Meditazioni 9 gennaio 2012
(Ci lasciamo introdurre all’Affidamento di questo primo lunedì del tempo ordinario da questo brano di Nicolino, che particolarmente ci aiuta a permanere nel lavoro che ha mirabilmente segnato il tutto il nostro tempo di Natale)
In Gesù Cristo il Mistero, sorgente originale di ogni uomo e fondante ogni istante dell’uomo, si rivela come Avvenimento e compagnia di Uomo, dentro ogni istante dell’uomo. Gesù assume tutto l’umano su di sé, senza scartare nulla. Tutto l’umano, dal mangiare al bere, dalla sofferenza al male e alla morte. Dio ha scelto questo metodo inconcepibile per la redenzione e la salvezza dell’uomo: per noi uomini e per la nostra salvezza discende dal cielo, viene ad abitare in mezzo a noi in Cristo Gesù, tragicamente patisce e muore per noi; e risorge, risorge per noi. “Dio ci ha destinati alla salvezza per mezzo di Gesù Cristo”. Nella presenza di Cristo Risorto redime e salva ogni uomo, prendendo stabile dimora e permanendo come Avvenimento presente e redentivo nel tempo degli uomini attraverso la vita, la presenza di un Corpo, di un Popolo, di una Compagnia: la Chiesa. Ma se è presenza è una presenza sempre e in tutto. Se Cristo è il significato di tutto ciò che c’è, di tutto il tempo ed è il rapporto attraverso cui siamo chiariti e condotti al Destino, lo è sempre, in tutto quello che viviamo. Ed è proprio nelle circostanze concrete e sensibili, nelle condizioni in cui si svolge la vita, che siamo chiamati a sperimentarlo, a ricevere questa Grazia, a corrispondergli. La vocazione e l’“ambito” proprio e oggettivo per tutti di adesione a Lui, di corrispondenza alla sua presenza è proprio l’istante, il frammento, la circostanza… è tutta quella compagine di avvenimenti, rapporti e condizioni che definiscono la nostra storia e cammino quotidiano. La salvezza che Cristo rivela, che guadagna per ogni uomo e che permane come avvenimento vivo e giudizio oggettivo nella comunione e nella vita della Chiesa – nella vita della nostra comunione riconosciuta e aderita come modalità reale e pedagogica del Mistero della Chiesa – accade e riaccade come esperienza e come responsabilità nel frammento, nella circostanza, nell’istante che vivo… Siamo chiamati a riconoscere e ad obbedire alla sua Volontà obbedendo alla vita dovunque e comunque è chiamata ad espletarsi. Salta la logica del più grande e del più piccolo, del più o meno importante, del più ragguardevole o irrilevante, del più o meno prezioso e imponente… Non c’è più circostanza, fattore, rapporto o situazione più adeguata ed idonea, più preziosa o di maggior valore. Salta la logica della condizione più o meno favorevole, più o meno facile. Che ci piaccia o non ci piaccia, è cosi che Dio ci convoca, ci cambia, ci salva; e ci chiama ad amarlo, a corrispondere al suo Amore e ad affermarlo a tutti, a ciascuno, proprio dentro una umanità tesa, segnata e trasfigurata dall’amore e dall’obbedienza a Lui nell’attimo breve e qualsiasi (Nicolino Pompei, In ogni adesso Lui è, Nel frammento, Anno VII – Numero 3).
Canto d’invocazione allo Spirito Santo
La prima esigenza del cuore, questa sera, è ringraziare il Signore per come la Sua presenza si è manifestata a noi in questo tempo di Natale e per come la Sua iniziativa ci ha incessantemente raggiunti ed amorevolmente investiti. Ringraziamo il Signore particolarmente per Nicolino, per ciascuno di noi, per la comunità che in questo tempo si è ritrovata a “Castorano” e per Bibi e Giovanni… pregando per loro, desideriamo pregare anche per tutte le persone anziane e malate ed in particolare per Franca e per la piccola Shikofa. Alla Madonna affidiamo anche i nostri amici Marco e Maria che tra pochi giorni si sposeranno.
