Meditazioni 8 luglio 2013
Invochiamo la Madonna e, attraverso di Lei, lo Spirito Santo. Lo Spirito che, investendo misteriosamente la sua carne, le ha permesso di partorire Dio nel tempo come uomo. Chi può essere più caro alla nostra vita se non quell’Uomo partorito da quella donna di nome Maria, tutta investita dalla presenza dello Spirito Santo? E se invochiamo la Madonna e lo Spirito Santo, possiamo essere certi che tutta la loro iniziativa su di noi non potrà essere per meno di Colui che la Madonna ha partorito nella forza vivificante dello Spirito Santo. Alla mamma non possiamo chiedere qualcosa di meno o di diverso da suo figlio, qualcosa che assomigli a suo figlio. Alla santissima mamma possiamo solo chiedere il figlio, quel figlio, quella presenza, Gesù. E la mamma è sempre sicura mediatrice tra la nostra supplica e la presenza di Gesù. Proprio a Lei, nella forza dello Spirito Santo, domandiamo che la nostra vita non sia mai meno del desiderio di Lui. Che la Sua presenza risulti in noi come ciò che abbiamo di più caro, come la presenza che decide di tutta la nostra vita in ogni suo istante (Nicolino Pompei, Quello che abbiamo di più caro è Cristo stesso).
…Invocazione allo Spirito Santo
Oggi il Santo Padre Francesco si è recato a Lampedusa per incontrare gli immigrati accolti nell’isola e per pregare per i tanti migranti morti in mare alla ricerca di un futuro migliore. Ci uniamo alla sua preghiera e, come ci ha indicato stamattina, “domandiamo al Signore che cancelli ciò che di Erode è rimasto anche nel nostro cuore; domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, di piangere sulla crudeltà che c’è nel mondo, in noi, anche in coloro che nell’anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada a drammi come questo”. Chiediamo di sentire oggi, come rivolte a noi, la domanda che Dio pone ad Adamo dopo il peccato: “Adamo dove sei?” e a Caino dopo l’omicidio di Abele: “Dov’è tuo fratello?”.
In comunione con il Papa vogliamo anche pregare per tutti i seminaristi, i novizi e le novizie che in questo fine settimana ha incontrato a Roma per il pellegrinaggio nell’Anno della fede.
Ringraziamo il Signore per il dono della Vacanza studenti che si è appena conclusa e preghiamo per tutti i ragazzi che hanno vissuto questa esperienza. Preghiamo per la piccola Irene Aurora, per i suoi genitori e per la casa famiglia Nain che in questi giorni la accoglierà; preghiamo per i nostri amici Dayo, Deborah e il loro figlioletto Gabriel che sabato riceverà il Battesimo; preghiamo per Alessandro, di cui domani ricorre il terzo anniversario della morte, e per i suoi genitori Gizio e Rossana. Affidiamo a Maria Santissima anche Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Nella pienezza dei tempi, la Parola di Dio si è rivolta a Maria, ed ella l’ha accolta con tutto il suo essere, nel suo cuore, perché in lei prendesse carne e nascesse come luce per gli uomini. San Giustino Martire, nel suo Dialogo con Trifone, ha una bella espressione in cui dice che Maria, nell’accettare il messaggio dell’Angelo, ha concepito “fede e gioia”. Nella Madre di Gesù, infatti, la fede si è mostrata piena di frutto, e quando la nostra vita spirituale dà frutto, ci riem-piamo di gioia, che è il segno più chiaro della grandezza della fede (Papa Francesco, Lumen fidei).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Nella parabola del seminatore, san Luca riporta queste parole con cui Gesù spiega il significato del “terreno buono”: «Sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza». Nel contesto del Vangelo di Luca, la menzione del cuore integro e buono, in riferimento alla Parola ascoltata e custodita, costituisce un ritratto implicito della fede della Vergine Maria. Lo stesso evangelista ci parla della memoria di Maria, di come conservava nel cuore tutto ciò che ascoltava e vedeva, in modo che la Parola portasse frutto nella sua vita. La Madre del Signore è icona perfetta della fede, come dirà santa Elisabetta: « Beata colei che ha creduto » (Ibi).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Nel concepimento verginale di Maria abbiamo un segno chiaro della filiazione divina di Cristo. L’origine eterna di Cristo è nel Padre, Egli è il Figlio in senso totale e unico; e per questo nasce nel tempo senza intervento di uomo. Essendo Figlio, Gesù può portare al mondo un nuovo inizio e una nuova luce, la pienezza dell’amore fedele di Dio che si consegna agli uomini. D’altra parte, la vera maternità di Maria ha assicurato per il Figlio di Dio una vera storia umana, una vera carne nella quale morirà sulla croce e risorgerà dai morti. Maria lo accompagnerà fino alla croce, da dove la sua maternità si estenderà ad ogni discepolo del suo Figlio (Ibi).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa.
Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede (Ibi).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore! (Ibi).