Meditazioni 7 febbraio 2011
“In Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c’è una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici. Sotto questi portici giaceva una folla di ammalati, ciechi, zoppi e paralitici… c’era là un uomo infermo da 38 anni. Gesù, vedendolo disteso e saputo che da molto tempo stava così, in quella condizione, gli si avvicinò e gli disse: vuoi guarire?” […] Dentro qualsiasi condizione o situazione la nostra vita si possa ritrovare, anche dentro le mille obiezioni e fatiche che possono scaturire da questa condizione, Gesù adesso ci ripete la stessa domanda. Non conta se sei l’ultimo arrivato o da vent’anni partecipi a questa Compagnia. È rivolta a tutti questa domanda adesso: vuoi guarire? Che strana domanda, è ovvio che quell’uomo lo voglia, sta lì apposta per questo. Eppure Gesù la pone, a quell’uomo come la pone a noi adesso. Perché? Forse per renderci coscienti di noi stessi, della nostra strutturale impotenza e incapacità e del fatto che tutta la nostra vera forza e capacità sono dentro la domanda e il desiderio che abitano il cuore. E che il potere e la capacità sono tutti in Lui. Lui ha il potere e la capacità di superare tutte le nostre obiezioni e i limiti che scaturiscono dalle nostre condizioni di vita, che spesso rinfacciamo e dentro cui ci nascondiamo assumendoli come alibi. Ma Gesù dice anche a noi adesso: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina (Nicolino Pompei, La bocca non sa dire né la parola esprimere: solo chi lo prova può credere cosa sia amare Gesù)
… Invocazione allo Spirito Santo
All’Angelus di ieri il Santo Padre ci ha ricordato che il prossimo 11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes, celebreremo la Giornata Mondiale del Malato; in comunione con il Papa, questa sera vogliamo particolarmente pregare per tutte le persone malate nel corpo e nello spirito, mendicando per esse il dono della guarigione. Ci uniamo alla preghiera del Santo Padre anche per la delicata situazione dell’Egitto, perché “quella terra benedetta dalla presenza della Santa Famiglia ritrovi la tranquillità e la pacifica convivenza, nell’impegno condiviso per il bene comune”. Con il Papa “invochiamo la materna intercessione della Vergine Maria, affinché i genitori, i nonni, gli insegnanti, i sacerdoti e quanti sono impegnati nell’educazione possano formare le giovani generazioni alla sapienza del cuore, perché raggiungano la pienezza della vita” (Angelus del 6.02.11). A Maria Santissima affidiamo ciascuno di noi e Nicolino, pregando per tutte le sue intenzioni.
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”. Ma Gesù gli rispose: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento (Mt 3,13-17).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. E Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le anfore”; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”. Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”. Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,3-5.9a.10-11)
Nel terzo mistero della luce contempliamo l’annuncio del Regno di Dio
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui (Mc 1,14-20).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto: ascoltatelo!”. Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto (Lc 9,28b-31.33-36).
Nel quinto mistero della luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia
Quando venne l’ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio”. Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi” (Lc 22,14-23.56).