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù
Mentre tutti sono lì a bocca aperta, con gli occhi spalancati, in un ascolto attentissimo, in un silenzio che faceva ancor di più emergere la forza del suo grido, improvvisamente Giovanni si azzittisce. E il suo sguardo, normalmente rivolto a ciascuno dei presenti, lo ritroviamo a fissare intensamente la figura di un uomo – un uomo giovane, un trentenne – che gli sta venendo incontro. È Gesù, che come uno dei tanti è presente, e fa la fila come tutti, prima di presentarsi davanti a Giovanni. Pensate che cosa inaudita: il Mistero fatto uomo, il Mistero in cui tutto consiste fatto uomo, l’avvenimento della salvezza… come uno dei tanti tra la folla. Che si sottomette alla comune condotta di tutti… Gesù si presenta davanti a Giovanni per essere come tutti gli altri battezzato, ma lui vuole impedirglielo, e gli dice: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te e tu invece vieni a me?”. Ma Gesù lo fa tacere e gli impone di farlo, replicandogli: “Lascia per ora. Per noi infatti è doveroso adempiere ogni giustizia”. È un momento brevissimo ma intensissimo, di un’intensità unica. E Gesù, dopo il gesto dell’immersione, esce dall’acqua e riprende il suo cammino (Nicolino Pompei, Mostraci il Padre e ci basta… Chi ha visto Me ha visto il Padre).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
E accade il miracolo. C’è poco da discutere o da interpretare. C’è la realtà, evidentemente straordinaria di un fatto che accade davanti agli occhi dei Primi, che ancora una volta vince tutta quella umanissima perplessità, che non facciamo fatica ad immaginare in loro. C’è l’evidenza e la forza del fatto… In situazioni come questa, si rinnova quella domanda che continuamente si imponeva al cuore di chi lo seguiva o assisteva ad avvenimenti straordinari come questi: “Ma chi è costui?”. Qual è la vera natura di quest’uomo? La fede è proprio la risposta a questa domanda (Ibi).
Nel terzo mistero della luce contempliamo l’annuncio del Regno di Dio
È solo il Totalmente Altro da noi che ci può introdurre alla sua rivelazione e al suo riconoscimento. Noi non dobbiamo fare altro che essere nella sincerità e nella coerenza della nostra natura e lasciarci introdurre dal Mistero che si presenta, si fa incontro e ci introduce e ci porta alla verità di sé e al modo del rapporto con Lui. Qual è la domanda che segna tutta la preghiera originale di ogni uomo e che ci viene testimoniata costantemente dalla preghiera dei Salmi? – Mostrati Signore, perché se tu non ti mostri come potrò mai incontrarti? Questa è la domanda ed è questa la vera dinamica a cui devono ubbidire la libertà e la ragione dell’uomo (Ibi).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
Vedere Dio è la massima esplicitazione del desiderio dell’uomo, è la massima soddisfazione dell’esigenza del cuore, il massimo compimento della vita. Quindi non è sbagliata la domanda: Mostraci il Padre e ci basta. Ma a questa domanda Dio ha risposto. La risposta è Gesù. La domanda è totalmente esaudita e la risposta è Gesù, la sua presenza, proprio quella che sta davanti agli occhi dei discepoli, come per noi nella presenza della Chiesa… La verità di cui parla Gesù è proprio la rivelazione in se stesso di Dio e del suo disegno salvifico. È la comunione tra il Padre e il Figlio, di cui Gesù è la trasparenza, la piena e reale manifestazione attraverso cui l’uomo è chiamato ad accoglierla e a viverla. Ed è chiamato ad accoglierla e a viverla nella fede come riconoscimento pieno di Gesù (Ibi).
Nel quinto mistero della luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia
Nessuno – dice il Signore – viene a me se il Padre che mi ha mandato non lo attira… Nessuno ha visto il Padre tranne Colui che viene da Dio… Sono io il pane della vita, il pane vivo disceso dal cielo. Chi mangerà di questo pane vivrà in eterno. Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. Perché la mia carne è il vero cibo e il mio sangue è la vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui (Ibi).