Meditazioni 6 agosto 2018
Festa della Trasfigurazione del Signore
Vedere Dio, l’abbiamo più volte ripetuto, è la massima esplicitazione del desiderio dell’uomo, è la massima soddisfazione dell’esigenza del cuore, il massimo compimento della vita. Quindi non è sbagliata la domanda: mostraci il Padre e ci basta. Ma a questa domanda Dio ha risposto. La risposta è Gesù. La domanda è totalmente esaudita e la risposta è Gesù, la sua presenza, proprio quella che sta davanti ai loro occhi, come per noi nella presenza della Chiesa. […]. La nostra Compagnia e il suo cammino, con tutti i suoi gesti, richiami e rapporti, ci sono solo per la contemporaneità della nostra vita alla sua presenza. Perché la vita conosca e riconosca Gesù come la rivelazione del mistero del Padre in cui tutto consiste e a cui tutto è destinato. Se non si arriva qui non andiamo da nessuna parte, non c’è la fede e quindi non c’è la vita. Gesù affermandolo a loro, lo riafferma a ciascuno di noi: “Chi vede me vede il Padre. E nessuno viene al Padre se non per mezzo mio. E nessuno viene a me se non perché lo attira il Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola” (Nicolino Pompei, Mostraci il Padre e ci basta…, pag 46 e 47)
“E per favore non dimenticatevi di pregare per me” – così conclude sempre Papa Francesco i suoi interventi all’Angelus della domenica. Con questa richiesta ci mostra sempre dove è il suo essere, quello che ha di più caro, dove sta la radice e il fondamento del suo pontificato, del suo sacerdozio, della sua vita. Mostra a chi è rivolto il suo sguardo e attaccato il suo cuore (cfr Nicolino Pompei, Quello che abbiamo di più caro è Cristo stesso, pag 39). In comunione con lui preghiamo per il Beato Papa Paolo VI che “morì la sera del 6 agosto 1978. Lo ricordiamo con tanta venerazione e gratitudine , in attesa della sua canonizzazione, il 14 ottobre prossimo. Dal cielo interceda per la Chiesa, che tanto ha amato, e per la pace nel mondo” (Papa Francesco, Angelus 05.08.18). Sabato e domenica il Santo Padre Francesco vivrà a Roma l’incontro con i giovani italiani; anche un gruppo di ragazzi della nostra Compagnia parteciperà a questo incontro con alcuni amici adulti. Preghiamo perché questo pellegrinaggio sia vissuto come la risposta alla chiamata del vicario di Cristo in terra che adesso ci convoca e ci interpella così; preghiamo perché questo gesto sia un modo di approfondire la conoscenza di Cristo Gesù e di essere aiutati a compiere le scelte che la vita ci pone davanti e che il Signore ci chiede di affrontare. Preghiamo anche per tutti i gesti che segnano il nostro cammino di questa estate, dall’Avvenimento in piazza alla vacanza, perché siano vissuti sempre all’altezza del desiderio del nostro cuore. Alla Madonna affidiamo Nicolino, ciascuno di noi, tutte le persone che stiamo incontrando grazie all’invito a questi gesti estivi e gli amici per cui ci è stato chiesto di pregare: Silvia, Rosina, Elena, Augusto, Vincenzo, Maria Pia, Paolo, Nenè, Robertina, Gianni’, Mario, Mirella, Barbara, Pink, don Pierino, Tullio, Gennaro, Alberto e Ornella. Preghiamo anche per le vittime del terremoto che ieri ha colpito l’Indonesia e per quanti hanno subito danni e perdite in questa catastrofe.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’Angelo a Maria
Carissimi giovani, come già sapete, abbiamo scelto di farci accompagnare in questo itinerario dall’esempio e dall’intercessione di Maria, la giovane di Nazareth che Dio ha scelto quale Madre del suo Figlio. Lei cammina con noi verso il Sinodo e verso la GMG di Panama. Se l’anno scorso ci hanno guidato le parole del suo cantico di lode – «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49) – insegnandoci a fare memoria del passato, quest’anno cerchiamo di ascoltare insieme a lei la voce di Dio che infonde coraggio e dona la grazia necessaria per rispondere alla sua chiamata: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30). Sono le parole rivolte dal messaggero di Dio, l’arcangelo Gabriele, a Maria, semplice ragazza di un piccolo villaggio della Galilea (Papa Francesco, Messaggio per la 33° GMG del 25.03.18)
