Meditazioni 4 ottobre 2010
San Francesco d’Assisi
Francesco d’Assisi è uno dei primi amici della nostra Compagnia, che da sempre accompagna il nostro Cammino. Ci introduciamo all’Affidamento di stasera, rileggendo ciò che Nicolino ha scritto parlando proprio dell’incontro con lui all’inizio della sua conversione: “… La figura di Francesco, quella irresistibile “carne” di uomo che mi sono trovato davanti e che aveva 800 anni più di me, mi costringeva a domandarmi, a gridare: Perché? Perché tu – così pienamente soddisfatto da tutto quello che la mentalità comune e del mondo (quella del 1200 come d’altra parte quella di oggi… cambia solamente l’espressione) indica come la soddisfazione e il massimo – hai posto, ad un certo momento, la tua vita radicalmente dalla parte opposta? Perché tu, pienamente realizzato, secondo i criteri di valutazione di questa mentalità, lasci tutto e scegli una condizione totalmente opposta?… La familiarità che decisi di avere con la sua figura, quella di Francesco, arrivò ad un punto che mi costrinse razionalmente a guardare la Carne di Uno. Finalmente non un atteggiamento spirituale, dei valori da assumere, uno sforzo morale da intraprendere… No, mi ha posto davanti ad Uno, Uno presente. Non ad un atteggiamento. Non ad una devozione. Ma ad un Uomo. Un Avvenimento di Uomo con una pretesa e una promessa sconvolgente di felicità, quella a cui Francesco aveva radicalmente consegnato tutta la propria vita, tutta la propria carne, tutta la propria volontà, tutta la propria intelligenza, tutto il proprio cuore… tutto il proprio io: Mio Dio, mio tutto! (Nicolino Pompei, 10 anni di Fides Vita: un piccolo popolo dentro l’Avvenimento del Cristianesimo).
… Invocazione allo Spirito Santo
“La quotidiana meditazione dei misteri di Cristo in unione con Maria, Vergine orante, ci fortifichi tutti nella fede, nella speranza e nella carità”. Sia la nostra preghiera di stasera quest’esortazione che il Papa ci ha rivolto all’Angelus di ieri, all’inizio di questo mese di ottobre in cui la Chiesa sottolinea particolarmente la preghiera del Santo Rosario. Ci affidiamo a Maria Santissima, raccomandando alla sua materna custodia la nostra Compagnia, Nicolino e tutte le sue intenzioni.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi
O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti prego che tu mi faccia, innanzi che io muoia: la prima, che in vita mia io senta nell’anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nell’ora della tua acerbissima passione; la seconda si è che io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quello eccessivo amore del quale tu, Figliuolo di Dio, eri acceso a sosterete volentieri tanta passione per noi peccatori (Da I Fioretti in Fonti Francescane).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Altissimo glorioso Dio, / illumina le tenebre de lo core mio. / E dame fede dricta, / speranza certa e carità perfecta, / senno e cognoscemento, / Signore, / che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen (Da Laudi e preghiere in Fonti Francescane).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù coronato di spine
Ma qual è la vera letizia? Ecco, io torno da Perugia, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all’estremità della tonaca, si formano dei ghiaccioli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porto e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: “Chi è?”. Io rispondo: “Frate Francesco”. E quegli dice: “Vattene, non è ora decente, questa, di andare in giro, non entrerai”. E poiché io insisto ancora, l’altro risponde: “Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”. E io sempre resto davanti alla porta e dico: “Per amore di Dio, accoglietemi per questa notte”. E quegli risponde: “Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là”.
Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima (Da Laudi e preghiere in Fonti Francescane).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la croce
Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose. / Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, / Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra. / Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dei, / Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero. / Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, / Tu sei umiltà, Tu sei pazienza, / Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine, / Tu sei sicurezza, Tu sei quiete. / Tu sei gaudio e letizia, Tu sei nostra speranza, Tu sei giustizia, / Tu sei temperanza, Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza. / Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine. / Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore, / Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio. / Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità. / Tu sei la nostra dolcezza, Tu sei la nostra vita eterna, / grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente e misericordioso Salvatore (Da Laudi e preghiere in Fonti Francescane).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Ecco, ogni giorno tu ti umili, come quando dalla sede regale discendesti nel grembo della Vergine; ogni giorno vieni a noi in apparenza umile; ogni giorno discendi dal seno del Padre sopra l’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi Apostoli apparisti in vera carne, così ora ti mostri a noi nel pane consacrato; e come essi con lo sguardo al fisico vedevano solo la tua carne ma, contemplandoti con gli occhi della fede, credevano che tu eri Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, vediamo e fermamente crediamo che il tuo santissimo Corpo e Sangue sono vivi e veri. In tal maniera tu, Signore, sei sempre presente con i tuoi fedeli così come tu stesso dici: Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo (Dalla Prima ammonizione in Fonti Francescane ).