Meditazioni 8 ottobre 2018
Tutto quello che siamo chiamati a vivere è tenere fisso lo sguardo a Gesù, dove è la vera vita e la vera gioia del cuore: si può immaginare qualcosa di più semplice e più facile di guardare in faccia Uno presente? Nessuno sforzo titanico, nessun progetto di coerenza o di perfezione normativa, nessuna capacità eroica ed eccezionale. Semplicemente il tendere di tutto noi stessi a guardare la presenza di Gesù, che sempre ci viene incontro mendicando il nostro sguardo. Rendendo ancora più semplice il guardarlo. Semplicissimo ma drammatico. Perché questo comporta lo smettere di adorare se stessi, di seguire se stessi, di affermare se stessi come misura, di voler far consistere in se stessi la vita. “Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi la perderà per me la salverà…”. […] Basta un accenno di sguardo per essere tirati dentro il Suo. Il Suo sempre presente e sempre fedele. Occorre semplicemente cedere all’attrattiva del Suo sguardo che ci investe sempre. Accettando di lasciarsi spostare dal nostro dominio – dentro cui la vita perde sempre – per lasciarsi definire dalla Sua signoria – dentro cui la vita si trova e si guadagna sempre (Nicolino Pompei, Guardate a Lui e sarete raggianti).
Preghiamo per Nicolino, perché il Signore lo mantenga sempre fedele alla Sua chiamata. Preghiamo per Paolo e Ilaria che sabato celebreranno il sacramento del loro matrimonio e per Matteo che riceverà la cresima domenica prossima e per Maria Sol che l’ha ricevuta ieri. Preghiamo per Mirko, Emilia, Marisa, Franco e tutti i nostri cari defunti. Preghiamo per tutti i malati e le persone in difficoltà, in particolare per Vincenzo, Maria Pia, Paolo, un signore di Ancona, Elena, Augusto, Mario, Francesca, Monica, Caterina, Pietro, Giancarlo, Francesca, Samantha, Ornella, Santino, Eleonora, Giorgio, Iolanda, Giuseppe e Silvia. Preghiamo per Papa Francesco, per l’unità della Chiesa e per il Sinodo sui giovani.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
«Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto» (Gv 14,26). In questo modo così semplice, Gesù offre ai suoi discepoli la garanzia che accompagnerà tutta l’opera missionaria che sarà loro affidata: lo Spirito Santo sarà il primo a custodire e mantenere sempre viva e attuale la memoria del Maestro nel cuore dei discepoli. È Lui a far sì che la ricchezza e bellezza del Vangelo sia fonte di gioia e novità costanti. All’inizio di questo momento di grazia per tutta la Chiesa, in sintonia con la Parola di Dio, chiediamo con insistenza al Paraclito che ci aiuti a fare memoria e a ravvivare le parole del Signore che facevano ardere il nostro cuore (cfr Lc 24,32). Ardore e passione evangelica che generano l’ardore e la passione per Gesù. Memoria che possa risvegliare e rinnovare in noi la capacità di sognare e sperare (Papa Francesco, Omelia di apertura del Sinodo sui giovani, 03.10.18).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Il Sinodo che stiamo vivendo è un momento di condivisione. Desidero dunque, all’inizio del percorso dell’Assemblea sinodale, invitare tutti a parlare con coraggio e parresia, cioè integrando libertà, verità e carità. Solo il dialogo può farci crescere. Una critica onesta e trasparente è costruttiva e aiuta, mentre non lo fanno le chiacchiere inutili, le dicerie, le illazioni oppure i pregiudizi. E al coraggio del parlare deve corrispondere l’umiltà dell’ascoltare (Papa Francesco, Discordo di apertura del Sinodo sui giovani, 03.10.18).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Il discernimento si fonda sulla convinzione che Dio è all’opera nella storia del mondo, negli eventi della vita, nelle persone che incontro e che mi parlano. Per questo siamo chiamati a metterci in ascolto di ciò che lo Spirito ci suggerisce, con modalità e in direzioni spesso imprevedibili. Il discernimento ha bisogno di spazi e di tempi. Per questo dispongo che durante i lavori, in assemblea plenaria e nei gruppi, ogni 5 interventi si osservi un momento di silenzio – circa tre minuti – per permettere ad ognuno di prestare attenzione alle risonanze che le cose ascoltate suscitano nel suo cuore, per andare in profondità e cogliere ciò che colpisce di più. Questa attenzione all’interiorità è la chiave per compiere il percorso del riconoscere, interpretare e scegliere (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione di Maria in cielo
Occorre, da una parte, superare con decisione la piaga del clericalismo. Infatti, l’ascolto e l’uscita dagli stereotipi sono anche un potente antidoto contro il rischio del clericalismo, a cui un’assemblea come questa è inevitabilmente esposta, al di là delle intenzioni di ciascuno di noi. Esso nasce da una visione elitaria ed escludente della vocazione, che interpreta il ministero ricevuto come un potere da esercitare piuttosto che come un servizio gratuito e generoso da offrire; e ciò conduce a ritenere di appartenere a un gruppo che possiede tutte le risposte e non ha più bisogno di ascoltare e di imparare nulla, o fa finta di ascoltare. Il clericalismo è una perversione ed è radice di tanti mali nella Chiesa: di essi dobbiamo chiedere umilmente perdono e soprattutto creare le condizioni perché non si ripetano. Occorre però, d’altra parte, curare il virus dell’autosufficienza e delle affrettate conclusioni di molti giovani (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria coronata regina
Fratelli e sorelle, che il Sinodo risvegli i nostri cuori! Il presente, anche quello della Chiesa, appare carico di fatiche, di problemi, di pesi. Ma la fede ci dice che esso è anche il kairos in cui il Signore ci viene incontro per amarci e chiamarci alla pienezza della vita. Il futuro non è una minaccia da temere, ma è il tempo che il Signore ci promette perché possiamo fare esperienza della comunione con Lui, con i fratelli e con tutta la creazione. Abbiamo bisogno di ritrovare le ragioni della nostra speranza e soprattutto di trasmetterle ai giovani, che di speranza sono assetati; come ben affermava il Concilio Vaticano II: «Legittimamente si può pensare che il futuro dell’umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza» (Cost. past. Gaudium et spes, 31) (Ibi).
prima della benedizione finale
All’Angelus di ieri il Santo Padre Francesco ha rinnovato a tutti l’invito di pregare il Rosario ogni giorno nel mese di ottobre, concludendolo con l’antifona “Sotto la tua protezione” e la preghiera a San Michele Arcangelo, per respingere gli attacchi del diavolo che vuole dividere la Chiesa.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o vergine gloriosa e benedetta.
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, sii nostro presidio contro le malvagità e le insidie del demonio. Capo supremo delle milizie celesti, fa’ sprofondare nell’inferno, con la forza di Dio, Satana e gli altri spiriti maligni che vagano per il mondo per la perdizione delle anime. Amen.