Meditazioni 30 giugno 2014
“O Padre, certezza e forza di chi spera in te, concedi l’aiuto della tua Grazia alla nostra debolezza umana perché senza di te noi non possiamo fare nulla. O Dio Padre, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, ascolta il nostro cuore mendicante di te, mendicante di Gesù, e siccome nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici sempre con la tua Grazia, perché possiamo lasciarci attaccare a Gesù, vera vite, rimanerti fedeli e glorificarti con tutta la nostra vita, la nostra vita in abbondanza” (Nicolino Pompei, Senza di me non potete fare nulla).
O Padre, Ti affidiamo Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore, in particolare Alessandra e tutte le persone malate; i ragazzi e i nostri amici adulti che da oggi vivono la settimana di Vacanza della nostra Compagnia; Mirella, di cui in questi giorni ricordiamo il quarto anniversario della morte, Claudio e tutti i loro cari; la famiglia del nostro amico Paul Bhatti e tutti i cristiani che in varie parti del mondo soffrono persecuzioni e violenze a causa della loro fede. In comunione con Papa Francesco, preghiamo particolarmente per il popolo dell’Iraq, che sta vivendo un momento molto difficile e doloroso dove la pace e la giustizia sono gravemente compromesse.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’Angelo a Maria
Il Vangelo di san Luca ci presenta Maria, una ragazza di Nazareth, piccola località della Galilea, nella periferia dell’impero romano e anche nella periferia di Israele. Un paesino. Eppure su di lei, quella ragazza di quel paesino lontano, su di lei, si è posato lo sguardo del Signore, che l’ha prescelta per essere la madre del suo Figlio. In vista di questa maternità, Maria è stata preservata dal peccato originale, cioè da quella frattura nella comunione con Dio, con gli altri e con il creato che ferisce in profondità ogni essere umano. Ma questa frattura è stata sanata in anticipo nella Madre di Colui che è venuto a liberarci dalla schiavitù del peccato. L’Immacolata è inscritta nel disegno di Dio; è frutto dell’amore di Dio che salva il mondo. E la Madonna non si è mai allontanata da quell’amore: tutta la sua vita, tutto il suo essere è un “sì” a quell’amore, è un “sì” a Dio (Papa Francesco, Angelus del 8.12.13).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Tante volte, nella Bibbia, troviamo donne sterili alle quali il Signore fa il dono della vita […] Il Signore interviene nella vita di queste donne per dirci: “Io sono capace di dare vita”. Anche nei Profeti c’è l’immagine del deserto, la terra deserta incapace di far crescere un albero, un frutto, di far germogliare qualcosa. “Ma il deserto sarà come una foresta – dicono i Profeti – sarà grande, fiorirà”. Ma il deserto può fiorire? Sì. La donna sterile può dare vita? Sì. Quella promessa del Signore: “Io posso! Io posso dalla secchezza, dalla secchezza vostra, far crescere la vita, la salvezza! Io posso dall’aridità far crescere i frutti!”. E la salvezza è proprio questo: è l’intervento di Dio che ci fa fecondi, che ci dà la capacità di dare vita. Noi non possiamo farlo da noi soli (Papa Francesco, Omelia a Santa Marta del 19.12.13).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Dio ha voluto condividere la nostra condizione umana al punto da farsi una cosa sola con noi nella persona di Gesù, che è vero uomo e vero Dio. Ma c’è qualcosa di ancora più sorprendente. La presenza di Dio in mezzo all’umanità non si è attuata in un mondo ideale, idilliaco, ma in questo mondo reale, segnato da tante cose buone e cattive, segnato da divisioni, malvagità, povertà, prepotenze e guerre. Egli ha scelto di abitare la nostra storia così com’è, con tutto il peso dei suoi limiti e dei suoi drammi. Così facendo ha dimostrato in modo insuperabile la sua inclinazione misericordiosa e ricolma di amore verso le creature umane. Egli è il Dio-con-noi; Gesù è Dio-con-noi. Credete questo voi? Facciamo insieme questa professione: Gesù è Dio-con-noi! Gesù è Dio-con noi da sempre e per sempre con noi nelle sofferenze e nei dolori della storia. Il Natale di Gesù è la manifestazione che Dio si è “schierato” una volta per tutte dalla parte dell’uomo, per salvarci, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà, dei nostri peccati (Papa Francesco, Udienza del 18.12.13).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
La vita della Vergine Santa è stata la vita di una donna del suo popolo: Maria pregava, lavorava, andava alla sinagoga… Però ogni azione era compiuta sempre in unione perfetta con Gesù. Questa unione raggiunge il culmine sul Calvario: qui Maria si unisce al Figlio nel martirio del cuore e nell’offerta della vita al Padre per la salvezza dell’umanità. La Madonna ha fatto proprio il dolore del Figlio ed ha accettato con Lui la volontà del Padre, in quella obbedienza che porta frutto, che dona la vera vittoria sul male e sulla morte. È molto bella questa realtà che Maria ci insegna: l’essere sempre uniti a Gesù (Papa Francesco, Udienza 23.10.13).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Come ha vissuto Maria la fede? L’ha vissuta nella semplicità delle mille occupazioni e preoccupazioni quotidiane di ogni mamma, come provvedere il cibo, il vestito, la cura della casa… Proprio questa esistenza normale della Madonna fu il terreno dove si svolse un rapporto singolare e un dialogo profondo tra lei e Dio, tra lei e il suo Figlio. Il “sì” di Maria, già perfetto all’inizio, è cresciuto fino all’ora della Croce. Lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio. Maria è vissuta sempre immersa nel mistero del Dio fatto uomo, come sua prima e perfetta discepola, meditando ogni cosa nel suo cuore alla luce dello Spirito Santo, per comprendere e mettere in pratica tutta la volontà di Dio (Ibi).