Meditazioni 5 marzo 2018
Tutto quello che siamo chiamati a vivere è tenere fisso lo sguardo a Gesù, dove è la vera vita e la vera gioia del cuore. Guardare Gesù: si può immaginare qualcosa di più semplice e più facile di guardare in faccia Uno; di guardare in faccia Uno presente? Nessuno sforzo titanico, nessun progetto di coerenza o di perfezione normativa, nessuna capacità eroica ed eccezionale. Semplicemente il tendere di tutto noi stessi a guardare la presenza di Gesù, che sempre ci viene incontro mendicando il nostro sguardo. Rendendo ancora più semplice il guardarlo. Semplicissimo ma drammatico. Perché questo comporta lo smettere di adorare se stessi, di seguire se stessi, di affermare se stessi come misura di tutto, di voler far consistere in se stessi la vita. “Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi la perderà per me la salverà”. (…) Basta un accenno di sguardo per essere tirati dentro il Suo. Il Suo sempre presente e fedele. Occorre semplicemente cedere all’attrattiva del Suo sguardo che ci investe sempre. Accettando di lasciarsi spostare dal nostro dominio – dentro cui la vita perde sempre – per lasciarci definire dalla Sua signoria – dentro cui la vita si trova e si guadagna sempre (Nicolino Pompei, Guardate a Lui e sarete raggianti).
Sostenuti e favoriti in questa esperienza di conversione da ciò che il Signore ci ha donato di vivere in questi giorni, continuiamo a chiedere la Grazia di cedere all’attrattiva del Suo sguardo che ci investe sempre e di accettare di lasciarci spostare dal nostro dominio per lasciarci definire dalla Sua signoria. Ringraziamo il Signore per il dono che Cristina è stata e continua ad essere per ciascuno di noi. Preghiamo perché l’accolga in Paradiso il Signore, Gesù Cristo nostro Salvatore, e lei possa vedere per sempre il Suo volto splendente di gloria. Preghiamo per Massimo, Maria Vittoria, Davide, Maria Elena, Lidia, Francesca e tutti i loro parenti ed amici. Continuiamo a pregare per quanti soffrono per la morte dei loro cari, in particolare Ali, Manos, Marina, Rina… Preghiamo per Gino, Pasquale, Calogero, Luigi, Pasquale e per tutti i nostri cari defunti. Preghiamo per tutte le persone malate ed in particolare per Giorgio, Antonello e Savina. Affidiamo alla Madonna tutti questi amici per cui ci è stato chiesto di pregare e a Lei affidiamo anche Nicolino e ciascuno di noi.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
«Ed ecco, ci fu un gran terremoto» (Mt 28,2). All’improvviso, quelle donne ricevettero una forte scossa, qualcosa e qualcuno fece tremare il suolo sotto i loro piedi. Qualcuno, ancora una volta, venne loro incontro a dire: «Non temete», però questa volta aggiungendo: «È risorto come aveva detto!» (Mt 28,6). E tale è l’annuncio che, di generazione in generazione, questa Notte santa ci regala: Non temiamo, fratelli, è risorto come aveva detto! Quella stessa vita strappata, distrutta, annichilita sulla croce si è risvegliata e torna a palpitare di nuovo (Papa Francesco, Omelia del 15/04/17).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Il palpitare del Risorto ci si offre come dono, come regalo, come orizzonte. Il palpitare del Risorto è ciò che ci è stato donato e che ci è chiesto di donare a nostra volta come forza trasformatrice, come fermento di nuova umanità. Con la Risurrezione Cristo non ha solamente ribaltato la pietra del sepolcro, ma vuole anche far saltare tutte le barriere che ci chiudono nei nostri sterili pessimismi, nei nostri calcolati mondi concettuali che ci allontanano dalla vita, nelle nostre ossessionate ricerche di sicurezza e nelle smisurate ambizioni capaci di giocare con la dignità altrui (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Ed ecco ciò che questa notte ci chiama ad annunciare: il palpito del Risorto, Cristo vive! Ed è ciò che cambiò il passo di Maria Maddalena e dell’altra Maria: è ciò che le fa ripartire in fretta e correre a dare la notizia (cfr Mt 28,8); è ciò che le fa tornare sui loro passi e sui loro sguardi; ritornano in città a incontrarsi con gli altri. Come con loro siamo entrati nel sepolcro, così con loro vi invito ad andare, a ritornare in città, a tornare sui nostri passi, sui nostri sguardi. Andiamo con loro ad annunciare la notizia, andiamo… In tutti quei luoghi dove sembra che il sepolcro abbia avuto l’ultima parola e dove sembra che la morte sia stata l’unica soluzione (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
Andiamo ad annunciare, a condividere, a rivelare che è vero: il Signore è Vivo. È vivo e vuole risorgere in tanti volti che hanno seppellito la speranza, hanno seppellito i sogni, hanno seppellito la dignità. E se non siamo capaci di lasciare che lo Spirito ci conduca per questa strada, allora non siamo cristiani (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria coronata regina del cielo e dela terra
Andiamo e lasciamoci sorprendere da quest’alba diversa, lasciamoci sorprendere dalla novità che solo Cristo può dare. Lasciamo che la sua tenerezza e il suo amore muovano i nostri passi, lasciamo che il battito del suo cuore trasformi il nostro debole palpito (Ibi).