Meditazioni 3 giugno 2013
Vi chiedo di far coincidere la vostra preghiera con l’orazione dell’Offertorio che abbiamo attraversato e pregato quest’estate nella nostra Vacanza: “Accogli Signore i nostri doni in questo misterioso incontro fra la nostra povertà e la tua grandezza. Noi ti offriamo le cose che ci hai dato e tu donaci in cambio Te stesso”. Che sia la nostra domanda, vissuta come un mendicante, come un povero di spirito che non attende altro e non è spalancato ad altro che all’infinita presenza di Dio. La domanda di un uomo che sa che tutte le cose non solo non bastano al cuore, ma non ci sono perché bastino al cuore. Per questo la Chiesa ci fa pregare così: Tutto quello che ci hai dato, tutto quello che abbiamo e viviamo, noi te lo offriamo o Signore, perché tu ci dia Ciò che è veramente decisivo alla vita e corrispondente al nostro cuore assetato d’Infinito: cioè Te stesso. La vita con tutto il flusso di rapporti, circostanze, fattori e cose, c’è per incontrare Cristo, per guadagnare Cristo e lasciarsi corrispondere dal Suo amore infinito. Che sia questa la nostra domanda (Nicolino Pompei, Quello che poteva essere per me un guadagno l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo…).
…Invocazione allo Spirito Santo
Affidiamo a Maria Santissima ciascuno di noi, Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore. Preghiamo particolarmente per il piccolo Pietro e per i nostri amici prediletti Maria e Marco; preghiamo anche per Eleonora, per Patrizia, per Romolo, per Adriana, per Marco e per tutte le persone malate. In questo giorno in cui la Chiesa ricorda i santi martiri ugandesi ci uniamo particolarmente al nostro carissimo amico padre Frederick e a tutta la sua comunità in Uganda, invocando l’intercessione di san Carlo Lwanga e dei suoi compagni martiri.
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù al fiume Giordano
In questa notte deve rimanere una sola parola, che è la Croce stessa. La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo: una Parola che è amore, misericordia, perdono. E’ anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Ricordiamo questo: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva (Papa Francesco, Discorso del 29.03.13).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Maria non vive di fretta, ma solo quando è necessario “va in fretta”. Maria non si lascia trascinare dagli eventi, non evita la fatica della decisione. E questo avviene sia nella scelta fondamentale che cambierà la sua vita: «Eccomi sono la serva del Signore…» (cfr Lc 1,38), sia nelle scelte più quotidiane, ma ricche anch’esse di significato. Mi viene in mente l’episodio delle nozze di Cana (cfr Gv 2,1-11): anche qui si vede il realismo, l’umanità, la concretezza di Maria, che è attenta ai fatti, ai problemi; vede e comprende la difficoltà di quei due giovani sposi ai quali viene a mancare il vino della festa, riflette e sa che Gesù può fare qualcosa, e decide di rivolgersi al Figlio perché intervenga: «Non hanno più vino» [… Maria si pone in ascolto di Dio, riflette e cerca di comprendere la realtà, e decide di affidarsi totalmente a Dio, … decide di affidarsi al Figlio con insistenza per salvare la gioia delle nozze. (Papa Francesco, Discorso del 31,05.13).
Nel terzo mistero della luce contempliamo l’annuncio del Regno di Dio
Gesù sta in mezzo alla gente, l’accoglie, le parla, la cura, le mostra la misericordia di Dio; in mezzo ad essa sceglie i Dodici Apostoli per stare con Lui e immergersi come Lui nelle situazioni concrete del mondo. E la gente lo segue, lo ascolta, perché Gesù parla e agisce in un modo nuovo, con l’autorità di chi è autentico e coerente, di chi parla e agisce con verità, di chi dona la speranza che viene da Dio, di chi è rivelazione del Volto di un Dio che è amore. E la gente, con gioia, benedice Dio (Papa Francesco, Omelia del 30.05.13).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
La Santissima Trinità non è il prodotto di ragionamenti umani; è il volto con cui Dio stesso si è rivelato, non dall’alto di una cattedra, ma camminando con l’umanità. E’ proprio Gesù che ci ha rivelato il Padre e che ci ha promesso lo Spirito Santo. Dio ha camminato con il suo popolo nella storia del popolo d’Israele e Gesù ha camminato sempre con noi e ci ha promesso lo Spirito Santo che è fuoco, che ci insegna tutto quello che noi non sappiamo, che dentro di noi ci guida, ci dà delle buone idee e delle buone ispirazioni (Papa Francesco, Omelia del 26.05.13).
Nel quinto mistero della luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia
Gesù anche questa sera si dona a noi nell’Eucaristia, condivide il nostro stesso cammino, anzi si fa cibo, il vero cibo che sostiene la nostra vita anche nei momenti in cui la strada si fa dura, gli ostacoli rallentano i nostri passi. E nell’Eucaristia il Signore ci fa percorrere la sua strada, quella del servizio, della condivisione, del dono, e quel poco che abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza, perché la potenza di Dio, che è quella dell’amore, scende nella nostra povertà per trasformarla (Papa Francesco, Omelia del 30.05.13).