Meditazioni 4 luglio 2016
Di fronte a Gesù siamo sempre e comunque nella provocazione della nostra libertà. Dentro qualsiasi momento o condizione – anche in quelli più contrassegnati da una deplorevole miseria o da un reiterato grave peccato, fino a quelli che ci trovano dentro una resistenza o una chiusura – ciascuno di noi, per la fede e il cedimento di un istante, può cominciare e ricominciare a guardare Gesù. Può cominciare e ricominciare ad incontrare il suo sguardo, ad aprire il suo cuore, a mendicare di essere rigenerato dal suo perdono, dal suo abbraccio redentivo, dal suo amore che è solo Misericordia. Oppure può persistere in un atteggiamento di chiusura e di rifiuto, ad opporre una propria misura, una propria presunzione, riconsegnando se stesso alla maledizione della debolezza mortale. È il dramma della nostra libertà. Una libertà sempre chiamata ad essere in gioco e che non potrà mai essere presupposta o semplificata. Nella certezza che tutto quello che in noi è stato un “no” fino ad un istante prima, grazie alla infinita misericordia di Dio che non viene mai meno e per la fede di un istante, può diventare un “sì”. Un “sì” a Cristo sempre presente, sempre pronto al perdono, sempre acceso dal desiderio di poterci abbracciare nella sua misericordia e rigenerare alla vita in Lui (Nicolino Pompei, Ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato).
Preghiamo perché ognuno di noi, proprio ora, per la fede e il cedimento di questo istante, possa cominciare e ricominciare a guardare Gesù, ad incontrare il suo sguardo ad aprire il suo cuore, a mendicare di essere generato dal suo perdono, dal suo abbraccio redentivo, dal suo amore che è solo Misericordia. Affidiamo a Maria Santissima Nicolino e particolarmente tutti i ragazzi e gli amici adulti che da oggi si trovano a Carpegna per la Vacanza Studenti. Affidiamo alla Madonna Alessandro e tutti i nostri cari malati. Preghiamo per Giancarlo, che giovedì ha compiuto definitivamente il suo cammino terreno, continuiamo a pregare per la nostra carissima Mirella e per Alessandro, di cui in questi giorni ricorrono gli anniversari della morte . In comunione con Papa Francesco preghiamo per le vittime degli attentati di Dacca e di Baghdad e chiediamo al Signore di convertire il cuore dei violenti accecati dall’odio (Angelus del 3/07/16).
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Lasciamoci attirare dal cuore e dall’ardore esistenziale e umano dei Santi. La nostra preghiera emerga come quella che sgorga dal cuore di san Tommaso, sia accesa dal medesimo ardore del cuore che lo fa rivolgere a Dio con queste struggenti parole: “Mio Dio, non dimenticarti di me, quando io mi dimentico di te. Non abbandonarmi, Signore, quando io ti abbandono. Non allontanarti da me, quando io mi allontano da te. Chiamami se ti fuggo, attirami se ti resisto, rialzami se cado…” (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Perché – come affiorava da un altro cuore tutto arso dall’amore di Cristo come quello della grande Madre Teresa di Calcutta – “tu sei la vita che voglio vivere, la luce che voglio riflettere, il cammino che conduce al Padre, l’amore che voglio amare (anche se poi lo tradisco, lo riduco, lo svendo abbeverandomi ad amori falsi e momentanei, incapaci di soddisfarmi), la gioia che voglio condividere, la gioia che voglio seminare attorno a me. Gesù, tu sei tutto per me (te lo dico con tutta la coscienza della mia miseria, della mia fragilità, dei miei peccati; te lo dico con lo stesso cuore e con lo stesso impeto con cui Pietro te lo ha detto quella notte in riva al lago!!). Gesù tu sei tutto per me, senza te non posso nulla. Tu sei il pane di vita che la Chiesa mi dà. È per te, in te, con te che posso vivere”. Perché solo in te, con te e per te si può vivere tutto, è possibile vivere tutto, ma proprio tutto. Signore, il mio cuore è così assetato e affamato di te che arde dal desiderio di incontrarti, di lasciarsi incontrare e amare da te, perché ti possa amare dentro ogni cosa e sopra ogni cosa (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
E come i discepoli di Emmaus ti supplichiamo: resta con noi Signore perché si fa sera, resta con noi Signore perché la notte scende oscura, le tenebre si infittiscono e ci fanno paura. Io lo so che tu sei sempre con me, ma ho bisogno di domandartelo lo stesso, di gridartelo adesso: resta con me Signore, non mi lasciare mai. Mi sorge spontaneo e irrefrenabile dal cuore come quando l’amato lo dice alla sua amata: resta con me. Come quando il bambino lo dice alla sua mamma: resta con me, perché tu sei tutto quello che mi costituisce e mi rende capace di camminare nella vita anche dentro la notte più buia. “Resta con noi Signore, noi ti preghiamo, al mondo errante dona pace e amore. Senza di te il viver nostro è vano (è solo vacuità, tutto si polverizza prima o dopo senza di te; tutto quello che poniamo, che costruiamo con le nostre mani prima o dopo è solo polvere). Resta con noi, o Signore, l’oscura notte viene, sulla nostra vita scenda il tuo fulgore. Tu sei la luce: illumina il nostro cammino” (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
Resta con noi Signore, continua a camminare con noi, ad abbracciare e perdonare la nostra vita, a riprenderci sempre nel tuo amore e nella tua compagnia perché possiamo camminare con te. “Quando la sera scende oscura sul cuor che s’impaura mi guidi sempre la fede più presso a te. È il grido del mio cuore che tu lo possa ascoltare o Dio!”. Più presso a te io voglio restare e voglio vivere. Più presso a te voglio vivere tutto, tutto quello che sono chiamato a vivere e mi sarà dato di vivere (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata Regina
Più presso a te, o Signore: come quando nell’amore l’amato non può che mendicare di essere una cosa sola con l’amata. Più presso a te voglio vivere tutte le circostanze, da quelle più banali a quelle più intense e drammatiche, perché attraverso di esse possa lasciarmi incontrare e portare da te, lasciarmi attirare e attaccare alla tua Presenza sempre vincente, lasciarmi trasfigurare dalla potenza redentiva del tuo amore infinito. Più presso a te, perché solo più presso a te è possibile vivere e la vita è vita. Sì, o Signore, più presso a te: questo è il massimo della vita, la massima qualificazione della vita, la massima intelligenza e capacità dell’umano, la massima espressione della bellezza, della gioia, dell’amore e della fecondità. Più presso a te, Signore: sia questa la nostra continua domanda, sia per questo il nostro cammino, la nostra amicizia, il nostro seguire. Perché dall’esperienza tangibile di una vita investita dalla tua Grazia, dall’operare della tua Grazia in noi, chiunque ci darai di incontrare possa sentirsi colpito e attratto da Te, fino a riconoscerti come unico Signore e Redentore (Ibi).