Meditazioni 6 giugno 2016
Ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato. Anche solo per la fede di un istante, in questo istante, lasciamo entrare Gesù nella nostra vita. Lasciamoci prendere e portare da Gesù a vivere con Lui la vita di ogni giorno. Facciamolo entrare dentro il nostro tempo, l’affronto delle circostanze, i nostri rapporti, dentro il nostro matrimonio, dentro la coniugalità sfinita e logorata di molti di noi, dentro il drammatico e faticoso lavoro di ogni giorno; nel terreno del nostro umano ferito, impaurito e affaticato, misero e decadente, sfinito e sfibrato dai nostri ripetuti peccati e tradimenti. E supplichiamolo con lo stesso cuore di quegli uomini e quelle donne che abbiamo incontrato in questo nostro percorso: ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato. Dal profondo del mio cuore a te grido o Signore, ti prego ascolta la mia voce. Se consideri le colpe, o Signore, chi potrà sussistere. Ma sono certo, certissimo: presso di te è solo il perdono. O Signore, sono davanti a te senza niente da offrirti, se non la mia miseria. Sono a mani vuote, niente ti posso regalare se non la mia miseria, il mio peccato, l’amarezza e il dolore per il mio peccato, nell’assoluta certezza del tuo perdono. Con lo stesso cuore del buon ladrone, con la stessa confidenza supplice del buon ladrone, ti prego, Signore, attirami a te, attira tutto il mio cuore, attira tutto me stesso a te e al tuo amore. Di’ soltanto una parola ed io sarò salvato. Rivolgimi tutto il tuo sguardo e sollevami a te risollevandomi alla vita in te (Nicolino Pompei, Ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato).
A Te, o Maria Santissima, Madre di Gesù e Madre nostra dolcissima, affidiamo ciascuno di noi, Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore; in particolare preghiamo per Antonio, per Marco e per tutti i nostri cari malati. In comunione con Papa Francesco preghiamo per tutti i sacerdoti che in occasione della Festa del Sacro Cuore hanno vissuto il loro giubileo col Santo Padre; alla Madonna affidiamo anche i bambini, i ragazzi e gli insegnanti che hanno appena concluso l’anno scolastico e che si stanno preparando agli esami. Ieri in molte città italiane si è votato per le elezioni amministrative: preghiamo perché coloro che si sono candidati all’amministrazione del bene comune vivano quest’impegno con responsabilità, serietà e carità.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Gestemani
L’amore fedele di Dio per il suo popolo si è manifestato e realizzato pienamente in Gesù Cristo, il quale, per onorare il legame di Dio con il suo popolo, si è fatto nostro schiavo, si è spogliato della sua gloria e ha assunto la forma di servo (Papa Francesco, Omelia del 27/06/14).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Nel suo amore non si è arreso davanti alla nostra ingratitudine e nemmeno davanti al rifiuto. Ce lo ricorda san Paolo: «Se noi siamo infedeli, lui – Gesù – rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso» (2Tm 2,13). Gesù rimane fedele, non tradisce mai: anche quando abbiamo sbagliato, Egli ci aspetta sempre per perdonarci: è il volto del Padre misericordioso (Ibi).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Questo amore, questa fedeltà del Signore manifesta l’umiltà del suo cuore: Gesù non è venuto a conquistare gli uomini come i re e i potenti di questo mondo, ma è venuto ad offrire amore con mitezza e umiltà. Così si è definito Lui stesso: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). (Ibi).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la croce
Il senso della festa del Sacro Cuore di Gesù è quello di scoprire sempre più e di farci avvolgere dalla fedeltà umile e dalla mitezza dell’amore di Cristo, rivelazione della misericordia del Padre. Noi possiamo sperimentare e assaporare la tenerezza di questo amore in ogni stagione della vita: nel tempo della gioia e in quello della tristezza, nel tempo della salute e in quello dell’infermità e della malattia. La fedeltà di Dio ci insegna ad accogliere la vita come avvenimento del suo amore e ci permette di testimoniare questo amore ai fratelli in un servizio umile e mite. (Ibi).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Cari fratelli, in Cristo noi contempliamo la fedeltà di Dio. Ogni gesto, ogni parola di Gesù lascia trasparire l’amore misericordioso e fedele del Padre. E allora dinanzi a Lui ci domandiamo: com’è il mio amore per il prossimo? So essere fedele? Oppure sono volubile, seguo i miei umori e le mie simpatie? Ciascuno di noi può rispondere nella propria coscienza. Ma soprattutto possiamo dire al Signore: Signore Gesù, rendi il mio cuore sempre più simile al tuo, pieno di amore e di fedeltà (Ibi).