Meditazioni 9 dicembre 2013
Festa della Venuta
L’Affidamento di questa sera coincide con la fella festa della Venuta, in cui si fa memoria dell’arrivo della Santa Casa a Loreto e si ringrazia Dio per questo dono. In questa notte nelle campagne marchigiane c’è la tradizione di accendere fuochi per “salutare la Madonna” e “illuminare il suo cammino verso Loreto”. Da secoli, attorno a questi fuochi, le comunità cristiane delle Marche si incontrano per pregare insieme e per festeggiare l’immenso dono che la Vergine Maria è per ognuno di noi e di cui la Santa Casa è memoria tutta particolare. Venendo a Loreto nel suo ultimo pellegrinaggio da Papa, Benedetto XVI ci ha detto: “Proprio qui a Loreto abbiamo l’opportunità di metterci alla scuola di Maria, di lei che è stata proclamata «beata» perché «ha creduto». Questo Santuario, costruito attorno alla sua casa terrena, custodisce la memoria del momento in cui l’Angelo del Signore venne da Maria con il grande annuncio dell’Incarnazione, ed ella diede la sua risposta. Questa umile abitazione è una testimonianza concreta e tangibile dell’avvenimento più grande della nostra storia: l’Incarnazione; il Verbo si è fatto carne, e Maria, la serva del Signore, è il canale privilegiato attraverso il quale Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi. Maria ha offerto la propria carne, ha messo tutta se stessa a disposizione della volontà di Dio, diventando «luogo» della sua presenza, «luogo» in cui dimora il Figlio di Dio”. Invocando insieme lo Spirito Santo, chiediamo di essere docili alla Sua azione come lo è Maria. E chiediamo di essere aperti ad accogliere la missione che Dio ci affida con la prontezza con cui Maria va da Elisabetta. Sottolineando questa testimonianza, Benedetto XVI ci ha aiutato a riflettere sul significato del punto in cui – non a caso – si trova la Santa Casa, dicendoci: “Essa fu collocata sopra una strada. La cosa potrebbe apparire piuttosto strana: dal nostro punto di vista, infatti, la casa e la strada sembrano escludersi. In realtà, proprio in questo particolare aspetto, è custodito un messaggio singolare di questa Casa. Essa non è una casa privata, non appartiene a una persona o a una famiglia, ma è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla strada di tutti noi. Allora, qui a Loreto, troviamo una casa che ci fa rimanere, abitare, e che nello stesso tempo ci fa camminare, ci ricorda che siamo tutti pellegrini, che dobbiamo essere sempre in cammino verso un’altra abitazione, verso la casa definitiva, verso la Città eterna, la dimora di Dio con l’umanità redenta”.
…Invocazione allo Spirito Santo
Affidiamo alla Madonna ciascuno di noi, Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore. In particolare preghiamo per tutte le persone malate, per Filippo, per Francesco e per Patrizia.
I Misteri Della Gioia
Le meditazioni di questa sera sono tratte dal brano di Papa Francesco che abbiamo voluto per il nostro Volantino di Natale di quest’anno (brano ripreso dalla sua Omelia ai catecumeni del 23.11.13) e che al termine dell’Affidamento ci sarà consegnato in dono.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’Angelo a Maria
Venite da molti Paesi diversi, da tradizioni culturali ed esperienze differenti. Eppure, sentiamo di avere tra di noi tante cose in comune. Soprattutto ne abbiamo una: il desiderio di Dio. Questo desiderio è evocato dalle parole del Salmista: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?” (Sal 42,2-3). Quanto è importante mantenere vivo questo desiderio, questo anelito ad incontrare il Signore e fare esperienza di Lui, fare esperienza del suo amore, fare esperienza della sua misericordia! Se viene a mancare la sete del Dio vivente, la fede rischia di diventare abitudinaria, rischia di spegnersi, come un fuoco che non viene ravvivato. Rischia di diventare “rancida”, senza senso.
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Dio non ci ha creato per essere soli, chiusi in noi stessi, ma per poter incontrare Lui e per aprirci all’incontro con gli altri. Dio per primo viene verso ognuno di noi; e questo è meraviglioso! Lui viene incontro a noi! Nella Bibbia Dio appare sempre come colui che prende l’iniziativa dell’incontro con l’uomo: è Lui che cerca l’uomo, e di solito lo cerca proprio mentre l’uomo fa l’esperienza amara e tragica di tradire Dio e di fuggire da Lui. Dio non aspetta a cercarlo: lo cerca subito. È un cercatore paziente il nostro Padre! Lui ci precede e ci aspetta sempre. Non si stanca di aspettarci, non si allontana da noi, ma ha la pazienza di attendere il momento favorevole dell’incontro con ciascuno di noi.
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
E quando avviene l’incontro, non è mai un incontro frettoloso, perché Dio desidera rimanere a lungo con noi per sostenerci, per consolarci, per donarci la sua gioia. Dio si affretta per incontrarci, ma mai ha fretta di lasciarci. Resta con noi. Come noi aneliamo a Lui e lo desideriamo, così anche Lui ha desiderio di stare con noi, perché noi apparteniamo a Lui, siamo “cosa” sua, siamo le sue creature. Anche Lui, possiamo dire, ha sete di noi, di incontrarci. Il nostro Dio è assetato di noi. E questo è il cuore di Dio. È bello sentire questo.
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
La fede è un cammino con Gesù. Ricordate sempre questo: la fede è camminare con Gesù; ed è un cammino che dura tutta la vita. Alla fine ci sarà l’incontro definitivo. Certo, in alcuni momenti di questo cammino ci sentiamo stanchi e confusi. La fede però ci dà la certezza della presenza costante di Gesù in ogni situazione, anche la più dolorosa o difficile da capire. Siamo chiamati a camminare per entrare sempre di più dentro al mistero dell’amore di Dio, che ci sovrasta e ci permette di vivere con serenità e speranza.
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Vi invito a custodire l’entusiasmo del primo momento che vi ha fatto aprire gli occhi alla luce della fede; a ricordare, come il discepolo amato, il giorno, l’ora in cui per la prima volta siete rimasti con Gesù, avete sentito il suo sguardo su di voi. Non dimenticare mai questo sguardo di Gesù su te, su te, su te… Non dimenticare mai questo sguardo! È uno sguardo d’amore. E così sarete sempre certi dell’amore fedele del Signore. Lui è fedele. E siate certi: Lui non vi tradirà mai!