Meditazioni 8 settembre 2014
Natività della Beata Vergine Maria
Occorre imparare a dire sì: avvenga di me secondo Te. Solo dicendo sì a Cristo, al Mistero fatto carne, nelle circostanze evitabili ed inevitabili, negli istanti più brevi o più evidenti che formano la nostra esistenza, la vita cambia, Cristo ci cambia, ci fa crescere come uomini nuovi; sperimentiamo l’uomo nuovo, quel centuplo – nell’interezza dell’esperienza umana – promesso da Gesù. Occorre essere determinati a vivere questa continua tensione. Ciò che deve incessantemente sostenerla e alimentarla è la preghiera. La prima forma di obbedienza è la preghiera. “O Dio vieni a salvarmi, vieni presto in mio aiuto; sii luce e forza al mio passo fragile, debole, che fugge da Te; aiutami ad attaccarmi a Te, ad obbedirti; sia fatta la tua Volontà su di me, su quello che faccio, su questo istante; su ogni istante non prevalga la mia, ma la tua Volontà…”. Occorre pregare per ridestare e ravvivare sempre il nostro cuore alla posizione originale, alla posizione del bambino, per vivere quell’abbandono necessario come corrispondenza al suo inesauribile Amore: “Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo, non vado in cerca di cose grandi (quelle che stabilisco io come grandi e in cui pretendo di far consistere la mia ricchezza, la mia consistenza). Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia” (Sal 131) (Nicolino Pompei, Egli è la pietra…, pag. 50-51).
In questo giorno in cui festeggiamo la nascita di Maria Santissima e ringraziamo il Signore per il dono che la Madonna è per ciascun uomo, affidiamo a lei Papa Francesco e tutte le sue intenzioni, in particolare preghiamo per la pace in Ucraina, nel Lesotho, e per tutti i cristiani che in Iraq e nel mondo continuano ad essere perseguitati a causa della fede. Preghiamo per Nicolino, per Alessandra, per Pietro, per Marco, per Maria, per Sara, per Serena, per Mirko e per la sua famiglia.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Affidiamoci come bambini alla materna presenza [di Maria]. Guardiamola sempre e domandiamole sempre che la nostra libertà si inserisca nella sua, che il nostro “sì” si innesti nel suo “sì”, nel suo “sì” a Dio. Preghiamo l’Angelus desiderandolo, desiderando che il nostro cuore ora si sposti dalla parte del cuore con cui Lei ha detto “sì, accada di me secondo la tua Parola” (Nicolino Pompei, Chi vorrà salvare la propria vita…, pag. 43-44).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Tu, o Maria, sei la pienezza e la certezza di quello che siamo chiamati ad essere, la pienezza esemplare per tutta la santa Chiesa di ciò che siamo chiamati a vivere come abbandono al Mistero, a Dio, a Cristo nell’istante breve. Con il tuo “sì” ci hai dato Gesù, ci hai dato Dio che si rivela nella carne di Gesù (Ibi).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Dice Origene: “A che ti serve che Cristo sia venuto un tempo nella carne, se non è venuto anche nella tua anima, nella tua carne? (Se non posso mostrare che Egli viene ed è presente ora nella mia carne?). Preghiamo dunque perché ogni giorno il suo avvento si compia in noi, affinché possiamo dire: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,20)” (cfr. Origene, In Luc., 22, 1-5) (Ibi).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Non possiamo che invocare la Madonna […]. Invocarla come l’Altissima creatura in cui si è dimostrata la pienezza e la perfezione di una creatura nel rapporto con il Mistero, l’Altissima creatura in cui si è realizzata ed espressa la perfezione dell’umano come abbandono totale al Mistero e all’iniziativa di Dio (Ibi).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
[O Maria,] ci sostenga la tua materna e potente compagnia nella risposta che siamo ora chiamati a dare all’iniziativa del Mistero, che ci sta avvolgendo e chiamando proprio adesso […]. Ci sostenga ad assumerla come tensione normale dentro il drammatico cammino della vita, nel drammatico rapporto con la realtà di ogni giorno (Ibi).