Meditazioni 28 maggio 2018
È per me un dovere del cuore insistere sulla domanda: siamo certi di volere Gesù? Quand’è l’ultima volta che ci siamo sorpresi ad avere bisogno di Lui, a domandarlo, a cercarlo, ad attenderlo? Non un Gesù a nostra immagine e somiglianza, sottomesso alle nostre immagini, ma proprio Gesù. Siamo certi di desiderare solo Lui, nient’altro che Lui? Siamo qui per attenderlo ancora? Per attendere Lui e tutta la vita da Lui? O per attendere da Lui “quello” che abbiamo già stabilito come oggetto, immagine, perimetro della nostra attesa e della nostra consistenza? Attenti bene: un oggetto, un’immagine, un perimetro che possono anche avere a che fare con la nostra vocazione personale, con la vita della compagnia, con le opere e con le opere di Dio. È una verifica che riguarda tutti e ci riguarda sempre. E che dobbiamo accogliere e favorire senza alcun timore, perché di mezzo c’è sempre la verità, il bene, la pienezza e la felicità della nostra vita e di chi la incontra (Nicolino Pompei, … tutti Ti cercano).
Preghiamo per Nicolino e affidiamo alla Madonna l’assemblea che vivremo sabato con lui. Preghiamo per i nostri carissimi amici Emanuela e Francesco che sabato si sono sposati; per Rosina, Emanuela, Paolo, Noemi, Fatima, Alessandro, Michele, Emma, Iolanda, Eleonora, Francesco, Franco, Simone, Tommaso, Luciano, Laura, Silvia, Valentina, Massimiliano, Roberto, Anna, Marco e per tutte le persone malate. Preghiamo per Rachele, Gianni, Antonio, fra Giuseppe, Monia e tutti i nostri cari defunti. Preghiamo per i bambini della parrocchia “Santa Maria delle Grazie” di Palermo, che in questi giorni riceveranno la Prima Confessione, accompagnati da Maria Rosa, loro catechista; per Gemma e per tutti i bambini che in queste settimane stanno ricevendo la Prima Comunione. Preghiamo per la situazione politica del nostro Paese, perché a livello nazionale e locale si prendano decisioni fondate sul bene comune. Preghiamo per Papa Francesco e per la pace in Africa, come ci ha chiesto ieri.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Chiediamo alla Madonna di imitare il suo fiat. Di imitare il suo sì, di imitare il suo sì nell’istante. Di imitare il suo sì al Mistero, a Cristo nella modalità e nella forma, negli istanti, nelle circostanze, nelle situazioni e condizioni dentro cui la nostra vita si trova e si ritroverà a passare (Nicolino Pompei, Egli è la pietra…).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Sì, si faccia di me secondo Te, avvenga di me secondo Te… qui, lì, sempre. Perché ogni istante sia l’istante del sì a Cristo. Perché ogni istante sia l’istante offerto a Cristo per affrettare la sua vittoria ad ogni uomo. Perché ogni circostanza e situazione sia piena dell’amore a Cristo e vissuta per la sua gloria: dal caffè al pannolino, dal lavare i piatti alla politica, dagli istanti della vita di casa a quelli della vita lavorativa, da quelli più gravosi a quelli più facili e abituali… Perché non ci siano momenti in cui evitiamo la nostra responsabilità di fronte al Signore. È qui il guadagno, è qui la realizzazione e l’edificazione dell’umano vero e intero, di rapporti di autentica e nuova umanità, che segnano una nuova e vera civiltà (Ibi).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Alla mamma non possiamo chiedere qualcosa di meno o di diverso da suo figlio, qualcosa che assomigli a suo figlio. Alla santissima mamma possiamo solo chiedere il figlio, quel figlio, quella presenza, Gesù. E la mamma è sempre sicura mediatrice tra la nostra supplica e la presenza di Gesù. Proprio a Lei, nella forza dello Spirito Santo, domandiamo che la nostra vita non sia mai meno del desiderio di Lui. Che la Sua presenza risulti in noi come ciò che abbiamo di più caro, come la presenza che decide di tutta la nostra vita in ogni suo istante (Nicolino Pompei, Quello che abbiamo di più caro…).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Jesu flos Matris Virginis, Amor nostrae dulcedinis: tibi laus honor numinis Regnum beatitudinis. Jesu summa benignitas, mira cordis iucunditas, in comprehensa bonitas: tua me stringit Caritas. Gesù fiore di Madre Vergine, Amore della nostra dolcezza: a Te la lode e l’onore della potenza e il Regno dell’assoluta beatitudine. O Gesù, somma e suprema bontà, gioia straordinaria del cuore e insieme tenera benevolenza: la tua Carità mi avvolge e mi strugge. Caritas Christi urget nos, afferma san Paolo, l’Amore di Cristo è tutto ciò che ci strugge, ci urge e ci spinge (Nicolino Pompei, La bocca non sa dire…).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
“Qualsiasi cosa vi dirà, fatela”. Sono le ultime ed essenzialissime parole di Maria che vengono tramandate dal Vangelo. Ma sono parole che risultano come un testamento, una eredità, un richiamo essenziale e decisivo per la vita e il cammino di ciascun uomo: fate sempre quello che lui vi dirà (Nicolino Pompei, Lui tagliò corto…).