Meditazioni 8 giugno 2009
“… Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito si sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente, perché comprendiate a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità tra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo…”. Quale capacità può trovare in noi questa comprensione se non quella della domanda, della mendicanza… La “capacità” propria dei piccoli, degli umili, dei poveri, di chi sa che la vita, la sua luce, il suo bene, la sua ricchezza, la sua consistenza, il suo riscatto, il suo continuo recupero, il suo amore è proprio un Altro, il Totalmente Altro, di cui Cristo è la sorprendente rivelazione storica. Lo Spirito Santo sostenga e sorregga il cuore ad essere se stesso secondo la sua natura, cioè esigenza ed attesa di tutto, del Tutto. Sorregga e renda stabile il nostro cuore all’accoglienza continua di ciò che è decisivo per la vita e che forma proprio tutto il suo desiderio. Ciò di cui non siamo capaci mai, ma di cui siamo e dobbiamo essere domanda e attesa sempre (Nicolino Pompei, Caritas Christi urget nos).
Invocazione allo Spirito Santo
Richiamati e sostenuti dall’ulteriore esperienza di Grazia che molti di noi hanno vissuto ieri nella tendopoli di Pianola insieme a Nicolino e al Vescovo dell’Aquila, Ti ringraziamo, Gesù, per la gioia che colma il nostro cuore e Ti chiediamo la Grazia di essere seri nella responsabilità che attraverso questa occasione ci hai rinnovato. Alla tua materna protezione e alla tua potente intercessione, o Maria, affidiamo ciascuna delle persone che ieri abbiamo incontrato, tutte le vittime del terremoto, il Vescovo e i sacerdoti della diocesi dell’Aquila, Domenico e Daniela che sabato celebreranno il Sacramento del loro Matrimonio, Giancarlo e tutte le persone malate. O Maria, Madre nostra dolcissima, abbi particolarmente cura della nostra Compagnia e di Nicolino. Prega per noi, Santa Madre di Dio.
Nel primo Mistero della Luce contempliamo il Battesimo di Gesù
Nel Battesimo di Cristo al Giordano, o Padre, hai operato segni prodigiosi per manifestare il mistero del nuovo lavacro: dal cielo hai fatto udire la tua voce, perché il mondo credesse che il tuo Verbo era in mezzo a noi; con lo Spirito che si posava su di lui come colomba hai consacrato il tuo Servo con unzione sacerdotale, profetica e regale, perché gli uomini riconoscessero in lui il Messia, inviato a portare ai poveri il lieto annunzio.
Nel secondo Mistero della Luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Dall’antico avversario venne la rovina, dal grembo verginale della figlia di Sion è germinato colui che ci nutre con il pane degli angeli ed è scaturita per tutto il genere umano la salvezza e la pace. La grazia che Eva ci tolse ci è ridonata in Maria. In lei, madre di tutti gli uomini, la maternità, redenta dal peccato e dalla morte, si apre al dono della vita nuova. Dove abbondò la colpa, sovrabbonda la tua misericordia, Padre, in Cristo nostro salvatore.
Nel terzo Mistero della Luce contempliamo Gesù che annuncia la venuta del Regno di Dio
Nella pienezza dei tempi, o Padre, hai mandato il tuo Figlio, ospite e pellegrino in mezzo a noi, per redimerci dal peccato e dalla morte; e hai donato il tuo Spirito, per fare di tutte le nazioni un solo popolo nuovo che ha come fine il tuo regno, come condizione la libertà dei figli di Dio, come statuto il precetto dell’amore.
Nel quarto Mistero della Luce contempliamo la Trasfigurazione di Gesù
Dinanzi a testimoni da lui prescelti, Cristo rivelò la sua gloria e nella sua umanità, in tutto simile alla nostra, fece risplendere una luce incomparabile, per preparare i suoi discepoli a sostenere lo scandalo della croce e anticipare, nella Trasfigurazione, la meravigliosa sorte della Chiesa, suo mistico corpo.
Nel quinto Mistero della Luce contempliamo Gesù che istituisce l’Eucarestia
Cristo, Sacerdote vero ed eterno, istituì il rito del sacrificio perenne; a te, o Padre, per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria. Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa.