Meditazioni 4 aprile 2011
“E noi, quale atteggiamento assumiamo di fronte a Gesù?” – ha domandato ieri Benedetto XVI, riprendendo il racconto evangelico della guarigione del cieco nato, sottolineando la differenza tra Bartimeo, “persona semplice e sincera [che], in modo graduale, compie un cammino di fede”, riconoscendo Gesù come il Signore, e “l’indurimento del cuore dei farisei che non vogliono accettare il miracolo, perché si rifiutano di accettare Gesù come il Messia […]. E noi, quale atteggiamento assumiamo di fronte a Gesù? Anche noi a causa del peccato di Adamo siamo nati “ciechi”, ma nel fonte battesimale siamo stati illuminati dalla grazia di Cristo. Il peccato aveva ferito l’umanità destinandola all’oscurità della morte, ma in Cristo risplende la novità della vita e la meta alla quale siamo chiamati. In Lui, rinvigoriti dallo Spirito Santo, riceviamo la forza per vincere il male e operare il bene. Infatti la vita cristiana è una continua conformazione a Cristo, immagine dell’uomo nuovo, per giungere alla piena comunione con Dio. Il Signore Gesù è «la luce del mondo» (Gv 8,12), perché in Lui «risplende la conoscenza della gloria di Dio» (2 Cor 4,6) che continua a rivelare nella complessa trama della storia quale sia il senso dell’esistenza umana. Nel rito del Battesimo, la consegna della candela, accesa al grande cero pasquale simbolo di Cristo Risorto, è un segno che aiuta a cogliere ciò che avviene nel Sacramento. Quando la nostra vita si lascia illuminare dal mistero di Cristo, sperimenta la gioia di essere liberata da tutto ciò che ne minaccia la piena realizzazione. In questi giorni che ci preparano alla Pasqua ravviviamo in noi il dono ricevuto nel Battesimo, quella fiamma che a volte rischia di essere soffocata. Alimentiamola con la preghiera e la carità verso il prossimo” (Benedetto XVI, Angelus del 3.04.11).
…Invocazione dello Spirito Santo
In comunione con Nicolino e con i nostri amici che sono a Lourdes, preghiamo particolarmente per tutte le intenzioni che abbiamo presentato alla Madonna attraverso questo pellegrinaggio.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Sacrificio e offerta non gradisci, / gli orecchi mi hai aperto. / Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. / Allora ho detto: “Ecco, io vengo. / Sul rotolo del libro di me è scritto, / che io faccia il tuo volere. / Mio Dio, questo io desidero, / la tua legge è nel profondo del mio cuore” (Salmo 39).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Sono torturati i miei fianchi, / in me non c’è nulla di sano. / Afflitto e sfinito all’estremo. / Padre, davanti a te ogni mio desiderio / e il mio gemito a te non è nascosto. / Palpita il mio cuore, / la forza mi abbandona, / si spegne la luce dei miei occhi. / Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe, / i miei vicini stanno a distanza. / Tende lacci chi attenta alla mia vita, / trama insidie chi cerca la mia rovina / e tutto il giorno medita inganni. / Io, come un sordo, non ascolto / e come un muto non apro la bocca; / sono come un uomo che non sente e non risponde. / In te spero, Padre; / tu mi risponderai. / Non abbandonarmi, Padre, / da me non stare lontano; / accorri in mio aiuto (Salmo 37).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Essi godono della mia caduta, si radunano, / si radunano contro di me per colpirmi all’improvviso. / Mi dilaniano senza posa, / mi mettono alla prova, scherno su scherno, / contro di me digrignano i denti (Salmo 34).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Abbi pietà di me, Padre, sono nell’affanno; / per il pianto si struggono i miei occhi, / la mia anima e le mie viscere. / Si consuma nel dolore la mia vita, / i miei anni passano nel gemito; / inaridisce per la pena il mio vigore, / si dissolvono tutte le mie ossa. / Sono l’obbrobrio dei miei nemici, il disgusto dei miei vicini, / l’orrore dei miei conoscenti; / chi mi vede per strada mi sfugge. / Ma io confido in te, Padre (Salmo 30).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? / Tu sei lontano dalla mia salvezza. / L’insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. / È secca come un coccio la mia gola, / la mia lingua si attacca al mio palato. / Hanno messo nel mio cibo veleno / e quando avevo sete mi hanno dato aceto. / Hanno forato le mie mani e i miei piedi, / posso contare tutte le mie ossa (Salmo 21).