Meditazioni 5 ottobre 2009
La Chiesa dedica il mese di ottobre alla preghiera del Santo Rosario e ad una particolare sottolineature della missione. Ci introduciamo al Santo Rosario di questa sera rileggendo queste parole di Benedetto XVI: “Occorre fare esperienza in prima persona della bellezza e della profondità della preghiera del Rosario, una preghiera semplice ed accessibile a tutti. È necessario anzitutto lasciarsi condurre per mano dalla Vergine Maria a contemplare il volto di Cristo: volto gioioso, luminoso, doloroso e glorioso. Chi, come Maria e insieme con Lei, custodisce e medita assiduamente i misteri di Gesù, assimila sempre più i suoi sentimenti e si conforma a Lui. Mi piace, al riguardo, citare una bella considerazione del beato Bartolo Longo: Come due amici – egli scrive –, praticando frequentemente insieme, sogliono conformarsi anche nei costumi, così noi, conversando familiarmente con Gesù e la Vergine, nel meditare i Misteri del Rosario, e formando insieme una medesima vita con la Comunione, possiamo diventare, per quanto ne sia capace la nostra bassezza, simili ad essi, ed apprendere da questi sommi esemplari il vivere umile, povero, nascosto, paziente e perfetto”(Benedetto XVI – Pompei 2008).
… Invocazione allo Spirito Santo
In comunione con il Papa preghiamo per le popolazioni del Pacifico e del Sud Est asiatico, colpite negli ultimi giorni da violente calamità naturali: lo tsunami nelle Isole Samoa e Tonga; il tifone nelle Filippine, che successivamente ha riguardato anche Vietnam, Laos e Cambogia; il devastante terremoto in Indonesia. Preghiamo inoltre per le vittime dell’alluvione in Sicilia, per i loro cari e per tutti gli sfollati. Nella preghiera di questa sera vogliamo ricordare anche Marinella, un’amica che ha condiviso con noi i primissimi anni del cammino del nostro Movimento e che nei giorni scorsi Alla Madonna affidiamo anche Nicolino, le intenzioni del suo cuore e in particolare il nostro XIX Convegno ormai prossimo.
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù al fiume Giordano
“In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni”… Il fatto veramente nuovo è che Egli – Gesù – vuole farsi battezzare, che entra nella grigia moltitudine dei peccatori in attesa sulla riva del Giordano… Gesù si è preso sulle spalle il peso della colpa dell’intera umanità; lo portò con sé nel Giordano. Dà inizio così alla sua attività prendendo il posto dei peccatori (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, p 36-38).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Nel racconto evangelico delle nozze di Cana l’evangelista Giovanni mette in luce simbolicamente che Gesù è lo sposo d’Israele, del nuovo Israele che siamo noi tutti nella fede, lo sposo venuto a portare la grazia della nuova Alleanza, rappresentata dal “vino buono”. Al tempo stesso, il Vangelo dà risalto anche al ruolo di Maria, che viene detta all’inizio “la madre di Gesù”, ma che poi il Figlio stesso chiama “donna” – e questo ha un significato molto profondo: implica infatti che Gesù, a nostra meraviglia, antepone alla parentela il legame spirituale, secondo il quale Maria impersona appunto la sposa amata del Signore, cioè il popolo che lui si è scelto per irradiare la sua benedizione su tutta la famiglia umana.
Nel terzo mistero della luce contempliamo Gesù che annuncia la venuta del Regno di Dio e invita alla conversione
La presenza del Signore è fonte di gioia, perché, dove c’è Lui, il male è vinto e trionfano la vita e la pace. Vorrei sottolineare, in particolare, la stupenda espressione di Sofonia, che rivolgendosi a Gerusalemme dice: il Signore “ti rinnoverà con il suo amore” (3,17). Sì, l’amore di Dio ha questo potere: di rinnovare ogni cosa, a partire dal cuore umano, che è il suo capolavoro e dove lo Spirito Santo opera al meglio la sua azione trasformatrice. Con la sua grazia, Dio rinnova il cuore dell’uomo perdonando il suo peccato, lo riconcilia ed infonde in lui lo slancio per il bene. E così apriamo in quest’ora anche il nostro cuore a questo amore rinnovatore dell’uomo e di tutte le cose.
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
Dice l’evangelista Luca: “Gesù salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”. La trasfigurazione è un avvenimento di preghiera; diventa visibile ciò che accade nel dialogo di Gesù con il Padre: l’intima compenetrazione del suo essere con Dio, che diventa pura luce. Nel suo essere uno con il Padre, Gesù stesso è Luce da Luce. Ciò che Egli è nel suo intimo e ciò che Pietro aveva cercato di dire nella sua confessione – si rende percepibile in questo momento anche ai sensi: l’essere di Gesù nella luce di Dio, il suo proprio essere luce come Figlio (Ibi, p357).
Nel quinto mistero della luce contempliamo Gesù che istituisce l’Eucarestia
Come possiamo “cibarci” di Dio, vivere di Lui, affinché Egli divenga il nostro pane?… Dio diventa “pane” per noi innanzitutto nell’incarnazione del Logos; il Verbo si fa carne. Il Logos diviene uno di noi ed entra così nella nostra dimensione, in ciò che è a noi accessibile. Ma oltre l’incarnazione del Verbo è necessario ancora un altro passo, che Gesù menziona nelle parole conclusive del suo discorso: la sua carne è vita “per” il mondo. Con ciò si allude, al di là dell’atto dell’incarnazione, allo scolo intrinseco e alla realizzazione ultima di essa: il dono che Gesù fa di sé fino alla morte e al mistero della croce (Ibi, p 312).