Meditazioni 28 febbraio 2011
Non dovremmo mai aprirci ed addentrarci in una giornata – dentro qualsiasi condizione, anche la più faticosa e la più ottenebrata dal limite e dal peccato – senza la mendicanza. Non si può procedere in nessuna attività, passo, operatività; come non si può approfondire nulla, se innanzitutto il nostro tempo non è battuto dalla domanda a Dio, dalla domanda a Cristo e di Cristo in noi. Quello che ci siamo educati a “fare” in Compagnia non è qualcosa a lato della vita o attinente alla vita della Compagnia. Non c’è niente di ciò che viviamo e a cui ci educhiamo che non sia solo attinente e decisivo per la vita. Così la preghiera: non è un momento di tempo a lato, ma è proprio il gesto attraverso cui siamo sostenuti a vivere tutto il tempo nella coscienza del Mistero, di Cristo. La preghiera è lasciar prendere tutto l’io nel tempo da Chi è il significato del tempo, delle cose, dei rapporti, della realtà. Certamente vissuta dentro una regola e momenti di tempo acquisiti puntualmente (la mattina, la sera…). Ma il pregare di questi momenti deve aprire alla vita come “preghiera sempre”, al cuore sempre medicante della presenza di Cristo, alla vita come obbedienza alla volontà del Padre in cui tutto consiste, all’azione sempre rinnovatrice dello Spirito Santo. È quanto Gesù disse ai Suoi sulla necessità di pregare sempre. Quel “sempre” è la vita come continua apertura a Colui che è la Vita (Nicolino Pompei¹)
…Invocazione allo Spirito Santo
Affidiamo alla Madonna la nostra Compagnia, Nicolino e tutte le sue intenzioni; in particolare preghiamo per la famiglia di Yara e per tutte le famiglie che stanno soffrendo per la morte dei propri figli.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’Angelo a Maria
Nel momento dell’annunciazione troviamo proprio tutto quello che vale: l’iniziativa del Mistero, che accade come uomo nella storia, attraverso la libertà e la carne di una donna, proprio come un bambino accade ad ogni mamma. E troviamo la risposta che – ogni giorno, momento per momento, lì dove siamo, in tutti i luoghi della nostra responsabilità, dentro ogni vocazione – siamo chiamati a dare alla Grazia che opera sempre: Fiat mihi secundum verbum tuum. Sì, così si faccia. Sì, così la mia vita; la mia vita è la tua iniziativa su di me; la tua volontà è la mia vita, la pienezza dell’umano. Per cui sì, sì, sì: il mio io pieno è secondo te, si faccia di me secondo te.
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Chiediamo alla Madonna di imitare il suo fiat. Di imitare il suo sì, di imitare il suo sì nell’istante. Di imitare il suo sì al Mistero, a Cristo nella modalità e nella forma, negli istanti, nelle circostanze, nelle situazioni e condizioni dentro cui la nostra vita si trova e si troverà a passare.
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Tu, o Maria, sei la pienezza e la certezza di quello che siamo chiamati ad essere, la pienezza esemplare per tutta la santa Chiesa di ciò che siamo chiamati a vivere come abbandono al Mistero, a Dio, a Cristo nell’istante breve. Con il tuo “sì” ci hai dato Gesù, ci hai dato Dio che si rivela nella carne di Gesù. Dice Origene: “A che ti serve che Cristo sia venuto un tempo nella carne, se non è venuto anche nella tua anima, nella tua carne? (Se non posso mostrare che Egli viene ed è presente ora nella mia carne?). Preghiamo dunque perché ogni giorno il suo avvento si compia in noi, affinché possiamo dire: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me»”.
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Chi più di Maria Santissima ci può accompagnare dentro il Mistero dell’Amore di Dio, che l’ha eletta e chiamata ad essere il grembo accogliente della sua nascita come Uomo tra gli uomini… “Tu se’ colei che l’umana natura / nobilitasti sì, che ’l suo fattore / non disdegnò di farsi sua fattura”. Chi più di Maria Santissima – nel cui ventre “si raccese l’Amore”, nel cui grembo l’Amore accade come Uomo per rivelarsi come Uomo, come Uomo che porta anche i suoi connotati umani e materni – possiamo reclamare perché ci accompagni e ci sostenga a corrispondere all’Amore di Cristo, ad una vita segnata dall’amore a Cristo e dall’Amore di Cristo.
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
La donna tutta sottomessa all’iniziativa del Mistero e che lo ha partorito come Uomo, deve essere sempre richiamata come compagnia necessaria. Dobbiamo ora e sempre invocare la Madonna per l’imitazione del suo fiat, come suprema obbedienza alla volontà del Padre in cui solo consiste la vita. Deve essere inesauribile lo sguardo che portiamo alla Madonna, l’accoglienza della sua compagnia e la richiesta della sua intercessione.
¹L’introduzione alla preghiera di questa sera e i brani di meditazione sono tratti da scritti di Nicolino Pompei