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Maria, come altri personaggi delle Sacre Scritture, trema davanti al mistero della chiamata di Dio, che in un momento la pone davanti all’immensità del proprio disegno e le fa sentire tutta la sua piccolezza di umile creatura. L’angelo, leggendo nel profondo del suo cuore, le dice: «Non temere»! Dio legge anche nel nostro intimo. Egli conosce bene le sfide che dobbiamo affrontare nella vita, soprattutto quando siamo di fronte alle scelte fondamentali da cui dipende ciò che saremo e ciò che faremo in questo mondo. È il “brivido” che proviamo di fronte alle decisioni sul nostro futuro, sul nostro stato di vita, sulla nostra vocazione. In questi momenti rimaniamo turbati e siamo colti da tanti timori. Il primo motivo per non temere è proprio il fatto che Dio ci chiama per nome. L’angelo, messaggero di Dio, ha chiamato Maria per nome. Quando chiama per nome una persona, Dio le rivela al tempo stesso la sua vocazione, il suo progetto di santità e di bene, attraverso il quale quella persona diventerà un dono per gli altri e che la renderà unica (Ibi).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Cari giovani, l’essere chiamati per nome è dunque un segno della nostra grande dignità agli occhi di Dio, della sua predilezione per noi. E Dio chiama ciascuno di voi per nome. Voi siete il “tu” di Dio, preziosi ai suoi occhi, degni di stima e amati (cfr Is 43,4). Accogliete con gioia questo dialogo che Dio vi propone, questo appello che Egli rivolge a voi chiamandovi per nome (Ibi).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
L’angelo dice a Maria che ha già trovato grazia presso Dio, non che la otterrà in futuro. E la stessa formulazione delle parole dell’angelo ci fa capire che la grazia divina è continuativa, non qualcosa di passeggero o momentaneo, e per questo non verrà mai meno. Anche in futuro ci sarà sempre la grazia di Dio a sostenerci, soprattutto nei momenti di prova e di buio. La presenza continua della grazia divina ci incoraggia ad abbracciare con fiducia la nostra vocazione, che esige un impegno di fedeltà da rinnovare tutti i giorni. La strada della vocazione non è infatti priva di croci: non solo i dubbi iniziali, ma anche le frequenti tentazioni che si incontrano lungo il cammino. Il sentimento di inadeguatezza accompagna il discepolo di Cristo fino alla fine, ma egli sa di essere assistito dalla grazia di Dio (Ibi).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Quando ci apriamo alla grazia di Dio, l’impossibile diventa realtà. «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). La grazia di Dio tocca l’oggi della vostra vita, vi “afferra” così come siete, con tutti i vostri timori e limiti, ma rivela anche i meravigliosi piani di Dio! Voi giovani avete bisogno di sentire che qualcuno ha davvero fiducia in voi: sappiate che il Papa si fida di voi, che la Chiesa si fida di voi! E voi, fidatevi della Chiesa! Alla giovane Maria fu affidato un compito importante proprio perché era giovane. Voi giovani avete forza, attraversate una fase della vita in cui non mancano certo le energie. Impiegate questa forza e queste energie per migliorare il mondo, incominciando dalle realtà a voi più vicine. Carissimi giovani, il Signore, la Chiesa, il mondo, aspettano anche la vostra risposta alla chiamata unica che ognuno ha in questa vita! Mentre si avvicina la GMG di Panamá, vi invito a prepararvi a questo nostro appuntamento con la gioia e l’entusiasmo di chi vuol essere partecipe di una grande avventura. La GMG è per i coraggiosi! Non per giovani che cercano solo la comodità e che si tirano indietro davanti alle difficoltà. Accettate la sfida? (Ibi)