Meditazioni 4 dicembre 2017
Mentre [Gesù] si sta avvicinando alla casa dove giace il servo in fin di vita, gli vengono incontro alcuni inviati del centurione dicendogli che non è necessario proseguire oltre. Forse perché non è più il benvenuto in quella casa? Non è per questo. La ragione è che il centurione non si ritiene degno di accogliere Gesù sotto il proprio tetto, ma crede altrettanto fermamente che Lui potrà guarire il suo servo a distanza, che una sola sua parola sarà sufficiente per guarirlo. “Ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”. […] Così l’umile preghiera di un pagano è finita nel cuore della Chiesa, nel cuore e nella bocca di ogni uomo che si prepara ad accogliere la presenza di Gesù nella Santa Comunione durante la Messa: “Signore io non sono degno…ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato”. […] Quella fede semplice e certa del centurione è l’avvenimento che deve segnare e decidere la nostra vita perché possiamo fare esperienza che il suo Amore è sempre infinitamente più grande di tutta la nostra indegnità, di tutta quella miseria anche mortale che grava sul nostro umano, e vedere la sorprendente opera di rigenerazione che accade in uomo che si lascia incontrare e toccare nella carne e nel cuore dalla sua presenza e dal suo perdono (Nicolino Pompei, Ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato).
Affidiamo alla Madonna Nicolino, ciascuno di noi e tutti gli amici per cui ci è stato chiesto di pregare, in particolare: Armando, Carmine, Cherie, Claudio, Cristina, Elda, Elena, Gaspare, Giorgio, Maura, Nazzareno, Valentina e il figlio che sta attendendo. Ci uniamo a Papa Francesco nel rendere grazie al Signore per avergli donato di incontrare le popolazioni del Myanmar e del Bangladesh e di essere edificato dalla loro testimonianza, dal ricordo dei loro volti provati dalla vita, ma nobili e sorridenti. Continuiamo a pregare per loro ed in modo particolare per il popolo dell’Honduras, perché possa superare in maniera pacifica l’attuale momento di difficoltà.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
L’Avvento è il tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, anche per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo (Papa Francesco, Angelus del 3.12.17).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Egli ritornerà a noi nella festa del Natale, quando faremo memoria della sua venuta storica nell’umiltà della condizione umana; ma viene dentro di noi ogni volta che siamo disposti a riceverlo, e verrà di nuovo alla fine dei tempi per «giudicare i vivi e i morti». Per questo dobbiamo sempre essere vigilanti e attendere il Signore con la speranza di incontrarlo (Ibi).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Nel Vangelo (cfr Mc 13,33-37) Gesù esorta a fare attenzione e a vegliare, per essere pronti ad accoglierlo nel momento del ritorno. Ci dice: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento […]; fate in modo che giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati» (vv. 33-36) (Ibi).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio e l’incontro con Simeone ed Anna
La persona vigilante è quella che accoglie l’invito a vegliare, cioè a non lasciarsi sopraffare dal sonno dello scoraggiamento, della mancanza di speranza, della delusione; e nello stesso tempo respinge la sollecitazione delle tante vanità di cui trabocca il mondo e dietro alle quali, a volte, si sacrificano tempo e serenità personale e familiare. È l’esperienza dolorosa del popolo di Israele, raccontata dal profeta Isaia: Dio sembrava aver lasciato vagare il suo popolo lontano dalle sue vie (cfr 63,17), ma questo era un effetto dell’infedeltà del popolo stesso (cfr 64,4b). Anche noi ci troviamo spesso in questa situazione di infedeltà alla chiamata del Signore: Egli ci indica la via buona, la via della fede, la via dell’amore, ma noi cerchiamo la nostra felicità da un’altra parte (Ibi).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempo fra i dottori della legge
Essere attenti e vigilanti sono i presupposti per non continuare a “vagare lontano dalle vie del Signore”, smarriti nei nostri peccati e nelle nostre infedeltà; essere attenti ed essere vigilanti sono le condizioni per permettere a Dio di irrompere nella nostra esistenza, per restituirle significato e valore con la sua presenza piena di bontà e di tenerezza. Maria Santissima, modello nell’attesa di Dio e icona della vigilanza, ci guidi incontro al suo figlio Gesù, ravvivando il nostro amore per Lui (Ibi).