Meditazioni 28 settembre 2009
L’Affidamento è il gesto attraverso cui [ognuno di noi], dentro la necessaria e certa custodia della comunità, viene innanzitutto richiamato all’evidenza, e a prender sempre più coscienza, della propria costitutiva dipendenza; che tutta la vita dipende da un Altro, che la possibilità e la pienezza dell’io è solo nel rapporto con il Tu, da cui tutto nasce e dipende, in cui tutto consiste e per cui tutto è fatto. L’Affidamento è il gesto in cui siamo aiutati alla consapevolezza che in tutto quello che siamo e che facciamo la nostra vita appartiene a un Altro che la soddisfa, la svela, la compie e che, quindi, non è ragionevole e conveniente, ma tragicamente ingannevole e votato al nulla, confidare (“in qualcosa”) su noi stessi, sulla nostra misura. L’atteggiamento, la posizione, l’atto primo e proprio dell’uomo, che corrisponde a questa più intima natura dell’uomo, a questa evidenza e a questa coscienza, è quello dalla domanda, della mendicanza, della preghiera… La preghiera è mendicanza di Cristo; che tutto accada, si faccia, si dica, si operi e si costruisca con Lui, in Lui, per Lui. Questo gesto diventa, allora, la prima, necessaria e quindi inevitabile “attività”; il primo (fin dal mattino), necessario (senza di me non potete far nulla), costante (nel tempo, perché Lui è il Significato e il Destino di tutto) “lavoro” (Nicolino Pompei).
… Invocazione allo Spirito Santo
Ritrovandoci insieme a vivere il gesto dell’Affidamento, ringraziamo il Signore per quanto ci ha donato di vivere sabato scorso in occasione dell’inaugurazione della Casafamiglia Nain e affidiamo alla Madonna il cammino di questo luogo.
Invochiamo la materna protezione di Maria e la sua potente intercessione anche per la nostra Compagnia, affidando a Lei il lavoro che vivremo nelle assemblee di queste settimane e il prossimo Convegno ormai vicino. Preghiamo particolarmente per Nicolino e per tutte le intenzioni che porta nel suo cuore, in particolare per le persone che soffrono nel corpo e nello spirito.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Nell’Angelus troviamo proprio tutto quello che vale: l’iniziativa del Mistero, che accade come uomo nella storia, attraverso la libertà e la carne di una donna, proprio come un bambino accade ad ogni mamma. E troviamo la risposta che – ogni giorno, momento per momenti, lì dove siamo, in tutti i luoghi della nostra responsabilità, dentro ogni vocazione – siamo chiamati a dare alla Grazia che opera sempre: Fiat mihi secundum verbum tuum.¹
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Chiediamo alla Madonna di imitare il suo fiat, di imitare il suo sì, di imitare il suo sì nell’istante. Di imitare il suo sì al Mistero, a Cristo, nella modalità e nella forma, negli istanti e nelle circostanze, nelle situazioni e condizioni dentro cui la nostra vita si trova e si ritroverà a passare. Insomma invochiamo la Madonna perché come ha affermato il Papa nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae: “Non si tratta solo di imparare le cose che Egli ha insegnato, ma di imparare Lui”.
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
La carne di un bambino, quel Bambino lì, nato in una precisa collocazione storica, è la risposta di Dio all’uomo. Et Verbum Caro factum est et habivit in nobis: quel Bambino di Betlemme è il Verbum Caro factum est. Il Significato, la Felicità, la Bellezza, la Salvezza è penetrata nella storia e ha scelto di identificarsi – attraverso la carne vergine, l’incredibile libertà ed intelligenza di una ragazza di nome Maria – in un bambino, quel Bambino. Questo Bambino è il primordio dell’Avvenimento di Dio tra noi, è il primo “passo” dell’umiliante coinvolgimento umano del Mistero nella storia, con la nostra miseria, nell’uomo Gesù di Nazaret (2000)
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Invochiamo la Madonna con le stesse confidenti parole con le quali il Papa la prega [al termine dell’Enciclica Deus caritas est]: “Santa Maria, Madre di Dio, tu hai donato al mondo la vera luce, Gesù, tuo Figlio – Figlio di Dio. Ti sei consegnata completamente alla chiamata di Dio e sei così diventata sorgente della bontà che sgorga da Lui. Mostraci Gesù. Guidaci a Lui. Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo, perché possiamo diventare anche noi capaci di vero amore ed essere sorgenti di acqua viva in mezzo a un mondo assetato”.
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Maria, accompagnaci sempre a guardare Gesù, a rivolgerci a Lui, a lasciarci afferrare da Lui, come un bambino in braccio a sua madre. Come ci ha indicato il Santo Padre parlando di te: “Mostraci sempre Gesù. E Maria risponde, esaudisce la nostra preghiera. Sì, in qualsiasi momento quando guardiamo verso Maria, lei ci mostra Gesù, così possiamo trovare la via giusta, per seguirla passo passo, pieni della gioiosa fiducia che Maria conduce nella luce della gioia eterna dell’amore di Dio. Amen”.
¹Gli spunti di meditazione sono tratti da scritti di Nicolino Pompei