Meditazioni 6 marzo 2017
“Vi ho chiamato amici, perché tutto quello che ho udito dal Padre mio ve l’ho fatto conoscere… E vi ho costituiti perché andiate e portiate il frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 15-16). Invochiamo la Madonna e lo Spirito Santo perché possiamo sentire sempre più l’urgenza della nostra responsabilità e del compito – per noi e per ogni uomo – della nostra chiamata ad essere amici che portano il Significato di tutto. È l’uomo vivente – centuplicato – la gloria del Dio Vivente; è nell’umano afferrato, reso vivo e centuplicato da Cristo la Sua gloria, e la Sua attrattiva sugli uomini. Occorre lasciare scardinare e rinnovare il modo in cui fino ad ora molti di noi hanno vissuta questa Compagnia, continuando di fatto a scartare Cristo dall’adesione, dall’ascolto, dai rapporti, dalla sequela, dal lavoro e anche dalla preghiera. Si può pregare non pregando Cristo, non spostandosi dalla parte di Chi preghiamo, dalla parte della realtà delle parole con cui preghiamo. Rinnoviamolo ora il nostro “sì”, ma lasciamo che sia Colui a cui questo sì è detto a determinare realmente la vita. E i nostri rapporti siano solo per il sì a Cristo, siano aiuto, quotidiano e reale aiuto – fino alla correzione amorevole – alla conversione, all’urgente metànoia. Perché risulti l’io, un io intero, maturo, libero ed intelligente, segnato da un giudizio su tutto e da una carità visibile ed operativa nel bisogno dell’uomo. Perché si affermi l’Avvenimento decisivo di ogni istante, l’affezione dentro ogni affetto, la scelta dentro ogni scelta, lo sguardo dentro ogni sguardo, la preferenza dentro ogni rapporto, la totalità dentro ogni frammento, la vera moralità dentro ogni mossa, la presa e il possesso dentro ogni rapporto e fattore, la consistenza e l’obbedienza di ogni momento; la Presenza a cui lasciare modulare e trasfigurare la vita dentro ogni rapporto, fattore e circostanza. Il centuplo e la vita eterna (Nicolino Pompei, Il centuplo adesso e in eredità la vita eterna).
Invocando la Madonna e lo Spirito Santo per Nicolino e per ciascuno di noi, preghiamo in particolare per Papa Francesco e i suoi collaboratori, che fino a venerdì faranno gli esercizi spirituali; preghiamo per Cristina e per la sua famiglia; preghiamo per Francesco, di cui oggi è stato celebrato il funerale e per Pasquale Bruni, Pasquale Massa e Calogero di cui in questi giorni ricorrono gli anniversari della morte.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi
Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12, 1-2).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come un agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca (Is 53, 6-7a).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia (1Pt 2, 20b-23).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la croce
Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53, 4a.5).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti (1Pt 2, 21-25a).