Meditazioni 3 maggio 2010
All’inizio del mese di Maggio, che la Chiesa dedica particolarmente alla Vergine Santissima, vogliamo soffermarci a riconsiderare la testimonianza di Maria lasciandoci aiutare da quanto il Papa ha detto all’Angelus di ieri, durante il suo pellegrinaggio alla Sacra Sindone: “La Vergine Maria è colei che più di ogni altro ha contemplato Dio nel volto umano di Gesù. Lo ha visto appena nato, mentre, avvolto in fasce, era adagiato in una mangiatoia; lo ha visto appena morto, quando, deposto dalla croce, lo avvolsero in un lenzuolo e lo portarono al sepolcro. Dentro di lei si è impressa l’immagine del suo Figlio martoriato; ma questa immagine è stata poi trasfigurata dalla luce della Risurrezione. Così, nel cuore di Maria, è custodito il mistero del volto di Cristo, mistero di morte e di gloria. Da lei possiamo sempre imparare a guardare Gesù con sguardo d’amore e di fede, a riconoscere in quel volto umano il Volto di Dio”.
Con Maria e attraverso la sua intercessione invochiamo lo Spirito Santo.
…Inovocazione allo Spirito Santo
Domandando la Compagnia della Madonna, che è l’esemplarità in tutta la Chiesa della fede, chiediamo che il nostro cuore sia nell’imitazione e nella coincidenza del cuore di Maria quando ha risposto “fiat” al Mistero: si faccia di me secondo te, secondo la tua parola, secondo la volontà e il disegno del Padre. Chiediamo di saper riconoscere il dono e la grazia della nostra Compagnia, che affidiamo alla materna custodia della Madonna, pregando particolarmente per Nicolino e per tutte le sue intenzioni. Affidiamo a Maria tutti i nostri bambini che in questo mese vivranno la loro Prima Comunione e quelli che riceveranno il Battesimo. Vogliamo pregare particolarmente anche per il nostro carissimo Gianluca Avanzi, di cui l’8 maggio ricorrerà il nono anniversario della morte, e per la sua famiglia.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito Santo. L’angelo aspetta la risposta: deve fare ritorno a Dio che l’ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione. Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, saremo subito liberati. Noi tutti fummo creati nel Verbo eterno di Dio, ma ora siamo soggetti alla morte: per la tua breve risposta dobbiamo essere rinnovati e richiamati in vita. Tutto il mondo è in attesa prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso. “Eccomi” – dice – “sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (San Bernardo).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
L’angelo, che annunziava il mistero, volle garantirne la veridicità con una prova e annunziò alla vergine Maria la maternità di una donna vecchia e sterile, per dimostrare così che a Dio è possibile tutto ciò che vuole. Appena Maria ebbe udito ciò, si avviò in fretta verso la montagna, non perché fosse incredula della profezia o incerta dell’annunzio o dubitasse della prova, ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall’intima gioia. Dove, ormai ricolma di Dio, poteva affrettarsi ad andare se non verso l’alto? La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze (Sant’Ambrogio).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù a Betlemme
Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e che dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita (San Leone Magno).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Per mezzo delle beata Vergine Maria siamo nati molto meglio che non per mezzo di Eva, per il fatto che Cristo è nato da le. Invece della decrepitezza abbiamo riacquistato la freschezza; invece della corruzione l’incorruzione; invece delle tenebre la luce. Ella è nostra madre, madre della nostra vita, madre della nostra in corruzione, madre della nostra luce. Dice l’Apostolo riguardo a nostro Signore: “Egli è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione”. Ella dunque, che è la madre di Cristo, è madre della nostra sapienza, madre della nostra giustizia, madre della nostra santificazione, madre della nostra redenzione; perciò è per noi più madre della madre nostra secondo la carne. Dunque da lei abbiamo una natività migliore, perché da lei è la nostra santità, la nostra sapienza, la nostra giustizia, la nostra santificazione, la nostra redenzione (Beato Aelredo).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo Fattore non disdegnò di farsi sua Fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore per lo cui caldo ne l’eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se’ a noi meridiana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se’ di speranza fontana vivace. Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua distanza vuol volar sanz’ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate (Dante).