Meditazioni 30 novembre 2009
Festa di Sant’Andrea Apostolo
… Il rapporto con Cristo non può mai risultare un dato del passato o di qualche momento. Non può essere relegato ad un entusiasmo passeggero ritrovato dalla partecipazione a dei gesti come questo per poi buttarsi su altro. Non può essere mai sospeso a vantaggio di nessuna indebita preoccupazione-occupazione. Il rapporto con Cristo è una contemporanea compenetrazione permanente della vita con Lui e in Lui presente. Meno di questo è come se togliessimo il respiro alla vita. Non c’è un momento in cui la vita non abbia bisogno e desiderio di respirare. Se solo, per qualche secondo si sospendesse dal respirare, morirebbe. Il rapporto con Cristo o è dentro questo dinamismo o non è (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2007).
… Invocazione dello Spirito Santo
Preghiamo particolarmente per la nostra Compagnia, per Nicolino e per tutte le intenzioni che custodisce nel suo cuore.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Nell’Angelus troviamo proprio tutto quello che vale: l’iniziativa del Mistero, che accade come uomo nella storia, attraverso la libertà e la carne di una donna, proprio come un bambino accade ad ogni mamma. E troviamo la risposta che – ogni giorno, momento per momento, lì dove siamo, in tutti i luoghi della nostra responsabilità, dentro ogni vocazione – siamo chiamati a dare alla Grazia che opera sempre: Fiat mihi secundum verbum tuum (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2001).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Chiediamo di imitare la libertà e il cuore [di Maria], di imitare il suo fiat, perché accada in ciascuno di noi l’umano secondo Cristo, secondo la volontà dell’Eterno Padre, nella testimonianza dataci da san Paolo: “Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2002) .
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
[Non possiamo che] ritrovarci ancora una volta avviluppati dalla carne di una donna, della Donna, la Madonna, dalla cui struggente libertà e dal cui vergine grembo, il Mistero, l’Essere in cui tutto consiste, si è fatto Uomo, è accaduto nella Compagnia visibile di un Uomo.
Guai ad abituarci a pronunciare l’affermazione: «il Mistero si è fatto compagnia di Uomo all’uomo attraverso la donna Maria di Nazareth», guai a pronunciarla senza che, anche nei momenti più duri e fragili, proprio solo pronunciandola, in qualche modo, non ci faccia esplodere il cuore, non ci rialzi sempre la testa, non ci faccia sentire il brivido della vertigine della Grazia accadutaci (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2001).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Chi più di Maria Santissima – nel cui ventre “si raccese l’Amore”, nel cui grembo l’Amore accade come Uomo per rivelarsi come Uomo, come Uomo che porta anche i suoi connotati umani e materni – possiamo reclamare perché ci accompagni e ci sostenga a corrispondere all’Amore di Cristo, ad una vita segnata dall’amore a Cristo e dall’Amore di Cristo. Dice il Papa nella Deus Caritas est: “Maria, la Vergine, la Madre, ci mostra cos’è l’amore e da dove esso trae la sua origine, la sua forza sempre rinnovata” (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2006).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
La Donna tutta sottomessa all’iniziativa del Mistero e che lo ha partorito come Uomo, deve essere sempre richiamata come compagnia necessaria. Dobbiamo invocare ora e sempre la Madonna per l’imitazione del suo fiat, come suprema obbedienza alla volontà del Padre in cui solo consiste la vita (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2004).
Carissimi amici,
dalla celebrazione dei Vespri di sabato sera abbiamo iniziato a vivere il tempo dell’Avvento.
Il termine Avvento – dice il Papa- “può tradursi con presenza, arrivo, venuta… Con la parola adventus si intendeva sostanzialmente dire: Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, Egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi. Il significato dell’espressione avvento comprende quindi anche quello di visitatio, che vuol dire semplicemente e propriamente visita; in questo caso si tratta di una visita di Dio: Egli entra nella mia vita e vuole rivolgersi a me… L’Avvento, questo tempo liturgico forte che stiamo iniziando, ci invita a sostare in silenzio per capire una presenza. E’ un invito a comprendere che i singoli eventi della giornata sono cenni che Dio ci rivolge, segni dell’attenzione che ha per ognuno di noi… Altro elemento fondamentale dell’Avvento è l’attesa, attesa che è nello stesso tempo speranza. L’Avvento ci spinge a capire il senso del tempo e della storia come “kairós”, come occasione favorevole per la nostra salvezza… Ma ci sono modi molto diversi di attendere. Se il tempo non è riempito da un presente dotato di senso, l’attesa rischia di diventare insopportabile; se si aspetta qualcosa, ma in questo momento non c’è nulla, se il presente cioè rimane vuoto, ogni attimo che passa appare esageratamente lungo, e l’attesa si trasforma in un peso troppo grave, perché il futuro rimane del tutto incerto. Quando invece il tempo è dotato di senso, e in ogni istante percepiamo qualcosa di specifico e di valido, allora la gioia dell’attesa rende il presente più prezioso. Cari fratelli e sorelle, viviamo intensamente il presente dove già ci raggiungono i doni del Signore, viviamolo proiettati verso il futuro, un futuro carico di speranza. L’Avvento cristiano diviene in questo modo occasione per ridestare in noi il senso vero dell’attesa, ritornando al cuore della nostra fede che è il mistero di Cristo, il Messia atteso per lunghi secoli e nato nella povertà di Betlemme. Cari amici, l’Avvento è il tempo della presenza e dell’attesa dell’eterno” (Dall’Omelia del 28.11.09).
Sosteniamoci gli uni gli altri a vivere questo tempo di particolare Grazia nella vigilanza, seguendo tutto ciò che la Liturgia della Chiesa ci propone e usando a pieno dell’immenso auto che troviamo nell’ultimo intervento di Nicolino. Questo Avvento sia l’occasione per risorprendere l’assoluto desiderio del nostro cuore e la fondamentale attesa della nostra vita, perché la memoria della nascita di Gesù e l’attesa del Suo ritorno definitivo per giudicare i vivi e i morti ci trovi desti, umili e pronti. Questo Avvento sia per ognuno di noi la possibilità di risorprendere il “dono immeritato di questa Compagnia nella Chiesa, come facile adesione e semplice attaccamento della vita a questo Infinito Amore che l’ha voluta per attirarci continuamente a sé, per corrispondergli in ogni e in tutti gli istanti della vita” (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2007).
Buon Avvento a tutti!