Meditazioni 6 febbraio 2017
Nel racconto [evangelico dell’emorroissa] viene riportato che c’è una folla immensa che pressa Gesù, che invoca e grida il suo nome, ma solo lei, questa donna, lo cerca per toccarlo. Lo mendica nel suo cuore e lo cerca solo per toccarlo e attaccargli la vita, o meglio per lasciarsi contagiare e rigenerare da Lui. Se siamo qui, dopo tutti questi anni, per meno di questa domanda, ricerca e attesa di Gesù, per meno di questa esperienza di attaccamento a Lui, noi continueremo ad essere dei perdenti, a perdere Tutto quello per cui la vita c’è e in cui solo può rigenerarsi sino alla pienezza. Questa donna è, ancora una volta, la testimonianza che anche per la fede di un istante, anche per il desiderio di un attaccamento di un istante a Gesù, la vita può vedersi sempre rigenerata all’istante. Ne avessimo fatte anche di tutti i colori in tutti questi anni; avessimo solo presenziato formalmente questo cammino; avessimo continuato ad assicurare noi stessi a risposte parziali e tutte centrate su nostre misurazioni; fossimo anche noi qui con una vita emorragica, solo per la grazia e la domanda della fede di un istante, solo per la grazia di una apertura e di un cedimento di un istante alla presenza di Gesù che non viene mai meno, questa vita colpita da grave emorragia può trovarsi guarita, rigenerata e rimessa in cammino. Può ritrovarsi nello stupore di un nuovo inizio e di una nuova speranza. Può ritrovarsi nello stupore e nella commozione di una vita perdonata, liberata dall’incidenza debilitante di errori, fragilità, paure e angosce; rinfrancata e rinforzata da una nuova capacità di affronto, segnata e mossa solo dall’amore (Nicolino Pompei, … tutti ti cercano).
Chiediamo la grazia dell’apertura e del cedimento di questo istante alla presenza di Gesù perché la vita di ognuno di noi possa trovarsi ora guarita, rigenerata e rimessa in cammino. Lo chiediamo affidandoci alla Madonna e affidando a Lei particolarmente Nicolino. Preghiamo per tutte le persone malate; in particolare questa sera preghiamo per Cristina, Emma, Francesca, Franco, Maurizio di Ancona e Maurizio di San Benedetto del Tronto, Paola e Silvana. Come Papa Francesco ha detto ieri, nella Giornata per la vita, “preghiamo per i bambini che sono in pericolo d’interruzione della gravidanza, come pure per le persone che stanno alla fine della vita – ogni vita è sacra! – perché nessuno sia lasciato solo e l’amore difenda il senso della vita” (Angelus del 5/02/17).
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Cristo nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5,7-9).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia (1Pt 1,18-19).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo (2Tm 2,10-12a).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio (1Cor 1,22-24).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
L’amore di Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro (2Cor 5,14-15).