Meditazioni 30 agosto 2010
… Nessun proposito e nessuna intenzione potranno mai essere risolutivi. Solo nella sua reale presenza e nel nostro continuo “sì” a Lui dentro questo cammino, in un atteggiamento di assoluta povertà, semplicità e umiltà del cuore – che solo può lasciarlo entrare come avvenimento – la vita cambia, perché è Cristo che ci cambia. Non c’è altra possibilità di dire “sì” a Cristo con verità e certezza se non nella modalità e nel metodo che Lui stesso ha stabilito rivelando se stesso. Non c’è altra possibilità di dire “sì” a Cristo senza la sicura riduzione della sua presenza e della verità a quello che stabilisco io, quando e fin dove lo stabilisco io. Non c’è altra possibilità se non nella compagnia e nel cammino generato e creato da Cristo nell’azione dello Spirito Santo. È la compagnia, il cammino e la vita della Chiesa. È la nostra Compagnia stabilita nella Chiesa proprio per questo “sì” a Cristo. Per il rinnovarsi dell’esperienza dell’attrattiva del cuore alla sua presenza e alla sua sequela, in cui solo è possibile vincere quella pressante resistenza che vive al fondo di noi stessi, per fragilità e miseria nostra, e con cui dovremo sempre fare i conti… (Nicolino Pompei) .
(Le meditazioni di questa sera sono tutte tratte dall’intervento “Mostraci il Padre e ci basta… Chi ha visto Me ha visto il Padre” di Nicolino Pompei)
… Invocazione allo Spirito Santo
Nella gioia e nella gratitudine per la grazia di quest’estate, affidiamo alla Madonna il nostro ritorno alla quotidianità, la nostra Compagnia e in particolare Nicolino e tutte le intenzioni del suo cuore. Accogliendo l’appello del Papa, preghiamo particolarmente per i minatori cileni rimasti imprigionati nella miniera in cui lavoravano e per le loro famiglie.
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù al fiume Giordano
Mentre tutti sono lì a bocca aperta, con gli occhi spalancati, in un ascolto attentissimo, in un silenzio che faceva ancor di più emergere la forza del suo grido, improvvisamente Giovanni si azzittisce. E il suo sguardo, normalmente rivolto a ciascuno dei presenti, lo ritroviamo a fissare intensamente la figura di un uomo – un uomo giovane, un trentenne – che gli sta venendo incontro. È Gesù, che come uno dei tanti è presente, e fa la fila come tutti, prima di presentarsi davanti a Giovanni. Pensate che cosa inaudita: il Mistero fatto uomo, il Mistero in cui tutto consiste fatto uomo, l’avvenimento della salvezza… come uno dei tanti tra la folla. Che si sottomette alla comune condotta di tutti… Gesù si presenta davanti a Giovanni per essere come tutti gli altri battezzato, ma lui vuole impedirglielo, e gli dice: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te e tu invece vieni a me?”. Ma Gesù lo fa tacere e gli impone di farlo, replicandogli: “Lascia per ora. Per noi infatti è doveroso adempiere ogni giustizia”. È un momento brevissimo ma intensissimo, di un’intensità unica. E Gesù, dopo il gesto dell’immersione, esce dall’acqua e riprende il suo cammino.
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
E accade il miracolo. C’è poco da discutere o da interpretare. C’è la realtà, evidentemente straordinaria di un fatto che accade davanti ai loro occhi, che ancora una volta vince tutta vince tutta quella umanissima perplessità, che non facciamo fatica ad immaginare in loro. C’è l’evidenza e la forza del fatto… In situazioni come questa, si rinnova quella domanda che continuamente si imponeva al cuore di chi lo seguiva o assisteva ad avvenimenti straordinari come questi: “Ma chi è costui?”. Qual è la vera natura di quest’uomo? La fede è proprio la risposta a questa domanda.
Nel terzo mistero della luce contempliamo Gesù che annuncia l’avvento del Regno di Dio e invita alla conversione
È solo il Totalmente Altro da noi che ci può introdurre alla sua rivelazione e al suo riconoscimento. Noi non dobbiamo fare altro che essere nella sincerità e nella coerenza della nostra natura e lasciarci introdurre dal Mistero che si presenta, si fa incontro e ci introduce e ci porta alla verità di sé e al modo del rapporto con Lui. Qual è la domanda che segna tutta la preghiera originale di ogni uomo e che ci viene testimoniata costantemente dalla preghiera dei Salmi? – Mostrati Signore, perché se tu non ti mostri come potrò mai incontrarti? Questa è la domanda ed è questa la vera dinamica a cui devono ubbidire la libertà e la ragione dell’uomo.
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor
Vedere Dio – l’abbiamo più volte ripetuto – è la massima esplicitazione del desiderio dell’uomo, è la massima soddisfazione dell’esigenza del cuore, il massimo compimento della vita. Quindi non è sbagliata la domanda: Mostraci il Padre e ci basta. Ma a questa domanda Dio ha risposto. La risposta è Gesù. La domanda è totalmente esaudita e la risposta è Gesù, la sua presenza, proprio quella che sta davanti ai loro occhi, come per noi nella presenza della Chiesa… La verità di cui parla Gesù è proprio la rivelazione in se stesso di Dio e del suo disegno salvifico. È la comunione tra il Padre e il Figlio, di cui Gesù è la trasparenza, la piena e reale manifestazione attraverso cui l’uomo è chiamato ad accoglierla e a viverla. Ed è chiamato ad accoglierla e a viverla nella fede come riconoscimento pieno di Gesù.
Nel quinto mistero della luce contempliamo Gesù che istituisce l’Eucarestia
Nessuno viene a me se il Padre che mi ha mandato non lo attira… Nessuno ha visto il Padre tranne Colui che viene da Dio… Sono io il pane della vita, il pane vivo disceso dal cielo. Chi mangerà di questo pane vivrà in eterno. Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. Perché la mia carne è il vero cibo e il mio sangue è la vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.