza di Cristo come esperienza presente e necessaria alla vita, in tutto. Perché ci strappi da quella antica e nota presunzione di sapere già, di dare per acquisito questo Rapporto e questa Compagnia, di non aver bisogno di seguire niente e nessuno; ci strappi da quell’azione manipolatoria di ogni richiamo, attraverso cui spesso lo riduciamo ad una soggettivistica interpretazione o lo riferiamo solo alla vita di altri… Ci strappi da questa indegna mentalità. Ci strappi dalla distrazione, dalla scontatezza, dalla sufficienza, dalla superficialità, dall’assenza di ragione con cui molti continuano a stare in Compagnia […] Ci suggerisca la posizione del cuore, perché avvenga la conversione della nostra vita all’Avvenimento di Cristo, perché avvenga del mio io secondo Cristo (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
Invochiamo lo Spirito Santo – il promesso da Gesù a coloro che per primi ha chiamato e costituito amici, amici Suoi e per Lui –, dalla cui azione questa prima Amicizia è resa definitivamente idonea e attiva per essere la propagazione, la dilatazione nella storia, dell’amicizia di Cristo, della permanenza di Cristo nel tempo degli uomini, in ogni momento di tempo. La Sua azione invasiva su quegli uomini chiamati da Gesù, li rende Corpo mistico nella storia, permanenza contemporanea alla vita di ogni uomo, della Sua azione e della Sua presa redentiva; la cui dilatazione nei secoli ha raggiunto sorprendentemente ed evidentemente la nostra vita. Prima ha afferrato la vita di alcuni, e poi di altri e poi di noi tutti. Sì, invochiamo Colui che, come il Papa ha affermato, è “il vero protagonista della missione”, e dalla cui continua iniziativa vivificante è sorta la nostra Compagnia, come modalità e tocco particolare dell’unica Compagnia di Cristo che è la santa Chiesa; la nostra Compagnia come il modo di imparare a vivere e a seguire la Compagnia della santa Chiesa (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria coronata Regina
Lo preghiamo per essere chiariti nell’unica ragione della nostra Amicizia, perché la nostra coscienza sia questa ragione, questa costituzione; la nostra vita sia totalmente identificata con Cristo in tutto, totalmente dedita alla testimonianza della sua redenzione tra gli uomini, nel mondo. Abbatta tutto quello che ostacola questa incidenza su di noi, a partire da quei fattori che ho richiamato finora e che sono dentro la nostra responsabilità e la nostra libertà. Ci convinca del nostro peccato e della nostra debolezza, ci convinca della misericordia del Padre, della necessità – innanzitutto in noi – dell’azione salvifica di Cristo. Ci convinca della Bellezza di ciò che ci è accaduto, cioè del Cristianesimo, della Grazia dell’Avvenimento di Cristo; ci faccia sentire la necessità e l’urgenza – per noi e quindi per il mondo – della nostra Amicizia. Della presenza nel mondo della nostra Amicizia operativa, della nostra Comunione dentro la drammatica realtà di uomini e donne tragicamente orfani. Orfani perché senza Padre, cioè senza verità, senza significato e speranza, e quindi soli, dispersi, disperati, confusi, ammalati, preda della menzogna… (Ibi)